Il nuovo processore sarà autoprodotto dal colosso di Cupertino e basato sull’architettura ARM. Garantirà delle prestazioni migliori e semplificherà il porting delle app sviluppate per iOS e iPadOS
Tra i vari annunci della WorldWide Developers Conference (WWDC) 2020, quello che più ha attirato l’attenzione degli appassionati e degli addetti ai lavori è Apple Silicon, il primo processore interamente “fatto in casa” per i Mac. Si tratta di un cambiamento da non prendere sottogamba, soprattutto considerando che l’azienda di Cupertino si appoggiava da ben 15 anni a Intel per i chip dei suoi computer. Grazie all’esperienza accumulata con la progettazione dei SoC per iPad, ora la compagnia è pronta a sviluppare in autonomia anche i processori dei Mac.
I vantaggi forniti da Apple Silicon
I nuovi processori saranno autoprodotti e basati sull’architettura ARM. Questo passaggio porterà con sé vari cambiamenti positivi. I chip, infatti, dovrebbero migliorare le prestazioni dei Mac e l’efficienza della loro batteria, oltre che a rendere più facile il porting e il funzionamento di app sviluppate per iOS e iPadOS sui computer di Apple. Nel corso della conferenza è stata presentata anche una nuova versione dell’ambiente di sviluppo XCode, che permetterà agli sviluppatori di creare delle app Universal 2, ossia in grado di supportare sia l’architettura x86 che la nuova Apple Silicon.
Il passaggio dai chip Intel all’architettura Apple Silicon
Nel corso del keynote, Apple ha mostrato alcune demo di una versione di macOS Big Sur su Apple Silicon, permettendo agli spettatori di notare un considerevole aumento delle prestazioni. Per realizzare dei “porting” delle app esistenti e farle funzionare sulla nuova architettura, gli sviluppatori potranno affidarsi alle capacità del software di emulazione Rosetta 2, la nuova versione del programma usato nel 2006 per rendere più semplice il passaggio dai Mac con processori PowerPC a quelli basati sui chip di Intel. Il passaggio alla nuova architettura sarà reso più agevole anche grazie a un programma di transizione aperto agli sviluppatori, ai quali sarà fornito un Apple Mini basato su Apple Silicon e macOS Big Sur. Le previsioni del colosso di Cupertino indicano che la transizione verrà completata nell’arco di due anni.