Da Arpanet all'Internet delle cose, 5 decenni di storia del network dei network riassunta in quindici momenti
Sono passati cinquant'anni dal primo collegamento di quattro computer, connessi in un modo molto simile a quello che oggi conosciamo come Internet. Era il 1969, e i computer erano quelli di tre Università californiane (Los Angeles, San Francisco e Santa Barbara) e del Dipartimento di Informatica dell'Università dello Utah e la particolarità principale di quella Rete era la modalità di trasferimento dei messaggi. Anziché occupare una linea di comunicazione per tutto il tempo in cui veniva trasmesso il messaggio, come avveniva in una conversazione telefonica, la nuova Rete era in grado di dividere in parti – pacchetti – l’informazione e spedire un pacchetto per volta in modo che la linea di comunicazione potesse essere usata contemporaneamente per l'invio di più messaggi. È il cosiddetto packet switching che ha permesso un sistema di comunicazione efficiente, rapido e resistente. Un sistema di comunicazione che in meno di mezzo secolo ha stravolto la società. E che il 12 marzo 1989 - esattamente trent'anni fa - ha compiuto un passo ulteriore verso la sua popolarizzazione con la genesi di quello che poi sarebbe diventato il Web.
Ripercorriamo le tappe salienti di questa invenzione.
1969: il primo messaggio
In principio fu lo Sputnik, o meglio la corsa allo Spazio e tra Usa e Urss in clima di Guerra Fredda. All'indomani del primo lancio orbitale, riuscito con successo ai sovietici nel 1957, la Difesa statunitense allestì un'Agenzia predisposta alla Ricerca Avanzata, sigla Arpa (Advanced Research Project Agency). Nel 1967 venne finanziato un progetto per la creazione di una Rete di computer per la comunicazione basato sulla commutazione di pacchetti (packet switching) che vide la luce col nome di Arpanet. Il 29 ottobre del 1969 venne inviato il primo messaggio che consisteva semplicemente in una parola: 'login'. Non tutto andò per il verso giusto e il destinatario ricevette solo le prime due lettere.
Credit: Pubblico Dominio
Lo schema del primo messaggio mandato via Internet
1971: la prima email
Risolti i primissimi problemi tecnici, nel 1971 sono collegate ad Arpanet ventitré computer, e l'anno successivo nasce l'InterNetworking Group per gestire la Rete e risolvere dispute e problemi. Si iniziano a differenziare gli indirizzi dei vari utenti che si collegano alla Rete dalla stessa macchina, e lo si fa con l'introduzione di un simbolo che è rimasto in uso ancora oggi, la chiocciola @. Viene mandata la prima email.
1973: sbarco in Europa e TCP/IP
Fin dalla sua nascita Arpanet è utilizzata solo da accademie e istituti di ricerca oltreoceano, lo sbarco in Europa avviene nel 1973, quando si collegano alla Rete anche Gran Bretagna e Norvegia, con un computer a testa. Nello stesso anno Robert Kahn e Vinton Cerf elaborano un protocollo che permette di far comunicare Arpanet con altre reti di computer sviluppatesi in Francia e Regno Unito e potenzialmente a tutte le reti prossime venture. È il protocollo TCP/IP, o Internetworking protocol (protocollo per l'interconnessione delle reti), o anche Internet. Nella seconda metà degli anni Settanta iniziarono a diffondersi ambienti digitali condivisi dove gli utenti potevano scambiarsi informazioni su specifici temi, i cosiddetti Newsgroup.
1978: Virus e spam
Nonostante la Rete abbia dimensioni assai ridotte – per avere cento computer connessi bisogna attendere fino al 1977 – iniziano a rivelarsi anche alcuni suoi aspetti meno piacevoli. Il primo messaggio di spam è del primo maggio 1978, quando a tutti gli utenti allora esistenti arrivò l'invito alla presentazione di un nuovo processore. L’email suscitò unanimi reazioni negative e per diversi anni l'invio di posta elettronica non richiesta a contenuto pubblicitario non fu più praticata. I primi virus informatici furono sviluppati contestualmente ad Arpanet per testare l'efficacia del network. Nel 1982, però fece la comparsa il primo virus diffuso selvaggiamente, si chiamava Elk Cloner e si propagava attraverso i floppy disc. Era purtroppo il primo di una lunga serie.
