Il primo sms è stato inviato 25 anni fa, fu inizio di una rivoluzione

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Il 3 dicembre 1992 l'ingegnere Neil Papworth mandò un augurio dal computer a un telefonino su rete Gsm: “Merry Christmas”. Quel messaggio cambiò il modo di comunicare ed ebbe ripercussioni su vari fronti. E anche se adesso sono in declino, per gli sms l’addio è lontano

“Merry Christmas”, buon Natale. È così, con un messaggio d’auguri, che 25 anni fa è iniziata una rivoluzione comunicativa che ha avuto ripercussioni su decine di fronti, dall'industria dei cellulari alla lingua scritta. Era il 3 dicembre 1992 quando fu mandato il primo sms della storia. E anche se adesso i “messaggini” sembrano in declino, travolti dal ciclone WhatsApp, l’addio è ancora lontano.

Il primo sms di Neil Papworth

A mandare il primo sms (“Short message service”, servizio messaggi brevi) fra due dispositivi elettronici è stato l'ingegnere della Vodafone Neil Papworth. Aveva 22 anni e, come ha raccontato in un’intervista a Sky News, stava lavorando come sviluppatore. Ha mandato il messaggio, con scritto “Merry Christmas”, a un direttore di Vodafone che stava partecipando alla festa di Natale tra colleghi. Papworth ha spedito l’sms dal suo computer (i cellulari non avevano ancora lettere sul tastierino) al telefonino su rete Gsm. Non ha ricevuto nessuna risposta. “All’epoca non c’era modo di rispondere, quindi non mi sono offeso”, ha detto nell’intervista. Papworth, che attualmente è in cerca di lavoro, ha spiegato che l’sms non è stata una sua idea o una sua invenzione: “Sono solo stato fortunato a mandare il primo”. In passato, ha raccontato che “nessuno aveva coscienza delle proporzioni che il fenomeno avrebbe avuto” e che l'idea era quella di usare gli sms come un servizio di cercapersone. Invece gli sms hanno cambiato il mondo. “Miliardi di persone hanno iniziato a usarli per scambiare messaggi veloci, mentre prima avrebbero dovuto fare una telefonata – ha detto Papworth a Sky News –. Certo, hanno anche introdotto il pericolo di concentrarsi sulla tastiera e sullo schermo e non sulla strada e i lampioni”.

Il boom degli sms

Papworth, quindi, ha mandato il primo sms tra un computer e un cellulare. Per il primo sms scambiato tra due telefonini si è dovuto aspettare il 1993, con l'esperimento di uno stagista della Nokia, il finlandese Riku Pihkonen. La tecnologia ci ha messo un po’ a ingranare, ma nel giro di pochi anni gli sms sono diventati di massa. Il boom è arrivato a fine anni Novanta, a braccetto con quello dei telefonini nelle mani dei più giovani. Nel 2007, per la prima volta, negli Usa i messaggi scambiati ogni mese hanno superato le telefonate. Anche i social all’inizio si sono ispirati agli sms, come Twitter che ha abbandonato la forma telegrafica dei post solo poche settimane fa.

Il declino

Nel frattempo, proprio nel 2007, è cominciata una nuova alba per la comunicazione digitale: con l'arrivo dell'iPhone e delle app, volàno per gli smartphone, niente è stato più lo stesso. I servizi di messaggistica istantanea dai pc sono sbarcati sui telefonini ed è cominciato il declino del testo semplice. Nel 2012, per la prima volta, il volume delle chat scambiate nel mondo è stato maggiore di quello degli sms. E mentre servizi come WhatsApp hanno iniziato a galoppare oltre il miliardo di utenti, gli sms sono stati cannibalizzati. Il crollo è stato più evidente nei mercati sviluppati, dove gli smartphone la fanno da padrone.

Ma l’addio è lontano

In Italia, secondo l'ultimo bollettino Agcom, da inizio anno gli sms inviati sono stati 10,1 miliardi: il 18 per cento in meno di un anno fa e il 76 per cento in meno rispetto a giugno 2013. È però prematuro, assicurano gli esperti, considerare “morti” gli sms. Prima di tutto perché nel mondo, a causa della scarsa connessione nelle zone meno sviluppate, quasi la metà di chi possiede un cellulare non naviga online e non scarica app: usa il telefonino come si faceva negli anni Novanta, solo per telefonare e inviare messaggi di testo. Non solo: grazie ai piani tariffari per sms illimitati, anche in alcuni Paesi avanzati come Francia, Usa e Regno Unito, i “messaggini” sono ancora oggi più usati di WhatsApp.

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