Usa, Apple viola brevetti Qualcomm: rischio stop per import iPhone
TecnologiaUn giudice dell’Itc ha richiesto il divieto di importare alcuni modelli di iPhone in quanto violano i brevetti di Qualcomm. La decisone dovrà essere sottoposta anche agli altri membri dell’Autorità e all’amministrazione Trump
Qualcomm vince un’altra causa contro Apple. Un giudice dell'International Trade Commission (Itc) ha infatti stabilito che Cupertino ha violato alcuni brevetti dell’azienda produttrice di chip e raccomanda il divieto di importare alcuni modelli di iPhone. La decisione fa volare in Borsa il titolo del gruppo di San Diego, che guadagna il 2,75%, mentre la compagnia guidata da Tim Cook perde l’1,00%, pagando anche lo scetticismo degli investitori attorno ai nuovi servizi di video streaming e di informazione presentati pochi giorni fa.
Decisione da confermare
Prima di entrare in vigore, la sentenza del giudice MaryJoan McNamara dovrà essere esaminata e sottoposta alla revisione di tutti e sei i membri dell'Itc, l'Autorità per la concorrenza statunitense che ha il potere di bloccare l’import di prodotti che infrangono brevetti americani, ma anche di capovolgere la decisione. Sulla risoluzione finale, inoltre, ha diritto di esprimersi anche l’amministrazione di Donald Trump. In passato, diversi presidenti hanno imposto il veto sulle decisioni dell’Itc, tra cui anche Barack Obama, che nel 2013 bloccò il divieto di importazione per alcuni modelli di iPhone e iPad stabilito dall'Autorità a seguito di una vittoria in tribunale di Samsung.
"Apprezziamo che il giudice McNamara abbia riconosciuto che Apple ha infranto un nostro brevetto hardware e che raccomanderà un divieto all’import", ha dichiarato Qualcomm. La società ha sottoposto all’Itc anche un altro caso di presunte violazioni di brevetti da parte di Apple, ma cause tra le due multinazionali sono in atto nei tribunali di molti paesi del mondo.
Apple dovrà pagare 31 milioni a Qualcomm
Pochi giorni fa, anche la corte federale di San Diego si è espressa a favore di Qualcomm, obbligando Apple a pagare all’azienda di chip 31 milioni di dollari per la violazione di tre brevetti: il primo è relativo a un metodo di connessione a Internet rapida all’accensione del dispositivo, il secondo si riferisce alle prestazioni grafiche e alla durata della batteria, mentre il terzo aiuterebbe gli iPhone a far sì che le app possano scaricare dati più facilmente dividendo il traffico tra il modem e il processore.