1983: non più numeri ma nomi di dominio
Il 1983 è un anno fondamentale nella storia di Internet. Innanzitutto perché il protocollo TCP/IP diventa definitivamente obbligatorio per chi vuole essere in Rete. E poi perché nello stesso anno viene effettuata una importante modifica, quella che portò all'istituzione dei nomi di dominio (Dns) per identificare i nodi della Rete. Nomi che sostituiscono stringhe di numeri difficilmente memorizzabili. Nomi seguiti da desinenze diverse in base al tipo di organizzazione che li utilizza e alla nazionalità. Inizia l'era del .com .org .it. Gli indirizzi sono ancora pochi, meno di mille, ma ci si prepara ad aggiungere molti nodi alla nuova Rete, che ora si chiama a tutti gli effetti Internet e non ha più niente a che fare con l'Esercito, dato che l'Arpa ha nel frattempo le comunicazioni militari su una nuova Rete, Milnet.
1987: HTTP e HTML
Nel 1986 anche l'Italia, precisamente il Centro Nazionale di Calcolo di Pisa, si connette a Internet; il primo dominio .it registrato è quello del Centro nazionale di Ricerca (cnr.it) , ancora oggi attivo. Nel 1988 viene sviluppato il primo programma di messaggistica istantanea, Internet Relay Chat. Il sistema conobbe un'enorme successo (relativamente ai numeri che dicono che le macchine connesse erano 10mila nel 1988) e fu utilizzato anche per evitare la censura governativa durante il tentato colpo di stato in Russia nel 1991 e durante la prima Guerra del Golfo.
L'anno prima vennero messi a punto due importanti meccanismi che hanno permesso la rapida diffusione della Rete: il nuovo protocollo per la trasmissione dei pacchetti di dati, HTTP, e uno standard per la realizzazione dei documenti ipertestuali, testi che contengono link che rimandano ad altri testi. La Rete è ancora dimensionalmente piccola e popolata esclusivamente di parole e numeri.
1989: il web
Nei laboratori di ricerca del Cern di Ginevra, nel marzo 1989, Tim Berners-Lee presenta la bozza di un progetto per la condivisione di documenti. Il progetto è giudicato dal suo supervisore “vago ma interessante”. Berners-Lee ci lavora e nel 1991 presenta al pubblico la prima pagina web: uno spazio elettronico connesso a Internet dedicato alla pubblicazione di testi e grafica. Lo 'spazio' è di fatto la memoria occupata dai dati del sito web su un computer, collegato alla Rete e accessibile da chiunque ne conosca l'indirizzo. Due anni più tardi viene commercializzato il primo browser stabile, Mosaic, e cioè il primo programma che permette di navigare tra i siti web. A questo punto è sufficiente un computer – e iniziavano a diffondersi i primi personal computer a prezzi accessibili – e una connessione alla Rete telefonica mediata da un modem per far parte della Rete. E iniziano a farlo anche i privati, non più solo le istituzioni e le accademie. Per regolamentare linguaggi, formati e dettagli di quello che poteva funzionare sul web viene fondato il WebWorldWide Consortium o W3C, che ancora oggi svolge la propria funzione.
1995: eBay e l’ecommerce
Il fenomeno di Internet di fine anni '90 è Napster, sito che facilita la condivisione di file musicali tra utenti. Il servizio è reso possibile dai formati di compressione musicale che riducono la quantità di dati da trasmettere. Oltre a testi, numeri e immagini, Internet si riempie di musica. Ma in Rete, a fine millennio, si inizia anche a comprare e vendere. Lo fanno soprattutto gli utenti privati, scambiandosi oggetti sul sito di aste online eBay, fondato nel 1995. Per facilitare i pagamenti si fa strada una nuova start up nata nel 1999, PayPal. Nel frattempo Nokia, qualche anno prima (1996) ha commercializzato il primo cellulare che si connette a Internet, proprio mentre iniziava a prendere forma la connessione senza fili a corto raggio, meglio nota come Wifi.
1998: Google
I pc connessi alla Rete iniziano ad aumentare esponenzialmente, e nel 1994 raggiungono quota un milione. Di conseguenza aumentano i siti web e uno dei principali problemi è districarsi nella grande offerta e riuscire a individuare il sito desiderato. Il bandolo della matassa lo trovano due giovani studenti universitari, Larry Page e Sergey Brin, che fondano nel 1998 Google.
