Yahoo ci riprova: testa Squirrel, un'app di messaggistica a invito

Tecnologia
La grafica di Squirrel (App Store/Oath)
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La società rispolvera uno dei suoi business storici. L'applicazione punta sui gruppi di amici e lavoro. Ma emergere, tra Whatsapp, Messenger e Slack, non sarà semplice

Yahoo ci riprova. Archiviato il capitolo Messenger, uno dei servizi di messaggistica più diffuso alla fine degli anni Novanta, presenta una nuova app: Squirrel (cioè, tradotto, "scoiattolo"). 

Come funziona Squirrel

Squirrel si propone come una sorta di ibrido tra WhatsApp e Slack. È un servizio di messaggistica istantanea, che però mette l'accento sui gruppi, di lavoro e non, all'interno dei quali condividere foto e file. C'è una particolarità (che lo avvicina molto più a Slack): l'accesso ai gruppi è possibile solo su invito, tramite la condivisione di un link da parte del gestore. Una caratteristica che nasce da una esigenza specifica. Prima ancora che il caso Cambridge Analytica sollevasse il tema privacy, Yahoo ha dovuto ammettere un gigantesca falla che ha esposto i dati degli utenti. Era il 2016.

Squirrel e il suo meccanismo "a invito" dovrebbero rassicurare (nelle intenzioni di Yahoo) chi partecipa alle chat, perché l'app non avrebbe accesso alla rete di contatti dell'utente. In sostanza si punta sulla limitazione della condivisione delle informazioni, per smarcarsi dal proprio passato ma anche da concorrenti (per ora molto ipotetici vista la disparità di pubblico) come Whatsapp e Facebook Messenger.

Yahoo e le app di messaggistica

Yahoo prova a rientrare in un settore che, in questi ultimi anni, ha conosciuto una crescita enorme. Il dubbio è che lo stia facendo in ritardo. Nella messaggistica istantanea tra privati, Whatsapp e Messenger hanno ampiamente superato il miliardo di utenti attivi ogni mese. Nell'organizzazione dei gruppi di lavoro ci sono Slack, Facebook Workplace e (con altre caratteristiche) Skype. L'app di messaggistica è un vecchio pallino di Yahoo. Non a caso i due fondatori di Whatsapp, Jan Koum e Brian Acton, sono ex dipendenti della compagnia, che però non è riuscita a replicare i fasti del suo Messenger. L'ultimo tentativo risale a circa tre anni fa, con Livetext. L'app permetteva di chattare con gli amici e di spedire loro dei video, ma senza audio. Una scelta che non ha pagato.

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