Riconoscimento facciale, Microsoft non venderà il software alla polizia americana

Tecnologia

L’annuncio del colosso di Redmond arriva a un giorno di distanza dal dietrofront di Amazon, che vieterà per un anno l'uso delle sue tecnologie facciali da parte della polizia, in attesa che vengano varate leggi più severe sul loro utilizzo

“Abbiamo deciso che non venderemo la nostra tecnologia di riconoscimento facciale ai dipartimenti di polizia americani fino a quando non avremo una legge nazionale basata sui diritti umani che governerà questa tecnologia“. Lo ha dichiarato il presidente di Microsoft, Brad Smith, nel corso di una conferenza virtuale del Washington Post

“Abbiamo bisogno del Congresso per agire, non solo delle società tecnologiche. Questo è l’unico modo in cui garantiremo di proteggere la vita delle persone”, ha aggiunto Smith. 

La presa di posizione del colosso di Redmond è arrivata a un giorno di distanza dal dietrofront di Amazon. Il colosso di e-commerce ha annunciato che vieterà per un anno l'uso delle sue tecnologie per il riconoscimento facciale da parte della polizia, in attesa che vengano varate leggi più severe sul loro utilizzo. 

 

Tecnologie con un margine di errore ancora troppo alto

 

Le decisioni dei giganti di Silicon Valley dimostrano il forte impatto che stanno avendo, anche nel settore della tecnologia, la morte di George Floyd e la successiva ripresa delle proteste del movimento Black Lives Matter. Oltre alla questione etica, il rifiuto dei colossi nel fornire i loro software di riconoscimento facciale alle forze dell’ordine deriverebbe anche dalla presenza di un margine di errore ancora troppo alto. Diversi studi di settore hanno dimostrato che gli algoritmi alla base di queste tecnologie talvolta fanno più fatica a riconoscere le persone di colore e le altre minoranze rispetto agli americani bianchi, rivelandosi non così affidabili. 

La mossa di IBM 

 

Il colosso che per primo ha di fatto voltato le spalle alla polizia statunitense, bocciando l'utilizzo delle tecnologie per il riconoscimento facciale, è stato IBM. 

In una lettera al congresso USA, il nuovo Ceo della società, Arvind Krishna, ha spiegato che la sua azienda “si oppone fermamente” e che “non accetterà l'utilizzo di qualsiasi tecnologia di riconoscimento facciale, incluse quelle offerte da altri fornitori, per fini di sorveglianza di massa, profilazione etnica, violazione di diritti umani e libertà. O per altri fini che non corrispondano ai nostri valori e principi di fiducia e trasparenza”. L'intelligenza artificiale “è uno strumento potente che può aiutare le forze dell'ordine a mantenere i cittadini al sicuro”, ha aggiunto Krishna, sottolineando che chi vende questi sistemi “ha responsabilità condivise, e deve fare in modo che la tecnologia sia a prova di pregiudizi, specie quando usata dalle forze dell'ordine”.

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