Metaverso, realtà aumentata, NFT e le altre parole della nuova rivoluzione digitale

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Renato Coen

Renato Coen

Iniziamo oggi il nostro viaggio nel futuro tecnologico e digitale accompagnati da Roberto Viola, capo della Direzione generale delle Reti di comunicazione, dei contenuti e delle tecnologie in Europa

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Iniziamo oggi il nostro viaggio nel futuro tecnologico e digitale accompagnati da Roberto Viola, capo della Direzione generale delle Reti di comunicazione, dei contenuti e delle tecnologie in Europa. È lui che si occupa di sviluppare e regolare tutto ciò che riguarda la digitalizzazione, le comunicazioni e le nuove frontiere tecnologiche all’interno dell’Ue. Ciò che scriviamo è frutto delle informazioni, dei dati e delle spiegazioni forniti da Viola e dal suo team di Bruxelles.

I cittadini del metaverso, un futuro virtuale in 3D

Cos’è il Metaverso? Cos’è una realtà aumentata? Cos’è un gemello digitale? E un NFT? Sono cose nelle quali e con le quali vivremo e stiamo iniziando a familiarizzare. Conoscere il significato di questi concetti, o meglio di questa realtà che ci avvolgerà progressivamente non è un esercizio di pura curiosità intellettuale ma un modo per capire quale sarà la nostra quotidianità di qui a qualche anno. È un po’ come se negli anni ’90 avessimo iniziato a conoscere termini come social network, video call, trending topic o gruppo Whatsapp.

 

La prima cosa da fare per capire verso quale mondo stiamo andando, è quindi prendere confidenza con alcuni concetti basilari.

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Cos’è e cosa sarà il Metaverso

Attualmente la nostra esperienza su internet è per lo più bidimensionale. Guardiamo uno schermo nel computer o sul telefono che ci fornisce testi, immagini, video a due dimensioni. Sappiamo che se vogliamo vedere le cose con la loro profondità, in alcuni casi, abbiamo la possibilità di avere esperienze 3D mettendo un pesante apparecchio davanti agli occhi che ha uno schermo in grado di restituirci video a tre dimensioni. E, magari possiamo indossare dei guanti con dei sensori in grado di comunicare con la realtà digitale in cui vogliamo immergerci.

 

In un futuro abbastanza prossimo però sarà sufficiente utilizzare dei semplici occhiali e forse più tardi anche solo delle lenti a contatto per poter avere accesso ad un mondo digitale in tre dimensioni dove poter vivere con tutti i propri sensi un’esperienza immersi in una realtà virtuale connessa a tutte le altre. 

 

Il termine Metaverso, come ormai molti sanno, fu inventato da Neal Stephenson che nel suo romanzo Snow Crash immaginava un virus informatico che trasportava gli hacker che ne venivano affetti in un mondo parallelo virtuale e immaginario, il Metaverso appunto. Come la metafisica è lo studio della realtà oltre, che trascende la fisica, il Metaverso è la realtà che va oltre, che trascende l’universo delle cose a noi conosciute.

 

In futuro quindi con piccoli dispositivi sensoriali per vista, tatto ed udito, potremo avere esperienze di realtà tridimensionali nelle quali saremo di fatto completamente immersi. Potremo scegliere di non vivere la normale esperienza diretta della realtà a noi circostante ma quella costruita appunto nel Metaverso.  

La realtà aumentata

Nello stesso tempo però, il mondo reale a noi circostante potrebbe essere da noi vissuto ed interpretato in maniera più ricca, con informazioni ulteriori di cui normalmente non disponiamo.

