Amazon, l’assistente domestica Alexa pubblica conversazione privata
TecnologiaA Portland, in Oregon, l’assistente virtuale ha registrato per errore la discussione di una coppia e l’ha inviata ad un contatto in rubrica. "Eviteremo che accada in futuro", si è difeso il colosso di Jeff Bezos
"Un'invasione totale della privacy"
La storia è stata raccontata ad una radio locale dalla donna della coppia, Danielle, che ha raccontato che sono venuti a sapere dell’accaduto proprio dal dipendente del marito, che ha ricevuto il messaggio con la registrazione audio della conversazione privata. Quando gli ha rivelato perfettamente di cosa stavano parlando, lei ha immediatamente disconnesso Alexa e contattato il colosso dell'e-commerce. “È stata un'invasione totale della privacy, non mi ricollegherò mai più a quel dispositivo, non mi posso fidare", ha detto.
L'errore della macchina
Amazon, da parte sua, ha spiegato di "prendere molto sul serio la privacy": "abbiamo studiato cosa è successo e determinato che si tratta di un evento estremamente raro", ha aggiunto la società di Jeff Bezos, assicurando che sta "prendendo provvedimenti per evitare che ciò accada in futuro". Sembra che la macchina artificiale sia andata in tilt interpretando per errore la parola "Alexa" nel dialogo della coppia: come se fosse stata attivata, ha poi compreso il fatto di dover inviare l’audio ambiente al contatto salvato in rubrica.
Un'invenzione ispirata da Star Trek
L'invio di messaggi di Alexa era stato introdotto di recente. L'assistente virtuale di Amazon, che equipaggia gli speaker da salotto Echo, può infatti essere usata per dettare messaggini, ma solo se il ricevente ha uno smartphone con sistema operativo Android. Era stata introdotta nel 2014, ispirata dalla voce computerizzata e dal sistema di conversazione a bordo della Enterprise nella saga di fantascienza Star Trek.
Disponibile in Italia entro la fine dell'anno
Proprio nei giorni scorsi Amazon aveva annunciato che Alexa, finora disponibile solo nei paesi anglofoni e in Germania, sarà disponibile anche in Italia entro la fine del 2018. In Europa deve comunque fare i conti con il nuovo regolamento dei dati personali, il cosiddetto GDRP, entrato in vigore il 25 maggio.