Roaming, Reding (Ue): "È stata una lotta, come Davide contro Golia"
TecnologiaSecondo l'eurodeputata, l’eliminazione dei sovrapprezzi nei Paesi membri è stata figlia di una dura battaglia contro i colossi delle telecomunicazioni e gli interessi di alcuni Stati. L’Agcom: "Ora vigileremo"
In rapporto alle forze in campo, la battaglia politica per porre fine al sovrapprezzo del roaming nei Paesi dell’Unione europea è paragonabile al "combattimento di David contro Golia". Lo ha dichiarato in un’intervista all’agenzia Agi l'eurodeputata lussemburghese Viviane Reding, secondo la quale per arrivare a questo risultato è stato necessario lottare contro i colossi delle telecomunicazioni e contro gli Stati membri che "difendevano gli interessi dei loro ex monopolisti". Il risultato di questa battaglia, a partire dal 15 giugno, ha permesso ai clienti delle compagnie europee di usufruire delle medesime tariffe che utilizzano in patria anche quando sono all’estero. Per roaming (dall’inglese vagare, andare in giro), infatti, si intende la capacità di cellulari e smartphone di connettersi a reti differenti da quella del proprio operatore mobile. Una possibilità che, con la normativa precedente, prevedeva dei sovrapprezzi considerevoli.
Sproporzione nel costo del servizio
La "crociata" di Reding è cominciata nel 2006 quando, nelle vesti di commissaria europea, era stata tra i firmatari della proposta per abbassare i costi del roaming. L’iniziativa legislativa aveva preso il via da un'inchiesta della Commissione che aveva rivelato che il sovrapprezzo per le telefonate effettuate negli altri Stati membri dell'Ue oscillava tra 0,85 e 5 euro al minuto. Un servizio che, però, le compagnie fatturavano, da operatore a operatore, appena 40 centesimi. "Come se il panettiere – ha spiegato l’europarlamentare - chiedesse 7 euro per un croissant il cui costo di fabbricazione è di pochi centesimi".
Maniere forti
Per regolamentare questo specifico mercato la Commissione, ricorda Viviane Reding, inizialmente è intervenuta con una serie di procedure di infrazione per poi invitare gli operatori ad abbassare i costi del roaming su base volontaria. Le compagnie, però, si sono ostinate a non allinearsi ai dettami dell’Ue, così la Commissione ha deciso di passare alle "maniere forti", studiando una nuova regolamentazione al fine di tagliare i prezzi del roaming all'ingrosso (quelli tra operatori) e per i consumatori. La prima volta la proposta è stata presentata il 12 luglio 2006, data nella quale alcuni commissari hanno manifestato una forte opposizione al provvedimento definendolo un "ritorno a un'economia dirigista". Dopo alcune difficoltà, però, la proposta è stata approvata: "Gli operatori erano furiosi" - ricorda Reding - "ma l'Europarlamento, la stampa e l'opinione pubblica, almeno secondo i sondaggi, si sono schierati risolutamente nel campo anti-roaming". Nel dicembre dello stesso anno anche diversi governi degli stati membri hanno cercato di bloccare l'iniziativa proponendo tempi più lunghi o modifiche. Ma grazie alla pressione dell'Europarlamento, ha dichiarato Viviane Reding, "il 7 giugno del 2007 gli operatori sono stati costretti a raggiungere un compromesso: 49 centesimi per le chiamate in uscita, 24 centesimi per quelle entranti, con un sistema progressivo di riduzione rispettivamente a 43 e 19 centesimi entro il 2009".
Visione e coraggio
Nel corso degli anni il sovrapprezzo è stato costantemente abbassato fino all’ultima battaglia che si è combattuta pochi mesi fa e che ha permesso l’eliminazione dei costi aggiuntivi del roaming a partire dal 15 giugno. "Questa storia – ha concluso l’europarlamentare - dimostra che l'impossibile può diventare possibile se i leader politici hanno una visione chiara, dell'energia e del coraggio".
Agcom: vigileremo a tutela dei consumatori
L'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni vigilerà a tutela dei consumatori italiani. Al centro delle verifiche di Agcom, spiega una nota, "il rispetto delle nuove regole e l'eventuale corretta applicazione delle eccezioni previste dalla normativa europea".
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