 

Immaginiamoci sempre un paio di occhiali dotati di tendine. Se le chuderemo potremo entrare nel Metaverso. Se invece alzeremo il sipario, potremo vedere, accanto alle cose reali intorno a noi, una serie di informazioni che le descrivono. Ad esempio, un percorso tracciato e segnato da un colore particolare mentre cerchiamo di arrivare da una parte all’altra della città, come ora fa il navigatore consultato sul telefono. Dati ed informazioni di persone o cose che ci appaiono davanti e di cui abbiamo bisogno di sapere di più. Numeri, colori, indicazioni che tramite il nostro dispositivo vedremo come proiettati o sovrapposti a ciò di reale che stiamo osservando. Un po’ come faceva un altro personaggio dellai fantascienza come Robocop. Non sarà più necessario avvicinarsi ad una stufa e magari scottarsi per capire se è calda o meno. Saranno i nostri occhiali a segnalarci da remoto il suo stato e la sua temperatura.

 

Con la realtà aumentata quindi potremo guardare un oggetto reale ed avere tutta una serie di informazioni riguardo ad esso che derivano o dalla sua copia virtuale o dai sensori posti intorno a quell’oggetto.

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Gemello digitale

Ed è a questo punto che incontriamo un nuovo attore: il cosiddetto gemello digitale. Anche questa definizione ha origine nella letteratura di fantascienza. Questi è la possibile copia virtuale di qualsiasi oggetto, animato o no, e di qualsiasi essere, vivente o meno.

 

Un gemello digitale non solo viene programmato per avere una apparenza esteriore uguale all’originale, ma, aspetto più importante e decisivo per la sua utilizzazione, si comporta esattamente come la sua copia reale. Conosciamo già esempi di gemelli digitali nei videogiochi o nei simulatori per addestramento, ad esempio per i piloti di aereo. Ma presto ognuno di noi potrà avere un gemello digitale dotato di tutte le informazioni basilari che ci caratterizzano, con le conseguenze e i vantaggi che vedremo tra poco.

NFT

Per completare la conoscenza delle “entità” che popolano il Metaverso e iniziare a familiarizzare con loro, è necessario avvicinarsi anche ai cosiddetti NFT. Non Fungible Token. Si tratta in sostanza di oggetti unici, non riproducibili, esistenti solo nel mondo digitale. Possono essere copie di oggetti esistenti della realtà, ma firmate e uniche nel web. Oppure possono consistere in opere d’arte o ad esempio modelli di vestiario nativi digitali, generati esclusivamente nel mondo virtuale, firmati digitalmente. Questi ultimi quindi non hanno un gemello nel mondo reale, ma sono oggetti unicamente esistenti nel web.

 

Il web tridimensionale del futuro quindi sarà popolato da oggetti creati dal computer stesso, altri copia del mondo reale, oggetti che si comportano come modelli da analizzare e osservare per poi agire di conseguenza nella realtà e realtà artistiche o comunque di abbellimento create per rendere la nostra esperienza virtuale interessante e uguale, se non migliore a quella reale.

 

Questo mondo virtuale avrà una caratteristica fondamentale, che ci porta anche familiarizzare con un ultimo termine: sarà completamente interconnesso. Sarà un sistema di calcolo distribuito, detto anche Computing dell’ambiente.

Ambient Computing

È probabilmente molto più complesso il nome che il concetto in sé. Di fatto si tratterà di un ambiente in cui tutte le nostre app, il web nel quale ci muoviamo, gli assistenti vocali che ci assistono, saranno connessi e parleranno tra loro. Per fare un esempio concreto è utile immaginarsi la casa del futuro. Sarà un complesso robot in grado di parlare con altri robot di utilizzo quotidiano come la nostra automobile o il nostro cellulare. Uscendo la mattina diremo al nostro assistente vocale sul telefonino a che ora abbiamo intenzione di tornare, questo lo comunicherà alla nostra casa che si preparerà di conseguenza per il nostro arrivo, regolando il riscaldamento, l’illuminazione, il risparmio energetico, l’areazione delle camere. Predisponendo quindi un ambiente per noi ottimale. Si occuperà di comunicarci se abbiamo o no autonomia sufficiente nella nostra auto per andare e tornare. E una volta parcheggiato sotto casa, la nostra macchina si ricaricherà e farà i suoi dovuti controlli di sicurezza e di stato con altri sistemi a questo preposti. Tutte le nostre app, che in parte già esistono, saranno interconnesse e gestite da un’unica intelligenza artificiale.

