Meta rivoluziona il fact-checking negli Usa: cosa cambia? Tutto quello che c’è da sapere

Tecnologia
Jennifer Caspani

Jennifer Caspani

Introduzione

Meta ha annunciato che abbandonerà i programmi di fact-checking di terze parti su Facebook, Instagram e Threads, sostituendoli con un modello simile alle “Community notes” di X. Questo nuovo sistema affida a un gruppo selezionato di utenti la possibilità di segnalare contenuti che ritengono non corretti o fuorvianti, rimpiazzando il lavoro finora svolto da fact-checker indipendenti. Mentre negli Stati Uniti la moderazione dei contenuti subirà cambiamenti significativi, in Europa Meta ha assicurato che i programmi di fact-checking rimarranno operativi almeno fino al 2025, grazie anche agli obblighi imposti dal Digital Services Act (Dsa). Ai microfoni di Sky TG24, Nicola Bruno, direttore di Open the Box - un progetto ideato e sviluppato da Dataninja dedicato al fact-checking, alla media e data literacy e all’ideazione di formati educational innovativi -, ha chiarito i dubbi su come funziona attualmente il programma di fact-checking, cosa cambierà per gli statunitensi e quali saranno le possibili implicazioni future per il contesto europeo. (Il progetto Ai4trust)

Quello che devi sapere

Come funziona l’attuale programma di fact-checking di Meta?

Il programma di fact-checking introdotto da Meta ormai otto anni fa prevede la collaborazione con organizzazioni indipendenti e quotidiani accreditati dall'International Fact-Checking Network. Questi soggetti analizzano i post e, se necessario, applicano un’etichetta che avvisa gli utenti che il contenuto è stato verificato e potrebbe essere fuorviante. Gli utenti vengono invitati a consultare ulteriori informazioni prima di interagire con il contenuto, pur mantenendo la possibilità di accedervi. Queste etichette non oscurano il contenuto, ma offrono un avviso contestuale sulla credibilità del contenuto

Come funziona l’attuale programma di fact-checking di Meta?

Come cambierà il sistema di moderazione dei contenuti negli Usa?

Con la chiusura di questo programma, negli Stati Uniti non ci saranno più organizzazioni terze, come fact-checker indipendenti o quotidiani accreditati dall'International Fact-Checking Network, chiamate a verificare contestualmente i contenuti sospetti di disinformazione su Facebook e Instagram. Dunque, le etichette e gli avvisi che indicano la verifica da parte di fact-checker professionisti saranno eliminate. Di conseguenza, gli utenti non avranno più un sistema chiaro e immediato per comprendere se un contenuto sia stato verificato o meno. Sicuramente le organizzazioni di fact-checking continueranno a operare autonomamente nei limiti dei fondi disponibili, ma senza una collaborazione diretta con Facebook e Instagram. Bisognerà accedere ai loro siti per visionare i risultati delle operazioni di fact-checking

Come funzionerà il nuovo modello delle community notes?

Il nuovo modello delle “community notes” si baserà sul crowdsourcing della verifica delle informazioni: affiderà a un gruppo selezionato di utenti il compito di aggiungere note di contesto ai contenuti. Non tutti gli utenti possono partecipare: generalmente sono richiesti alcuni requisiti, come avere un account verificato e una certa anzianità di utilizzo della piattaforma. Attualmente, questo modello è attivo su X (ex Twitter). Gli utenti abilitati possono lasciare note sui contenuti, indicando se sono affidabili o meno. Questo sistema si è dimostrato abbastanza efficace per individuare contenuti relativi a truffe o spam. Tuttavia, è meno efficace per i contenuti polarizzanti, come quelli politici, dove l'autorevolezza delle note e l'imparzialità degli utenti possono essere messe in discussione. Si tratta di un modello completamente diverso rispetto al fact-checking attuato da professionisti, che ha i suoi pregi e i suoi difetti, ma che di certo non rappresenta una soluzione per argomenti complessi come la salute o la politica, dove è necessaria una verifica accurata e professionale

Come funzionerà il nuovo modello delle community notes?

Il modello delle community notes è un'alternativa efficace?

