Coronavirus e videogiochi, l’Oms lancia la campagna #PlayApartTogether

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Il logo dell'iniziativa (Twitter - @ATVI_AB)

L’iniziativa è finalizzata a promuovere il rispetto delle regole di distanziamento sociale e a rappresentare i videogames come un mezzo per restare in contatto a distanza con le altre persone

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), assieme ad alcune delle più importanti aziende del settore videoludico, ha lanciato la campagna #PlayApartTogether. Questa iniziativa è finalizzata a promuovere il rispetto delle regole di distanziamento sociale e a rappresentare i videogiochi come una forma di intrattenimento utile per scacciare la noia e restare in contatto con i propri amici durante i lunghi pomeriggi trascorsi tra le mura domestiche, in conformità con quanto stabilito dalle misure restrittive introdotte dal governo per contrastare la diffusione del coronavirus Sars-CoV-2 (segui la DIRETTA di Sky TG24). Alla campagna hanno aderito vari nomi importanti del settore videoludico, tra cui Blizzard, Snap Games, Amazon Appstore, Twitch, Big Fish Games, Riot Games, YouTube Gaming e Zynga.

Gli obiettivi della campagna #PlayApartTogether

“L’Organizzazione Mondiale della Sanità spera che l’industria videoludica possa raggiungere milioni di persone con messaggi importanti per aiutare a prevenire la diffusione di Covid-19”, spiega in una nota Ray Chambers, ambasciatore dell’Oms per la strategia globale. “Non è mai stato così fondamentale garantire che le persone restino al sicuro”, dichiara Bobby Kotick, Ceo di Activision Blizzard. “I videogiochi sono la piattaforma perfetta per raggiungere questo obiettivo. Siamo orgogliosi di partecipare a un’iniziativa così utile”. Nicolo Laurent, Ceo di Riot Games, sottolinea che il distanziamento fisico non deve per forza coincidere con l’isolamento sociale. “Teniamoci fisicamente separati e adottiamo #PlayApartTogether per superare questa crisi”.

La dipendenza dai videogiochi

Nel 2019, l’Oms ha affrontato il tema della dipendenza dai videogiochi, inserendo ufficialmente il “gaming disorder” nell’International Statistical Classification of Diseases and Related Health Problems, l’elenco ufficiale delle malattie riconosciute dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms). Nella lista, contenente oltre 55mila patologie differenti, la dipendenza da gioco digitale viene descritta come “una serie di comportamenti persistenti o ricorrenti che prendono il sopravvento sugli altri interessi della vita”. In particolare, il gaming disorder è caratterizzato da una compromissione del controllo sui videogiochi, dalla crescente priorità data al gioco, online o offline, rispetto ad altre attività quotidiane e da un’escalation negativa malgrado conseguenze già manifeste.

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