La medicina del futuro

Un esempio pratico dell’aiuto e dei cambiamenti che potrà portarci il web 3 o 4.0 lo abbiamo quindi già fatto. Ma per immaginarci concretamente che tipo di risvolto potrebbe avere la nostra esperienza di cittadini nel Metaverso, possiamo provare ad immaginarci la medicina del futuro.

 

Per figurarcela sarà fondamentale il nostro gemello digitale, che abbiamo già incontrato prima. Questo sarà la porta alla cosiddetta medicina personalizzata. Oggi nella società dell’esperienza il medico ci prescrive un farmaco e poi ci chiede se questo ha avuto gli effetti desiderati o meno. Il medico del futuro disporrà del nostro gemello digitale, avrà quindi la nostra mappa genetica, avrà un modello ragionevolmente completo dei nostri organi e quindi proverà la cura sulla nostra riproduzione virtuale. Personalizzerà i trattamenti al modello del nostro corpo umano, vedrà gli effetti che provocheranno e capirà, prima di somministrarcela realmente, se la cura va bene o no.

 

A questa realtà ci stiamo avviando gradualmente. Già esiste una tipo di medicina che si basa su modelli virtuali. Ad esempio, in Francia un’azienda ha sviluppato un modello precisissimo del cuore umano che serve per fare i pacemaker di ultima generazione. Chi lavora nei test sui nuovi farmaci sta cercando di sviluppare modelli simili per capire quanto possano essere efficaci prima di soministrarli ad esseri viventi.

Simcity

Di altri esempi pratici di una realtà parallela nel Metaverso se ne possono fare parecchi. È interessante, ad esempio, immaginare come potranno essere amministrate le città del futuro. Molti ricorderanno Simcity, il famoso videogioco nel quale si poteva impersonare il ruolo di un sindaco che doveva far sviluppare e funzionare una città.

 

Gli amministratori del futuro faranno un gioco simile di fronte a un sistema di realtà virtuale nel quale sarà riprodotto il gemello digitale della città da governare.

 

Potranno vedere gli effetti, ad esempio, di un cambio di orario della raccolta della spazzatura, potranno assistere ad eventuali conseguenti ingorghi e improperi degli automobilisti prima nel loro modello virtuale di città. Potranno capire e gestire la circolazione, la fornitura energetica, tutto ciò che concerne la vita urbana agendo prima virtualmente.

 

E, allo stesso tempo, anche le consultazioni democratiche e la partecipazione dei cittadini potrà essere incoraggiata da remoto. Il voto digitale, garantito da token unici che certificano l’identità dell’elettore, è già una realtà in via di sviluppo. In futuro sarà probabilmente il metodo di consultazione democratica principale almeno nella democrazia di prossimità. La bassa affluenza elettorale è frutto anche di un metodo di voto obsoleto distante dal modo in cui i cittadini sono ormai abituati a interagire. In futuro, un sindaco o un altro amministratore locale potranno consultare i cittadini sulle proprie scelte in maniera più immediata e diretta, magari mettendo a disposizione sul Metaverso esperienze virtuali di ciò che si vuole realizzare davvero, e ricevendo sempre in forma digitale giudizi e feedback sul proprio operato.

Scuola, scienza e arti nel Metaverso

L’esperienza virtuale, immersiva, tridimensionale, sarà quella che consentirà agli studenti delle scuole di fare esperimenti ora difficili o impossibili per una scuola pubblica. Come fece Galileo potranno magari, senza spostarsi dalla propria città e senza colpire nessuno in testa, salire sulla torre di Pisa e far cadere un grave. Allo stesso modo potranno vedere e compiere esperienze formative ora troppo costose per il sistema pubblico.

