Hacker, circa mille attacchi all'anno a siti delle istituzioni

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Immagine di archivio (Getty Images)

La polizia postale ha spiegato di essere costantemente impegnata a combattere l’attività dei pirati informatici, intenti a rubare i dati per poi rivenderli nel dark web a diversi prezzi

Se lo spam e altri tipi di email pericolose rappresentano le minacce più comuni per i singoli utenti, ogni anno le istituzioni devono far fronte a numerosi attacchi hacker che mirano a ottenere dati da rivendere successivamente. Lo rende noto la polizia postale, che ha analizzato le informazioni raccolte dal report Clusit 2018 riguardanti la sicurezza informatica in Italia. Viene dunque confermato il trend del 2017, che si era chiuso con 1.006 attacchi di cyber criminali verso infrastrutture che spesso ricoprono un ruolo cruciale nello scenario nazionale.

Siti istituzioni appetibili per gli hacker

Il risalto dato alla violazione informatica avvenuta ai danni del Pentagono, con un’ingente quantità di dati compromessi, funge da perfetto esempio per capire come dalla sicurezza Ict (Information and Communication Technology) delle istituzioni dipenda in gran parte il funzionamento di un paese. Tuttavia, anche in Italia, i siti degli enti di interesse nazionale sono tra i più presi di mira dagli attacchi hacker. Il rapporto Clusit 2018 rivela infatti che, proprio come accaduto nell’anno precedente, i pirati informatici continuano a compiere almeno un migliaio di aggressioni ogni 12 mesi ai portali web istituzionali. Nella maggior parte dei casi l’obiettivo di questa attività è il furto di banche dati, particolarmente ricche quando si tratta di infrastrutture diffuse a livello capillare su tutto il territorio.

Le tariffe del mercato nero online

In effetti, i siti che registrano i dati di migliaia di utenti risultano particolarmente invitanti per gli hacker, che possono rubare e poi rivendere quelle stesse informazioni attraverso il dark web. Il mercato nero online sarebbe infatti caratterizzato da veri e propri tariffari, che dipendono dalla quantità di elementi personali sottratti dai pirati informatici. Mediamente, per i dati di un comune cittadino un hacker può essere pagato due euro. La cifra può però aumentare in presenza di altri dettagli: per i ‘cvv’ delle carte di credito si va infatti fino ai 6 euro, mentre si sale a 18 aggiungendo informazioni quali il codice conto e altri codici bancari. Rubare un account PayPal verificato pagherebbe fino a 500 euro, mentre l’hackeraggio di un profilo Skype si attesta intorno ai 12 euro.

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