Facebook, nuove accuse sulla privacy: "Raccolta fraudolenta di dati"

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Foto d'archivio Getty

Negli Usa, secondo la denuncia di una startup riportata dal Guardian, il social avrebbe utilizzato le informazioni personali degli utenti e dei loro amici a scopi commerciali

Nuove accuse a Facebook dopo il caso Cambridge Analytica: Six4Three, una startup americana, ha presentato una denuncia a un tribunale californiano, sostenendo che il colosso dei social media ha "raccolto dati in forma fraudolenta sugli utenti e i loro amici", per utilizzarli per fini commerciali. Il social network avrebbe raccolto anche i dati di utenti non iscritti a Facebook, leggendo i loro messaggi, rintracciandone la posizione e accedendo alle loro foto. Facebook ha risposto alla denuncia, riportata in esclusiva dal Guardian, attraverso un portavoce, affermando che le accuse di Six4Three - che risalgono a fatti del 2015 - non hanno fondamento. Secondo la denuncia della startup, afferma il blog specializzato Cnet, tra i metodi utilizzati ci sarebbero anche "il tracciamento della posizione dell'utente, la lettura dei messaggi, l'accesso e la registrazione attraverso i microfoni dei telefoni, il tracciamento delle telefonate". 

L'accusa: Zuckerberg sarebbe stato al corrente della raccolta dati

La denuncia di Six4Three si basa anche su alcune prove fornite al tribunale californiano di San Mateo, comprese alcune e-mail che coinvolgerebbero direttamente Mark Zuckerberg e i manager di Facebook. Dallo scambio emergerebbe che il numero uno del social network era al corrente del meccanismo di condivisione dei dati personali degli utenti, lo stesso che avrebbe generato lo scandalo di Cambridge Analytica.

La causa di Six4Three a Facebook

Six4Three, nello specifico, sta facendo causa a Facebook per la sua app Pikinis, non più attiva, che consentiva agli utenti di trovare automaticante le foto in bikini degli amici su Facebook. Dopo un cambiamento del 2015 nella policy di Facebook, che ha impedito agli sviluppatori di terze parti di accedere ai dati degli amici, Six4Three ha citato in giudizio Facebook per il fatto che la decisione ha danneggiato il suo modello di business. Facebook replica alle accuse affermando che non hanno nulla a che fare con il motivo della causa intentata dalla startup, scrive Cnet. Dai documenti depositati in tribunale dalla startup, inoltre, sono stati stralciati tutti i riferimenti al presunto meccanismo di raccolta dei dati, su richiesta di Facebook, che afferma che si tratta di informazioni confidenziali sul modello di business dell'azienda.

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