Artisti contro OpenAI, chiuso l’accesso al modello di IA che genera video. Cos’è successo

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Tommaso Spotti

Tommaso Spotti

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Il caso ruota attorno a Sora, il tool di intelligenza artificiale text-to-video ancora in fase di test: la società guidata da Sam Altman ha deciso di interrompere l’accesso anticipato al modello concesso a esperti del settore dopo che il codice del progetto era stato pubblicato sulla piattaforma Hugging Face. “Non siamo burattini”, ha scritto il gruppo “Pr Puppets”

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OpenAI, la società di intelligenza artificiale che ha sviluppato ChatGPT e DALL•E, si è trovata all’improvviso al centro di una polemica con un gruppo di artisti. Il focus dello scontro è Sora, un modello di IA generativa text-to-video (cioè capace di creare video sulla base di una descrizione testuale fornita) ancora in fase di sviluppo: OpenAI avrebbe deciso di interrompere l’accesso anticipato al modello concesso a esperti del settore dopo che il codice del progetto era stato pubblicato sulla piattaforma Hugging Face. Dietro al gesto ci sarebbe un gruppo di artisti - che si è definito ironicamente “Pr Puppets” - che ha detto: “Non siamo burattini”.

Che cosa è successo con Sora

Ma andiamo con ordine: OpenAI aveva deciso di concedere l’accesso anticipato al suo nuovo strumento di intelligenza artificiale generativa - ancora in fase di sviluppo - a circa 300 artisti e filmmaker. L'obiettivo della società era quello di ottenere un feedback sulla nuova tecnologia da esperti del settore, prima di immetterla ufficialmente sul mercato. Tuttavia, a quanto pare la risposta di alcuni non è stata entusiasta: in base a quanto riportato dal Financial Times, il tool di OpenAI è stato brevemente diffuso online da artisti che stavano testando il modello. Un gruppo anonimo, che si fa chiamare “Pr Puppets”, ha pubblicato sulla piattaforma Hugging Face il codice del progetto di IA, fino ad ora limitato ad un ristretto numero di professionisti.

La lettera degli artisti

Diversi tester, racconta ancora il quotidiano britannico, hanno caricato una lettera sulla piattaforma accusando OpenAI di trarre vantaggio da “centinaia di artisti che hanno prestato il loro servizio non retribuito testando bug, dando feedback e facendo lavoro sperimentale”. Ore dopo, OpenAI avrebbe chiuso l’accesso in anteprima agli artisti. Secondo il Financial Times quest’anno l’ad Sam Altman e altri dirigenti della società avrebbero corteggiato figure di rilievo di Hollywood, allo scopo di illustrare loro Sora e placare i timori che questa tecnologia possa causare una perdita di lavori. Il gruppo “Pr Puppets” nella sua lettera ha scritto: "Abbiamo ricevuto l'accesso a Sora con la promessa di essere tester e partner creativi. Tuttavia, crediamo di essere stati attirati in un'operazione di 'art washing', per usare la nostra credibilità artistica nel convincere il mondo che Sora è utile. Non siamo contrari all'uso dell'IA, ciò con cui non siamo d'accordo è il modo in cui questo programma è stato implementato e come lo strumento si sta configurando in vista di un possibile rilascio pubblico. Non siamo burattini”.

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La risposta di OpenAI

In una dichiarazione affidata a Variety, OpenAI ha fatto sapere che “Sora è ancora nella fase di anteprima, e stiamo lavorano per bilanciare la creatività con robuste misure di sicurezza per un uso più ampio. Centinaia di artisti nel nostro programma di test hanno dato forma allo sviluppo di Sora, contribuendo a dare la priorità a nuove caratteristiche e garanzie. La partecipazione è volontaria, e non c’è obbligo di fornire un feedback o di usare il tool”. Inoltre nel comunicato si legge anche che “siamo stati felici di offrire a questi artisti accesso libero” al modello e la società “continuerà a sostenerli attraverso sovvenzioni, eventi e altri programmi. Crediamo che l'intelligenza artificiale possa essere un potente strumento creativo e ci impegniamo a rendere Sora utile e sicura”.

Sora e il rapporto tra mondo dell’arte e IA

Come riportato da Variety, OpenAI ha detto che Sora - che è stato annunciato a febbraio, ma non è ancora disponibile sul mercato - è un modello text-to-video capace di generare video fino a 60 secondo di lunghezza, ed è in grado di “creare scene complesse con diversi personaggi, specifici tipi di movimento, e dettagli accurati del soggetto e del background. Il modello capisce non solo quello che l’utente ha chiesto nel prompt, ma anche come quelle cose esistano nel mondo fisico”.

Il rapporto tra il mondo dell’arte e l’IA, comunque, non è nuovo a frizioni: come sottolineato dal Financial Times lo scorso mese oltre 11mila lavoratovi creativi - tra cui gli attori Julianne Moore e Kevin Bacon, il cantante dei Radiohead Thom Yorke e un gruppo di scrittori e musicisti - ha sottoscritto un appello pubblico in cui l’intelligenza artificiale generativa veniva definita una “grave e ingiusta minaccia” ai mezzi di sussistenza dei creativi.

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