Uber punta sul cibo a domicilio, Eats si espande in altre 100 città
TecnologiaIl servizio di food delivery, già presente in 200 località, accelera ulteriormente. La mossa conferma la volontà dei nuovi investitori (SoftBank) ed è motivata anche dai buoni risultati raggiunti
La nuova strategia di Uber passa dal cibo a domicilio. La società amplierà UberEats, il suo servizio di food delivery, in cento nuove città entro la fine del 2018. Lo ha annunciato al Financial Times Jason Droege, capo della logistica di Uber. Per raggiungere l'obiettivo, Uber aumenterà gli investimenti nel comparto, anche se Droege non dice a quanto ammonteranno.
Dove investirà Uber
Il servizio, presente anche in Italia, consente ai ristoranti e agli utenti di utilizzare i fattorini di UberEats tramite un'app. La concorrenza nel settore sta crescendo, coinvolgendo marchi come Deliveroo, Foodora e JustEat. Nel 2018 Uber intende quindi espandersi in Europa, Africa e Medio Oriente. Da una parte ci sarà l'esordio in diversi Paesi ancora poco battuti e quindi ad alto potenziale: Irlanda, Egitto, Kenya, Ucraina, Romania e Repubblica Ceca. Dall'altra, un massiccio ampliamento in due dei mercati centrali per UberEats con 40 nuove città nel Regno Unito e 35 in Francia. Aggiungere alla rete cento località sarebbe un balzo notevole. Alla fine del 2016 UberEats era presente in 50 città, nel 2017 ha raggiunto 200 centri; nel 2018 dovrebbe quindi toccare quota 300.
Perché UberEats accelera
La ragione di una così forte accelerazione sta nella volontà di presidiare un mercato in crescita: le consegne a domicilio valgono 28 miliardi di dollari tra Europa, Africa e Medio Oriente. Allo stesso tempo, Uber vuole cavalcare il successo di un servizio che consente al gruppo di diversificare e guadagnare. UberEats, infatti, sta conquistando peso nel bilancio: vale circa il 10% del fatturato della società. E se il (contestato) servizio di trasporto persone rappresenta ancora, di gran lunga, la principale fonte di guadagno, è anche vero che deve affrontare problematiche normative molto più gravose. A suo modo, quindi, UberEats (nonostante lo status dei fattorini sia ancora tema delicato) rappresenta un tassello della nuova strategia del ceo Dara Khosrowshahi, che punta al miglioramento della reputazione almeno quanto alla crescita del fatturato. Ma non si tratta solo di facciata. UberEats, ha affermato Droege, sta macinando utili “ben oltre le aspettative”: incassa più di quanto spende in 45 città (circa un quarto di quelle in cui è presente). Un traguardo che l'anno precedente avevano raggiunto solo tre città su cinquanta. Numeri non secondari per un gruppo che non è ancora in utile e che ha pianificato la quotazione nel 2019. Non a caso Droege ha confermato che il ceo Dara Khosrowshahi è “un grande fan” di UberEats. Anche se la spinta decisiva sembra arrivata dai nuovi investitori: a gennaio SoftBank aveva sottolineato la necessità di una espansione del servizio di consegne a domicilio.