 

L’ambiente del Metaverso consente a volte di poter lavorare e creare in maniera più veloce e semplice, e allo stesso tempo di condividere il risultato del proprio lavoro in tempo reale.

 

Per questo vedremo artisti che disegneranno o comporranno musica solo nel mondo virtuale e architetti che potranno vivere e constatare in anteprima nel Metaverso il risultato dei loro lavori.

Le regole

Tutta questa nuova realtà andrà inevitabilmente regolata. Nel mondo virtuale come in quello reale bisogna rispettare delle regole. Anche nel Metaverso si possono compiere reati, anche nel Metaverso si possono subire danni e abusi. Anche nel Metaverso quindi i cittadini vanno protetti.

 

E poiché il problema già si è posto da anni nel web attuale e nelle interazioni sociali che questo quotidianamente ci propone, l’Europa ha preparato una carta dei diritti del cittadino digitale e un regolamento sui servizi digitali (Digital Services Act – DSA) che si basano su un assunto fondamentale. Ciò che è illegale nella vita reale è illegale nella vita virtuale. Un cittadino ha gli stessi diritti e gli stessi doveri in entrambi i mondi.

 

Poi sono stati individuati altri diritti fondamentali: il rispetto della vita privata, il divieto di discriminazione per razza, religione, censo, ecc. Chi per motivi economici non potrà permettersi certe tecnologie disponibili pubblicamente dovrà avervi accesso. Se la medicina del futuro sarà basata sul lavoro con i gemelli digitali, tutti dovranno avere la possibilità di usufruirne.

 

Certamente il lavoro di regolamentazione del web del futuro è ancora all’inizio, proseguirà con lo svilupparsi della realtà virtuale nella quale gradualmente avremo la possibilità di vivere. Possiamo già prevedere però alcune caratteristiche.

 

Un crimine compiuto su un nostro avatar in rete potenzialmente ha un’intensità minore e degli effetti minori rispetto ad un crimine compiuto su di noi. Un’aggressione fisica è meno grave di un’aggressione verbale, o in futuro, virtuale. Anche se sappiamo che il cyberbullismo e altre forme di molestie in rete possono avere effetti devastanti sulle persone e quindinon potranno comunque essere tollerate. Quindi prepariamoci a familiarizzare con reati tipo l’omicidio sul Metaverso, che non ci potrà almeno togliere la possibilità di rinascere, o il furto di token personali che ci consentono di firmare o compiere atti come cittadini del mondo virtuale. Molte cose dovranno ancora vedere la luce come del resto lo stesso mondo virtuale 3d nel quale ci muoveremo. Ma almeno, rispetto al passato, non inizieremo da zero. Esistono già regole e leggi che si applicano al web che conosciamo ora e da queste si ripartirà.

L’Europa ha emanato direttive molto precise che regolano la vita sul web, con l’approvazione degli Stati membri. Ad esempio, il Digital Service Act che si occupa dei contenuti illegali, della disinformazione e della trasparenza sul web.

 

Proprio in queste settimane 150 cittadini estratti a sorte nei 27 Stati membri Ue sono stati chiamati a formare un panel che possa fornire opinioni, suggerimenti e indicazioni su come regolare la futura realtà virtuale. Un terzo dei partecipanti ha meno di 26 anni.

 

Non avverrà quindi ciò che è accaduto nei primi due decenni di questo secolo, quando, prima con l’avvento e la rapida diffusione di internet, poi con quella dei social network, tutto è stato permesso. E ci sono voluti anni per costruire un sistema di regole che evitasse furti, abusi, aggressioni e altri gravi reati. Ora, questa almeno è l’intenzione, insieme allo sviluppo tecnologico e all’aprirsi graduale di un mondo parallelo a quello reale, ci sarà un’attenzione ed un lavoro tesi ad evitare che il futuro ed ultra moderno Metaverso diventi la versione virtuale del vecchio far west.

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