MySpace: persi 12 anni di musica per migrazione del server

Tecnologia

Qualsiasi audio, foto o video pubblicato sulla piattaforma dal 2003 al 2015 non è più disponibile: vanno così perse 50 milioni di canzoni di 14 milioni di artisti 

Chi ha caricato foto, audio e video su MySpace da più di tre anni non sarà più in grado di recuperare i contenuti pubblicati. Il social network, che è stato uno dei precursori essendo nato nel 2003, lo ha comunicato in una nota che risolve un mistero che durava ormai da diversi mesi, con gli utenti che non riuscivano a visualizzare o riprodurre i materiali postati sulla piattaforma dal 2003 al 2015. Secondo MySpace il problema sarebbe legato a un cambio di server, ma alcuni utenti si sono dimostrati scettici nei confronti di questa versione.

MySpace: contenuti persi per cambio di server



Prima dell’avvento di piattaforme come Facebook o Twitter, MySpace è stato per qualche tempo considerato come il social network di riferimento. Sono tanti gli utenti che hanno sfruttato i servizi messi a disposizione dal 2003, che si trattasse di blog personali o di caricare materiale audio o video. Sfortunatamente, però, tutti i primi anni del social sono stati accidentalmente cancellati “per un progetto di migrazione del server”, come annunciato dall’azienda secondo quanto riporta la BBC. Concentrandosi sulla sezione musicale, sarebbero circa 50 milioni le canzoni andate perse, realizzate da 14 milioni di artisti.

Uno sforzo troppo grande?

Ammettendo la perdita di “qualsiasi foto, video o file audio caricato da più di tre anni” MySpace in realtà ha semplicemente fatto luce su un problema di cui alcuni utenti discutevano su Internet ormai da qualche tempo, come spiega Rolling Stone. Era circa un anno, infatti, che i vecchi link sulla piattaforma risultavano non disponibili, mentre l’azienda aveva annunciato di essere al lavoro per capire le cause dell’inconveniente. Tuttavia, c’è chi non è pienamente convinto della spiegazione data da MySpace, tra cui anche il reporter esperto in tecnologia Andy Baio che si definisce scettico, sostenendo che la piattaforma potrebbe aver volontariamente rinunciato allo sforzo e ai costi di “migrare e conservare 50 milioni di vecchi mp3”. 

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