No, non può essere considerato un’alternativa pienamente efficace. Diversi studi dimostrano che non esiste una soluzione unica e definitiva per contrastare la disinformazione. Le community notes possono essere utili come integrazione, ma non possono sostituire il lavoro dei fact-checker professionisti. Per affrontare la disinformazione, è necessario adottare una combinazione di misure, tra cui l’educazione degli utenti, la verifica contestuale dei contenuti e, dove possibile, l’uso di strumenti automatizzati. Le verifiche contestuali, come quelle offerte dal sistema di fact-checking, permettono agli utenti di ricevere immediatamente un avviso sull’affidabilità del contenuto. Eliminare i fact-checker professionisti e affidarsi unicamente alle community notes è "meglio di nulla", ma non rappresenta una soluzione esaustiva. Bisogna mettere in atto strategie più ampie che coinvolgano molteplici livelli di intervento per garantire un’informazione affidabile e contrastare efficacemente la disinformazione

Il modello di fact-checking adottato finora è efficace?

Si discute molto sull’efficacia del modello di fact-checking adottato finora. Sicuramente la ricerca sul fact-checking, non limitata a Facebook, dimostra che può essere efficace nel far cambiare idea a chi si imbatte in contenuti di disinformazione. Tuttavia, questa efficacia varia in base a diversi fattori, come il livello di polarizzazione degli utenti, che tendono a resistere alle correzioni se già schierati su una posizione, e la capacità di memorizzare l’informazione corretta a lungo termine, spesso superata dall’impatto della prima esposizione alla notizia falsa. Anche la credibilità della fonte è determinante: le organizzazioni indipendenti di fact-checking risultano generalmente più affidabili per gli utenti rispetto a testate percepite come politicamente schierate. In sintesi, il successo del fact-checking dipende molto dalle convinzioni preesistenti degli utenti e dalla loro disponibilità a informarsi in modo accurato

 Il modello di fact-checking adottato finora è efficace?

Meta manterrà i fact-checker in Ue: è una scelta legata al Dsa?

Nell'ultimo report presentato da Meta all'Unione europea, la stessa azienda ha definito il programma di fact-checking efficace, il che rafforza l’idea che, almeno per ora, voglia mantenere una strategia diversa rispetto a quella adottata negli Stati Uniti. Il contesto politico europeo è infatti molto diverso e gli obblighi imposti dal Digital Services Act (DSA) richiedono alle piattaforme di mantenere misure efficaci per contrastare la disinformazione. Meta potrebbe anche decidere di adottare misure alternative, come l'uso dell’Intelligenza artificiale o del machine learning, per supportare i sistemi di verifica. Tuttavia, non può replicare il modello statunitense senza considerare le regole dell'Unione europea. Le sue decisioni future dipenderanno anche dalla risposta dell'Europa alle modifiche attuate negli Stati Uniti

Il cambiamento mira a “ripristinare la libertà di espressione”?

Questa giustificazione di Zuckerberg crea una falsa dicotomia tra libertà di espressione e fact-checking, come se quest’ultimo fosse in contrapposizione con il diritto a esprimere liberamente le proprie opinioni. Tuttavia, la libertà di espressione non significa solo poter comunicare le proprie idee, ma anche garantire a tutti il diritto di essere informati in modo corretto. Eliminare i fact-checker professionisti ridurrà la possibilità per gli utenti di ricevere informazioni affidabili direttamente sulle piattaforme come Facebook, aumentando il rischio di disinformazione. Questa dichiarazione deve inoltre essere contestualizzata nel panorama politico americano, dove il dibattito sulla libertà di espressione è molto polarizzato e le campagne contro i fact-checker sono state particolarmente aggressive. Per fortuna, in Europa il clima è meno infuocato e non si osserva la stessa opposizione politica nei confronti del fact-checking

Il cambiamento mira a “ripristinare la libertà di espressione”?

Che ruolo ha la politica americana nelle decisioni di Meta?

La scelta di limitare la rimozione del programma di fact-checking agli Stati Uniti sembra guidata più da motivazioni politiche che da considerazioni di efficacia.
La nomina di Joel Kaplan, noto sostenitore del Partito Repubblicano, come responsabile del team degli Affari Globali di Meta, è un chiaro segnale di allineamento con il nuovo corso politico statunitense, in particolare con la visione del nuovo presidente e con l’approccio di Elon Musk su X. La scelta di abolire il programma di fact-checking negli Stati Uniti va nella stessa direzione. Questa strategia potrebbe trasformare Meta in un ambiente sempre più simile a X, caratterizzato da un dibattito fortemente polarizzato e infiammato. Inoltre, anche se la misura è attualmente confinata agli Stati Uniti, non si può escludere che, come avvenuto in passato, venga successivamente estesa ad altri contesti, inclusa l’Europa. Tuttavia, come detto, l’Unione Europea e il Digital Services Act potrebbero rappresentare un ostacolo, imponendo regole più stringenti rispetto a quelle vigenti negli Stati Uniti