L'hackeraggio è stato rivendicato dal gruppo di cybercriminali Medusa che ha dichiarato di essere in possesso di una quantità ingente di file personali e delicati che rischiano di essere resi pubblici tra 6 giorni. L'ultimatum infatti scade a otto giorni dall'attacco, avvenuto il 15 agosto
Postel S.p.a., società che appartiene al gruppo di Poste Italiane, è tenuta sotto scacco dagli hacker. Il gruppo di cybercriminali Medusa il giorno di ferragosto è infatti entrato nei sistemi informatici della società rubando una quantità ingente di informazioni personali. Postel S.p.a. si occupa principalmente di gestione di documenti, fatturazioni, conservazione digitale, contratti e servizi di archivio: ora, stando a quanto rivendicato dalla stessa gang, tutti questi dati potrebbero essere a rischio. Medusa ha chiesto a Postel un riscatto di 500 mila dollari. Un prezzo caro al quale si aggiungono ulteriori 10 mila dollari al giorno per prolungare di 24 ore la scadenza. L'ultimatum è dopo 8 giorni a decorrere dal giorno dell'attacco, quindi il 15 agosto.
Attacco hacker rivendicato
A rivendicare di trovarsi in possesso di un gran numero di dati personali appartenenti ai dipendenti della società, oltre ad altre informazioni delicate della società di Poste Italiane, è stato lo stesso gruppo Medusa. Postel ha risposto all'hackeraggio diffondendo una nota. "La società Postel S.p.A. ha individuato delle attività anomale sui propri sistemi, attribuibili ad un attore esterno non autorizzato", si legge. "Le attività hanno interrotto l’operatività di alcuni server, nonché di alcune postazioni di lavoro distribuite sul territorio nazionale". L'azienda rassicura poi di aver avviato repentinamente tutte le verifiche necessarie e di star lavorando per la messa in sicurezza e il completo ripristino dei sistemi. Non dello stesso parere Christian Bernieri, esperto di cybersicurezza e privacy. Bernieri è stato uno dei primi a segnalare sui social la notizia dell'attacco e nel suo tweet scrive: "Con calma ragazzi di Poste/Postel... tanto ormai il danno è fatto".