Introduzione
Occhiali smart o “intelligenti”. Dispositivi capaci di catturare foto e video e che funzionano da auricolari. Attraverso due telecamere poste da una parte e dall'altra della montatura sono in grado infatti di registrare immagini e scattare fotografie. Appositi microfoni catturano l'audio circostante e speaker, posti sulle due aste, permettono di ascoltare musica o di telefonare. Assunti agli onori della cronaca per il caso Sangiuliano-Boccia, sembrano dei normalissimi occhiali da vista (o da sole) ma consentono, invece, di effettuare delle registrazioni audio-video in totale anonimato con conseguenti implicazioni di rispetto della privacy. È la funzione di cattura foto e video quella più delicata che, fin dal debutto dei Google Glass del 2012, a creare più problemi. Il Led che si accende e pulsa quando si sta registrando un video è di difficile visualizzazione. Soprattutto alla luce del sole si vede poco. Le telecamere sono perfettamente integrate nella montatura e non si vedono. E poi c’è il problema della condivisione, perché la funzione primaria di questi occhiali non è semplicemente la video ripresa ma è la diffusione del materiale raccolto su internet.
Quello che devi sapere
Google Glass
In principio furono i Google Glass. Nel settembre del 2012, durante la Fashion Week di New York, il cofondatore di Google Sergey Brin partecipò alla sfilata della stilista Diane von Furstenberg indossando un dispositivo speciale che l’azienda aveva da poco presentato. Erano degli smart glasses, occhiali pensati per la realtà aumentata in grado di aggiungere elementi digitali a ciò che si vedeva. Messi in vendita qualche mese dopo, furono inclusi nella lista delle “migliori invenzioni del 2012” dalla rivista TIME e, grazie a una campagna mediatica che li presentò come accessorio di moda, indossati da Beyoncé, l’allora principe Carlo di Inghilterra e Jennifer Lawrence. Passato l’entusiasmo dei primi tempi, i Google Glass furono un fallimento, a un anno dal lancio il New York Post raccontò la diffusione del termine “glasshole”, termine dispregiativo usato per definire chi li indossava in pubblico. Uno dei più grossi problemi del prodotto era l’assenza di indicatori luminosi per segnalare quando l’utente stava usando la fotocamera per registrare o fare foto. L’utilizzo dei Google Glass fu vietato nei cinema del Regno Unito e alcuni automobilisti furono multati per averli indossati alla guida.
Ray-Ban Stories
Quasi 10 anni più tardi, nel 2021, Meta presenta insieme all’italianissima Luxottica i Ray-Ban Stories. “Smart” nelle intenzioni di Zuckerberg, in realtà non erano dotati di realtà aumentata o di una qualunque forma di intelligenza artificiale. Attraverso le due telecamere da 5 megapixel, poste da una parte e dall'altra della montatura, questi occhiali erano in grado di registrare video (fino a 30 secondi di durata) e scattare foto. Chi li indossava doveva solo premere un pulsante sull'asta destra o tenerlo premuto per avviare un filmato. Per avvisare chi potenzialmente poteva entrare nell'inquadratura c'era una luce Led che si accendeva. A livello di memoria gli occhiali potevano spingersi fino ad un massimo di 500 foto e 30 video da poter memorizzare. Questo significa che più o meno la capacità dei Ray-Ban Stories non superava i 2GB considerando anche il sistema operativo.
I Ray-Ban Meta
Nel 2023 debuttano i Ray-Ban Meta. Il nuovo dispositivo è migliorativo rispetto ai Ray-Ban Stories (oggi non più in vendita) che avevano problemi di batteria e di connessione con lo smarthpone non stabile. I nuovi occhiali permettono di registrare fino a un minuto di video e di avviare dirette streaming. Come la versione precedente, vengono caricati quando inseriti nella custodia e hanno una batteria integrata nella montatura che permette di utilizzarli per circa tre ore continuative. Le fotocamere hanno un sensore da 12 megapixel e i microfoni sono adesso cinque. I comandi vocali permettono anche di ascoltare i messaggi ricevuti sullo smartphone e rispondere. Anche la memoria interna è maggiore: 32 Giga che permettono di conservare sul dispositivo più di 100 video da 30 secondi o più di 500 foto.