Internet Day 2020, il 30 aprile 1986 la prima connessione in Italia

Tecnologia

Un messaggio semplice, "ping" e una risposta secca "ok". Si tratta della prima volta che nel nostro Paese venne stabilita una connessione ad internet, protagonisti gli esperti del Cnuce, il Centro Nazionale Universitario di Calcolo Elettronico del Cnr  

Era il 30 aprile 1986 quando l’invio di quello che oggi appare come un semplice messaggio, entrò a far parte della storia del nostro Paese. Dal Cnuce (Centro Nazionale Universitario di Calcolo Elettronico) del Cnr (Consiglio Nazionale delle Ricerche) di Pisa partì il messaggio “Ping”. Da oltreoceano, precisamente da Roaring Creak in Pennsylvania, la risposta fu un altrettanto semplice “Ok”. Quel momento è rimasto scolpito nel tempo perché si tratta della prima volta in cui il nostro Paese scoprì la connessione ad Internet. “Così l’Italia si collegò ad Arpanet, la rete statunitense antesignana di Internet. Il collegamento avvenne a 64KB tra la sede del Cnuce-Cnr, in via Santa Maria a Pisa, e quella di Telespazio, nella piana abruzzese del Fucino, rimbalzando attraverso il satellite Intelsat V, e da lì a Roaring Creek”. Così sul portale del Cnr viene descritto quello storico momento.

La quarta connessione in Europa

Quella connessione stabilita, la prima in Italia come detto, ci consentì di essere il quarto Paese in Europa a riuscire “nell’impresa”, dopo le connessioni stabilite in Inghilterra, Norvegia e Germania. E solo un anno dopo, l’Italia registrerà il primo dominio ufficiale con suffisso .it, quello del sito “cnuce.cnr.it”. Oggi, spiegano gli esperti, l’eredità di quel momento e di quelle abilità nella gestione delle reti, è stata raccolta dell’Istituto di informatica e telematica (Iit-Cnr) presso il quale opera il “Registro.it”, in sostanza l’anagrafe di tutti i domini made in Italy.

Le testimonianze degli esperti

Nel 2016, quando si svolse il trentennale della ricorrenza, si era svolta una tavola rotonda tra professionisti del settore per rivivere quel passaggio e discutere del futuro della Rete. Domenico Laforenza, che all’epoca era direttore dell’Iit-Cnr e responsabile dell’Area Cnr di Pisa, raccontò di essere entrato a far parte del “Cnuce nel settembre del 1972 come studente lavoratore ai grandi calcolatori. Avevo 20 anni e ho avuto la possibilità di lavorare con persone di altissimo profilo professionale, in un ambiente irripetibile intriso di competenze e entusiasmo. Oggi, con una punta di commozione, posso dire ‘Si, io c’ero!’”. A portare la sua esperienza anche Massimo Inguscio, fisico italiano che dal febbraio 2016 è presidente del Cnr. “Il Cnr è stato, è e resta un protagonista indiscusso nel campo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione”, aveva osservato, sottolineando come quel momento nel 1986 fu importante per gettare le basi verso il futuro.

Un sito celebrativo

Tra l’altro, proprio nel 2016, venne lanciata un’interessante iniziativa, un portale web chiamato “30 anni di Rete”, che ripercorre a tappe tutti gli avvenimenti fondamentali del tema per quanto riguarda il nostro Paese. Partendo dal 1953 quando il fisico Enrico Fermi, studente alla Scuola Normale di Pisa scrive ad Enrico Avanzi, rettore dell’Università di Pisa, per caldeggiare la costruzione di una macchina calcolatrice d’avanguardia: uno strumento necessario per gli scienziati che effettuano le proprie ricerche in città. E passando per l’evento del 30 aprile 1986 che ha segnato uno snodo fondamentale nell’ambito dell’ingresso del nostro Paese nel mondo di Internet.

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