
Da Telegram a Signal, i rivali di WhatsApp crescono ma mostrano i primi problemi
Dopo le polemiche sull’informativa privacy di WhatsApp, Telegram e Signal hanno registrato un boom di download. Nel contempo, però, sono emerse alcune criticità delle due chat, dai problemi di sicurezza fino a quelli di tenuta tecnica

Occhi puntati su Telegram e Signal, le app del momento, dopo le polemiche nate sull’informativa privacy di WhatsApp. Ma le due applicazioni iniziano a mostrare delle crepe nella sicurezza e nella tenuta tecnica. Nel frattempo, la chat di proprietà di Zuckerberg ha deciso di rinviare di tre mesi l'aggiornamento dei termini di servizio su cui sono scatenate le proteste degli utenti
WhatsApp e l'aggiornamento della privacy
Sul fronte Telegram, negli ultimi giorni, è emerso che l’app non sarebbe così a prova di hacker. Secondo il sito specializzato ArsTechnica, se si usa la chat da un dispositivo Android o, in alcuni casi, anche da un iPhone, Telegram consente di trovare facilmente la posizione di un utente che abilita una particolare funzione, cioè quella che consente alle persone geograficamente vicine di connettersi (People Nearby)
WhatsApp posticipa di tre mesi le nuove regole sulla privacy
La scoperta è del ricercatore Ahmed Hassan che ha comunicato al team di Telegram la vulnerabilità che consentirebbe di individuare anche l'indirizzo di casa di un utente
WhatsApp e privacy, cosa cambia e quali sono le alternative
Telegram negli ultimi giorni ha registrato una impennata di download e 25 milioni di nuovi utenti che si aggiungono ai 500 milioni già attivi. Il fondatore Pavel Durov ha assicurato che il suo team prende molto sul serio la questione della privacy
TUTTE LE NEWS SU TELEGRAM
L’altra chat che ha registrato una impennata di download è Signal, che ha ricevuto anche l'endorsement del patron di Tesla Elon Musk
WhatsApp, molti utenti abbandonano l’App per passare a Signal: ecco perché
Il 15 gennaio, proprio il giorno in cui ha festeggiato il traguardo di 50 milioni di download, Signal ha però ha manifestato problemi tecnici dovuti forse all'afflusso imprevisto di nuovi utenti. Su Twitter, Signal si è impegnata a lavorare "il più rapidamente possibile per aumentare la capacità e gestire i picchi di traffico"

Intanto WhatsApp, che ha precisato che l'informativa sulla privacy non si applica all'Europa protetta dal Gdpr, ha deciso comunque di rimandare di tre mesi l'aggiornamento dei termini di servizio, previsto dall'8 febbraio e spostato ora al 15 maggio

"Siamo a conoscenza del fatto che l'aggiornamento abbia creato un po' di confusione. Dato che la circolazione di informazioni errate e non veritiere ha causato preoccupazione, desideriamo fare chiarezza e assicurarci che tutti comprendano i principi su cui ci basiamo", hanno spiegato da WhatsApp, ribandendo che l'aggiornamento non aumenta "la capacità di condividere le informazioni con Facebook"
Nei giorni scorsi il Garante italiano per la protezione dei dati personali era intervenuto proprio in merito alla chiarezza dell'informativa, sottolineando come non fosse possibile per gli utenti capire chiaremente quali fossero le modifiche introdotte da WhatsApp