E-commerce, Alibaba testa il riconoscimento facciale per le spedizioni

Tecnologia
Foto di archivio (Getty Images)

Una filiale del colosso cinese ha introdotto questa tecnologia in oltre 300 distaccamenti e punta ad estenderla a tutta la Cina. A detta della società, il nuovo servizio favorisce una migliore protezione della privacy dei mittenti e semplifica il processo di spedizione 

Alibaba, colosso cinese attivo nel settore dell’e-commerce, apre al riconoscimento facciale. Una della sue filiali, Cainiao Network, ha infatti annunciato di aver introdotto questa tecnologia nei servizi dei spedizione dei prodotti, permettendo così ai suoi utenti di essere identificati tramite una rapida scansione del viso, della durata di uno o due secondi.

Migliore protezione della privacy

In Cina, ogni mittente è obbligato a identificarsi ogni volta fornendo i propri documenti d’identità al momento dell’invio. Con il nuovo metodo introdotto dall’azienda cinese, questa pratica non si renderà più necessaria e il riconoscimento sarà molto più rapido e sicuro. Per poter usufruire di questo servizio, gli utenti non dovranno fare altro che accedere alle app di Alibaba, come Taobao e Alipay, e caricare le informazioni relative ai destinatari e alla destinazione della spedizione. Secondo Cainiao Network, l’applicazione del riconoscimento facciale, approvato dalle autorità postali e di sicurezza locali, fornirà una migliore protezione della privacy dei mittenti e semplificherà notevolmente l'intero procedimento di spedizione. La società ha introdotto un servizio di prova in oltre 300 stazioni logistiche situate in otto diverse località della Cina, comprese le città di Hangzhou, Shenzhen, Chengdu, Fuzhou, Xiamen e Jinan, ma la tecnologia dovrebbe essere presto estesa a tutto il paese.

Amazon chiede regole per riconoscimento facciale

Anche Amazon, leader mondiale dell'e-commerce, ha sviluppato un proprio sistema di riconoscimento facciale, Rekognition, una tecnologia che è al centro di molte discussioni. Introdotta per un breve periodo nella città di Orlando, il suo utilizzo è stato poi sospeso per le forti proteste da parte di molte associazioni per i diritti umani e digitali. Sull’argomento è in seguito intervenuto anche il gruppo di Jeff Bezos, che ha chiesto una regolamentazione certa, in quanto ”le nuove tecnologie non dovrebbero essere vietate o condannate a causa di un loro potenziale cattivo utilizzo ma bisognerebbe piuttosto aprire un dialogo onesto tra tutte le parti in causa, per far sì che questa tecnologia sia utilizzata propriamente”.

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