Anni 2000: i blog e il web 2.0
Le velocità di connessione aumentano grazie agli investimenti nell'infrastruttura (le “autostrade digitali”) e i computer che si connettono alla Rete migliorano costantemente le performance, soprattutto per quanto riguarda le schede grafiche; il web si così fa più colorato, variopinto e dinamico. I formati di compressione video abilitano la pubblicazione di filmati. Si diffonde anche la pubblicità, in questa fase sotto le fattezze di banner più o meno invadenti sullo schermo. Lo spam ha, purtroppo, ripreso vita come forma di marketing. Nel frattempo Internet, a cui sono ora connessi cento milioni di utenti, è davvero globale ed è presente in tutti gli Stati. Forti dei nuovi mezzi a disposizione, gli utenti, che finora si erano limitati a navigare il web da spettatori passivi, iniziano a far sentire la propria voce. È l'era del blog, dei diari online, siti web personali molto semplice da utilizzare.
2004: Facebook e i social network
I primi anni 2000 sono anche l'era dell'avvento dei social network, piattaforme in cui gli utenti possono mantenere relazioni più strette tra di loro, condividendo contenuti multimediali e commentandoli. Nel 2003 nascono MySpace e LinkedIn, l'anno successivo Facebook. Nel 2006 arriva anche Twitter, pensata per il microblogging via telefono. Ma la piattaforma che ha più successo di tutte è quella di condivisione video, YouTube (2005). La Rete presto diventa occupata dai filmati.
2007: l’iPhone
Steve Jobs presenta nel giugno 2007 un telefono che cambierà il modo di vivere, e soprattutto di quello vivere la Rete: iPhone. Un dispositivo che più che per telefonare è pensato proprio per fruire il web, attraverso programmi chiamati applicazioni, o più semplicemente app. Nel 2009 sulle reti telefoniche sempre più potenti, passa più traffico dati che telefonate. Gli utenti di Internet sono più di un miliardo. I sistemi di pagamento vengono perfezionati e negli smartphone viene inserita moltissima tecnologia. Tramite telefono si possono registrare e trasmettere una grande varietà di informazioni e compiere molte azioni. Con tutti i rischi che comporta tanta comunicazione e digitalizzazione dei propri dati, anche quelli più riservati.
2010: whistleblowing
Alla fine della prima decade del millennio, quando il web e la Rete sembrano ormai destinate a diventare sempre più patinate e animate, Internet torna di grande attualità grazie a una sua funzione primitiva: quella di permettere lo scambio di informazioni al sicuro dal controllo delle autorità. Nell'estate del 2010, su una piattaforma web vengono pubblicati scottanti documenti relativi alla guerra degli Usa in Afganistan. La piattaforma è Wikileaks, il suo ideatore Julian Assange. Il sistema permette di mantenere anonime le fonti che forniscono informazioni e documenti. La pratica di denunciare dall'interno un'istituzione mantenendo l'anonimato si definisce whistleblowing. Dopo il primo leak (fuga di notizie), altri ne seguono, relativi a diverse situazioni di politica internazionale. Assange è ricercato e nel 2012 si rifugia presso il consolato ecuadoriano a Londra, dove ancora risiede.
2015: dati sensibili e privacy
La vita digitale degli utenti diventa sempre più ricca e online vengono condivisi, più o meno consapevolmente e volontariamente, i propri dati. Anche quelli più sensibili. Purtroppo però Internet non è un luogo sicuro, e nel 2015 il sito di incontri extraconiugali Ashley Madison, rivela che 32 milioni di profili degli utenti sono stati violati, le informazioni sottratte e i malcapitati in molti casi ricattati. Molti altri furti di dati si sono verificati come risultato di attacchi di cyber criminali. Il più grande scandalo relativo alla privacy è però quello scoperto a inizio 2018 e riguarda i dati di 87 milioni di utenti ottenuti in modo ambiguo – ma senza il coinvolgimento di hacker – da Cambridge Analytica, sfruttando la disattenzione di Facebook. I dati sono stati usati per mettere in atto campagne di marketing e per influenzare l'opinione pubblica durante le elezioni statunitensi. Per cercare di tutelare maggiormente la privacy degli utenti, la Commissione europea redige una nuova legge sul trattamento dati, il cosiddetto Gdpr, entrato in vigore nella primavera del 2018.
Oggi e domani: le cose
E arriviamo ai giorni nostri, in cui le persone connesse alla Rete sono più 4 miliardi e Internet e il web ci sembrano scontati e non ci rendiamo nemmeno conto di utilizzarli. E probabilmente non ci rendiamo conto nemmeno che non siamo più i principali abitanti della Rete delle reti, dato che le macchine – non i pc né i telefoni – connesse sono già più di 7 miliardi. La Rete è destinata a essere popolata prevalentemente da oggetti che trasmettono informazioni sulle proprie condizioni e su quelle dell'ambiente circostante. Sensori posizionabili ovunque che informano altre macchine. Ma noi continueremo a esserci, dato che ormai senza Internet non possiamo più stare.