Coronavirus: picco di traffico su WhatsApp, l’allarme di Zuckerberg

Tecnologia

Il numero uno di Menlo Park, in una conference call con la stampa internazionale, ha anche spiegato che se i picchi, come quelli registrati in Italia, continuassero anche altrove, i server rischierebbero di andare in tilt, creando dei disagi 

L’emergenza legata all’epidemia del coronavirus (LE NOTIZIE IN DIRETTA) e la conseguente permanenza forzata a casa di tantissime persone potrebbe mettere a serio rischio anche i server di Messenger e WhatsApp, che potrebbero fare fatica a reggere l’intenso volume di traffico registrato negli ultimi giorni, anche in Italia. A dirlo è stato Mark Zuckerberg, numero uno di Menlo Park, in una conference call tenutasi in California con la stampa internazionale, durante la quale ha rivelato come le infrastrutture del gruppo Facebook siano state messe a dura prova nelle ultime settimane. (LE NOTIZIE DELL'OMS SU WHATSAPP)

Attenzione alta

Sono in particolare le chiamate su WhatsApp, audio o video che siano, a destare qualche preoccupazione e se si verificheranno significativi aumenti del traffico, come quelli che si sono verificati in Italia di recente, anche in altri Paesi che, progressivamente, stanno attuando misure per fermare l'epidemia di coronavirus, i server potrebbero rischiare di fondersi, generando disservizi profondi. “Non siamo ancora di fronte a una epidemia massiccia nella maggioranza dei Paesi del mondo. Ma se si arrivasse a questo, dobbiamo attrezzare le nostre infrastrutture per riuscire a sostenere il picco di traffico, per essere sicuri che non vadano in tilt", ha affermato il numero uno di Facebook. Al momento, comunque, non è necessario preoccuparsi, ma l'attenzione da parte degli ingegneri è molto alta. "La sfida è ora quella di riuscire a sostenere questa situazione", ha spiegato Zuckerberg. “I tecnici che si occupano dei server e della sicurezza continuano a recarsi al lavoro tutti i giorni, presenti in prima linea nella gestione di questa emergenza”, ha rassicurato.

Le scelte degli altri colossi

Altri grandi colossi delle nuove tecnologie, come Google, YouTube, Netflix e Amazon (con Prime) hanno già deciso di accogliere l’invito della Commissione Europea di ridurre la qualità dello streaming in Europa per far fronte al sovraccarico che le infrastrutture di Internet stanno affrontando in questo periodo di emergenza sanitaria. Sia Reed Hastings, ceo di Netflix, sia Sundar Pichai di Alphabet e Susan Wojcicki (ceo di YouTube) hanno accettato l'invito inviato loro dal commissario europeo per il mercato interno e i servizi, il francese Thierry Breton, ad abbassare la qualità di trasmissione dei contenuti dei loro siti.  

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