Il fondatore di Facebook entra nella top 5 della graduatoria stilata da Bloomberg grazie al successo dell’azienda a Wall Street, che ha portato a un guadagno di 6.2 miliardi in un giorno
Nonostante il 2018 estremamente complicato trascorso da Facebook Mark Zuckerberg continua ad arricchirsi, arrivando al quinto posto della speciale classifica delle persone più ricche al mondo stilata da Bloomberg. A dispetto degli scandali che hanno recentemente coinvolto il social, il balzo del Ceo nella top 5 dei miliardari è stato possibile grazie al +8,43% registrato a Wall Street che ha portato Zuckerberg a guadagnare 6.2 miliardi di dollari in una sola giornata. Un successo che si è verificato dopo che il social ha annunciato di aver chiuso in utile il quarto trimestre del 2018.
Facebook, un 2018 concluso alla grande
Negli ultimi tre mesi dello scorso anno, Facebook ha fatto registrare un utile netto che è cresciuto fino a 6.88 miliardi di dollari, frutto dei ricavi che sono aumentati del 30% toccando i 16.91 miliardi di dollari. Le azioni del social valgono ora 2.38 dollari ciascuna, oltre il valore previsto dagli analisti: il successo dell’azienda ha permesso a Mark Zuckerberg di diventare il quinto uomo più ricco al mondo, scalando la classifica dei miliardari di Bloomberg e lasciandosi alle spalle lo spagnolo Amancio Ortega e il messicano Carlos Slim grazie a un patrimonio complessivo di 65.6 miliardi di dollari. Un traguardo raggiunto proprio in prossimità del quindicesimo compleanno di Facebook, che fu lanciato il 4 febbraio del 2004.
Mark Zuckerberg e Facebook più forti degli scandali
Rimangono quattro persone davanti a Zuckerberg nella classifica di Bloomberg: il fondatore di Amazon Jeff Bezos resta il più ricco al mondo, con un patrimonio di 142.1 miliardi di dollari, seguito da Bill Gates (95.8 miliardi), Warren Buffet (84.9) e Bernard Arnault (76.6). Mark Zuckerberg e Facebook non sembrerebbero quindi risentire, almeno per quanto riguarda l’aspetto economico, delle ripetute vicende controverse vissute negli ultimi mesi. La più recente è emersa in seguito a un’inchiesta di TechCrunch, che ha scoperto un programma di ricerca sviluppato da Facebook che richiedeva a volontari a partire dai 13 anni di installare un’applicazione, in cambio di denaro, che inviasse a Menlo Park dati riguardanti quasi tutte le attività compiute con lo smartphone. L’azienda ha però voluto precisare come tutto ciò avvenisse con la piena autorizzazione dei partecipanti al progetto.