Coronavirus, App Immuni: pubblicato online il codice completo

Tecnologia

Dopo la pubblicazione di una parte del codice sorgente della piattaforma, sulla piattaforma GitHub è stato reso pubblico anche codice backend di Immuni, quello che spiega come vengono elaborati i dati raccolti dall'applicazione e soprattutto come vengono trasmessi

5 giugno. Dovrebbe essere questa la data del rilascio di Immuni, l'app di contact tracing scelta dal Governo italiano per monitorare i contagi da coronavirus. 

Come annunciato dal Ministero dell’Innovazione tramite una nota pubblicata sul sito istituzionale, sulla piattaforma GitHub, dopo la pubblicazione di una parte del codice sorgente della piattaforma, è stato reso pubblico anche il codice backend di Immuni, quello che spiega come vengono elaborati i dati raccolti dall'applicazione e soprattutto come vengono trasmessi. 

La piattaforma sarà inizialmente sperimentata in 6 regioni, tra cui Liguria, Abruzzo e Puglia. Si chiama fuori il Friuli-Venezia Giulia, che ha recentemente ritirato la sua disponibilità, esprimendo in una lettera inviata alla Conferenza delle regioni la sua contrarietà al meccanismo di Immuni legato alla notifica di potenziale esposizione al contagio. 

Resta da capire come si farà a limitare l'utilizzo dell’app di tracciamento solo in alcune regioni, dato che il sistema non ha la possibilità di accedere ai servizi di geolocalizzazione dello smartphone.

 

Codice sorgente consultabile su GitHub

 

Su GitHub, la piattaforma pubblica dedicata agli sviluppatori, sono liberamente consultabili sia il codice sorgente, che la documentazione tecnica dell’app. Inoltre, sono stati pubblicati anche l'icona ufficiale e l’interfaccia grafica di Immuni e sono stati rilasciati gli aggiornamenti dei sistemi operativi iOS e Android. 

Secondo molti esperti il codice dell’app è solido e vengono rispettati tutti i criteri di privacy e sicurezza, soprattutto dopo la correzione di alcuni bug messi in luce dalla community degli sviluppatori. 

 

Come funziona Immuni

 

L'app associa ogni telefono su cui viene installata a un codice casuale anonimo. Una volta scaricata la piattaforma e attivato il sistema di notifica, lo smartphone comincerà a scambiare via Bluetooth il proprio codice (anonimo e casuale) con gli altri smartphone che si trovano nelle vicinanze e che avranno scaricato l’app di contact tracing. Se un cittadino risulta positivo al coronavirus potrà  inserire nell'app un codice di verifica che dovrebbe essergli consegnato con il test. A quel punto l’app comunicherà a un server centrale gestito da Sogei, la zona di provenienza, la provincia di residenza e le informazioni epidemiologiche del soggetto positivo al coronavirus. Solo dopo questi passaggi, coloro che negli ultimi giorni sono stati in contatto per più di qualche minuto con il contagiato saranno avvertiti con un alert, ma non potranno risalire né alla persona, né al luogo e all'orario dell'incontro. Aprendo la notifica potranno conoscere solo la data del contatto. Spetterà poi alle autorità sanitarie su base regionale il compito di dare consigli su come comportarsi. 

L’app potrà essere disattivata in ogni momento e i dati dei singoli incontri saranno conservati sui dispositivi personali e non su un server centrale. 

Dopo la sperimentazione, l'app potrebbe essere disponibile per il download in tutto il territorio nazionale da metà giugno, data da molti definita però troppo tardiva.

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