Apple rimuove 700 app da store Cina: violavano norme su aggiornamenti
TecnologiaCupertino proibisce agli sviluppatori di effettuare gli update senza passare dall’App Store. Tra i software rimossi anche l’alternativa cinese a Google e un colosso dell’e-commerce
È tempo di pulizie per Apple, che ha deciso di rimuovere circa 700 applicazioni dal proprio store accessibile agli utenti iOS. Il motivo alla base della mossa di Cupertino sarebbe una violazione dei nuovi parametri voluti dall’azienda, che vietano agli sviluppatori di rilasciare gli aggiornamenti delle app senza che vi sia il nulla osta da parte di Apple. Tra i software bannati spiccano Sogou, in Cina un motore di ricerca alternativo a Google, e Pinduodo, tra i giganti dell’e-commerce a livello nazionale. Il provvedimento è l’ennesimo preso da colossi come Cupertino o la stessa Google verso le app presenti nei propri negozi virtuali.
Apple, aggiornamenti da pubblicare sullo store
Nell’agosto 2018, l’azienda statunitense si era già resa protagonista di un’ingente pulizia che aveva colpito circa 25.000 applicazioni dell’Apple Store relative al gioco d’azzardo. Ora, secondo quanto riportato dal Telegraph, Cupertino avrebbe messo nel mirino circa 700 software i cui sviluppatori sarebbero rei di non aver rispettato le norme di Apple riguardanti gli update. Da oltre un anno, infatti, l’azienda proibisce ai produttori di app di effettuare aggiornamenti direttamente sui programmi. Al contrario, è necessario che l’update sia regolarmente pubblicato sull’App Store, così che Cupertino possa valutarlo per poi decidere se approvarlo o meno.
Rimossa l’alternativa di Google
Il provvedimento di Apple ha colpito anche alcuni importanti attori del mercato nazionale delle applicazioni. In particolare, tra i software rimossi ci sarebbero le app sviluppate da Sogou, che ha sviluppato un browser e un motore di ricerca che rappresenta un’alternativa a Google, e l’applicazione di Pinduodo, emerso negli ultimi anni come un’importante azienda nel campo dell’e-commerce. Non è ancora noto se Cupertino abbia intenzione di reintegrare i programmi esclusi nel negozio virtuale. D’altronde, Apple fa particolarmente attenzione a quanto accade nell’App Store cinese, che è l’unico servizio di vendita di app estero consentito nel paese, dove il Play Store di Google non è presente.