ChatGpt è di nuovo disponibile in Italia

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Un portavoce di OpenAI ha annunciato che la startup si è adeguata alle misure richieste dal Garante della privacy italiano e che il servizio è di nuovo accessibile nel nostro Paese

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ChatGpt è di nuovo disponibile in Italia. Ad annunciarlo è stato un portavoce di OpenAI. Ha spiegato che la startup si è adeguata alle misure richieste dal Garante della privacy italiano e per questo ha avuto il via libere a tornare accessibile nel nostro Paese (LE CONDIZIONI). "OpenAI, la società che gestisce ChatGpt, ha fatto pervenire una nota nella quale illustra le misure introdotte in ottemperanza alle richieste dell'Autorità contenute nel provvedimento dello scorso 11 aprile, spiegando di aver messo a disposizione degli utenti e non utenti europei e, in alcuni casi, anche extra-europei, una serie di informazioni aggiuntive, di aver modificato e chiarito alcuni punti e riconosciuto a utenti e non utenti soluzioni accessibili per l'esercizio dei loro diritti", ha spiegato anche il Garante della privacy, confermando che alla luce di questi miglioramenti OpenAI ha reso nuovamente accessibile ChatGpt in Italia.

L'annuncio di OpenAI

"ChatGpt è di nuovo disponibile per gli utenti in Italia. Siamo entusiasti di accoglierli di nuovo e rimaniamo impegnati a proteggere la loro privacy. Abbiamo incontrato o chiarito le questioni sollevate dal Garante", ha dichiarato il portavoce dell'azienda in una comunicazione ufficiale. Il termine fissato dal Garante della Privacy italiano per adeguarsi era il prossimo 30 aprile, quindi l'accordo è arrivato a pochi giorni dalla scadenza. "Abbiamo affrontato o chiarito le questioni sollevate dal Garante, tra cui le nuove informazioni sul Centro assistenza e su come raccogliamo e utilizziamo i dati; maggiore visibilità della nostra Informativa sulla privacy sulla homepage di OpenAI e sulla pagina di accesso di ChatGpt. Maggiore visibilità del nostro modulo di disattivazione dei contenuti degli utenti negli articoli del Centro assistenza e nell'Informativa sulla privacy", ha aggiunto il portavoce. "Continuiamo a offrire il nostro processo di risposta alle email e alle richieste di privacy via e-mail, nonché un nuovo modulo per gli utenti dell'Ue per esercitare il loro diritto di opporsi al nostro utilizzo dei dati personali per alimentare i nostri modelli. E uno strumento per verificare l'età degli utenti in Italia al momento della registrazione. Apprezziamo la collaborazione del Garante e attendiamo con impazienza di proseguire le discussioni in corso", si legge ancora nella nota della società che ha creato ChatGpt.

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ChatGpt

La conferma del Garante della privacy

Il Garante della privacy, oltre a confermare l’accordo, ha espresso "soddisfazione per le misure intraprese e auspica che OpenAI, nelle prossime settimane, ottemperi alle ulteriori richieste impartitele con lo stesso provvedimento dell'11 aprile con particolare riferimento all'implementazione di un sistema di verifica dell'età e alla pianificazione e realizzazione di una campagna di comunicazione finalizzata a informare tutti gli italiani di quanto accaduto e della possibilità di opporsi all'utilizzo dei propri dati personali ai fini dell'addestramento degli algoritmi". L'Autorità, ha aggiunto il Garante, "riconosce i passi in avanti compiuti per coniugare il progresso tecnologico con il rispetto dei diritti delle persone e auspica che la società prosegua lungo questo percorso di adeguamento alla normativa europea sulla protezione dati". Il Garante, ha spiegato ancora, "proseguirà dunque nell'attività istruttoria avviata nei confronti di OpenAI e nel lavoro che porterà avanti la apposita task force costituita in seno al Comitato che riunisce le Autorità per la privacy dell'Unione europea".

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L’accordo tra ChatGpt e il Garante della privacy

Un primo segnale che qualcosa si stava smuovendo era arrivato qualche giorno fa, quando OpenAi - l’azienda che opera il chatbot - aveva concesso agli utenti di tutto il mondo la possibilità di escludere le proprie conversazioni dal training dell'algoritmo. Questa era proprio una delle richieste del nostro Garante della privacy: consentire sia agli utenti sia ai non utenti la possibilità di esercitare, in modo semplice e accessibile, il diritto di opposizione rispetto al trattamento dei propri dati personali utilizzati per l'esercizio degli algoritmi. Per il ritorno sul mercato italiano, però, OpenAi ha dovuto accettare anche altre richieste del nostro Garante riguardo al rispetto della normativa europea sulla privacy. Ad esempio, la presenza in ChatGpt di strumenti utili per permettere agli interessati, anche non utenti, di chiedere la rettifica dei dati personali che li riguardano generati in modo inesatto dal servizio o la cancellazione degli stessi, nel caso la rettifica non fosse tecnicamente possibile. OpenAi, poi, dovrà fare una campagna pubblicitaria perché tutti, anche i non utenti, sappiano di potere essere esclusi dal chatbot.

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Le misure concordate

Nel dettaglio, il Garante ha spiegato che OpenAI ha:

  • predisposto e pubblicato sul proprio sito un'informativa rivolta a tutti gli utenti e non utenti, in Europa e nel resto del mondo, per illustrare quali dati personali e con quali modalità sono trattati per l'addestramento degli algoritmi e per ricordare che chiunque ha diritto di opporsi a tale trattamento;
  • ampliato l'informativa sul trattamento dei dati riservata agli utenti del servizio rendendola ora accessibile anche nella maschera di registrazione prima che un utente si registri al servizio;
  • riconosciuto a tutte le persone che vivono in Europa, anche non utenti, il diritto di opporsi a che i loro dati personali siano trattati per l'addestramento degli algoritmi anche attraverso un apposito modulo compilabile online e facilmente accessibile;
  • introdotto una schermata di benvenuto alla riattivazione di ChtaGPT in Italia, con i rimandi alla nuova informativa sulla privacy e alle modalità di trattamento dei dati personali per il training degli algoritmi;
  • previsto per gli interessati la possibilità di far cancellare le informazioni ritenute errate dichiarandosi, allo stato, tecnicamente impossibilitata a correggere gli errori;
  • chiarito, nell'informativa riservata agli utenti, che mentre continuerà a trattare taluni dati personali per garantire il corretto funzionamento del servizio sulla base del contratto, tratterà i loro dati personali ai fini dell'addestramento degli algoritmi, salvo che esercitino il diritto di opposizione, sulla base del legittimo interesse;
  • implementato per gli utenti già nei giorni scorsi un modulo che consente a tutti gli utenti europei di esercitare il diritto di opposizione al trattamento dei propri dati personali e poter così escludere le conversazioni e la relativa cronologia dal training dei propri algoritmi;
  • inserito nella schermata di benvenuto riservata agli utenti italiani già registrati al servizio un pulsante attraverso il quale, per riaccedere al servizio, dovranno dichiarare di essere maggiorenni o ultratredicenni e, in questo caso, di avere il consenso dei genitori;
  • inserito nella maschera di registrazione al servizio la richiesta della data di nascita prevedendo un blocco alla registrazione per gli utenti infratredicenni e prevedendo, nell'ipotesi di utenti ultratredicenni ma minorenni che debbano confermare di avere il consenso dei genitori all'uso del servizio.

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