Attacchi hacker, verso l'agenzia per la cybersicurezza nazionale: attesa per il Cdm

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Avrà il compito di proteggere le infrastrutture italiane dalle minacce informatiche sempre più numerose e sofisticate. Il decreto legge che la istituisce riscrive la governance della cybersecurity in Italia, definisce gli obiettivi, la struttura e il funzionamento dell’Acn 

Si chiamerà Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (Acn) l’arma del governo per proteggere reti e infrastrutture italiane da attacchi hacker sempre più numerosi e sofisticati. Il Decreto Legge che la istituisce riscrive la governance della cybersecurity in Italia, definisce gli obiettivi, la struttura e il funzionamento dell’Acn e potrebbe essere discusso già nelle prossime ore dal Consiglio dei Ministri.

La bozza del decreto 

Della bozza del decreto legge sull'Agenzia per la cybersicurezza nazionale si è occupata l'Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica ed ex capo della Polizia Franco Gabrielli. L'Anc sarà pubblica e incardinata nella Presidenza del Consiglio sotto l'Autorità delegata. L'Agenzia verrà posta dunque fuori dall'intelligence e sarà una personalità giuridica di diritto pubblico. Avrà una dotazione iniziale di circa 300 persone per raggiungere nel cinquennio, cioè nel 2027, le 800 unità. A guidarla sarà una figura scelta dal governo che resterà in carica per 4 anni rinnovabili per altri quattro. L'Agenzia farà parte degli apparati legati alla sicurezza nazionale ma non del Dis presieduto da Elisabetta Belloni. Secondo quanto anticipato da Gabrielli,  l’obiettivo sarebbe infatti quello di non appesantire il Dipartimento e accogliere sia le priorità del settore pubblico che quelle del settore privato.  La sua attività verrà posta sotto il controllo del Copasir.

 

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I tentativi precedenti 

L'ultimo tentativo di istituire un organo preposto alla cybersicurezza, prima del governo Draghi, lo aveva fatto l'ex premier Giuseppe Conte. Si trattava però di un progetto molto diverso: Conte, infatti, sul finire del suo ultimo mandato aveva provato a dar vita a un Istituto italiano di Cybersicurezza ma senza successo. Prima di Conte, nel 2017 ci aveva provato anche l'ex premier Paolo Gentiloni evidenziando la necessità di rafforzare la cybersicurezza non solo della Pubblica amministrazione e dei ministeri, ma anche dei prodotti tecnologici connessi alla Rete e delle telecomunicazioni.

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