Waymo contro Uber: c'è la prima traccia dei documenti trafugati
TecnologiaSvolta nella causa tra le due società. Al termine di un'indagine interna, il gruppo guidato da Travis Kalanick ha rintracciato uno dei file riservati coinvolti nel presunto furto
Fino a ora c'erano solo le accuse. Adesso emerge la prima traccia: secondo quanto riporta TechCrunch, Uber ha ammesso di aver individuato uno dei documenti riservati che sarebbero stati trafugati dalla sede di Waymo. Le informazioni in questione riguardano la tecnologia per la guida autonoma sviluppata dalla controllata di Google. Al riguardo Waymo aveva trascinato Uber in tribunale, sostenendo che tre suoi ex dipendenti (Radu Raduta, Sameer Kshirsagar ed Anthony Levandowski) avessero scaricato i documenti poco prima di passare alle dipendenze di Travis Kalanick.
Cambia la strategia difensiva - La prima conferma sarebbe arrivata durante l'ultima udienza. L'avvocato difensore di Uber, Arturo Gonzalez, ha svelato di aver rintracciato uno dei documenti nel portatile di Sameer Kshirsagar, uno dei tre presunti responsabili del furto. Il gruppo si è però affrettato a sottolineare che si tratta dell'unico documento trovato sui 14mila incriminati, evidenziando come il dispositivo appartenesse a Kshirsagar e non a Uber. In ogni caso, si tratta quantomeno di un cambio della strategia difensiva: inizialmente, infatti, la società aveva negato il furto, adesso oltre a chiedere la collaborazione dei tre ex Waymo coinvolti, intende – ha affermato Gonzalez - "dimostrare come i file non siano mai stati utilizzati da Uber".
L'accusa di Waymo - La scoperta del documento segna una prima svolta nel corso della contesa giudiziaria che vede fronteggiarsi due giganti nel settore delle auto autonome. L'accusa iniziale riguardava solo Anthony Levandowski, ex Waymo e poi fondatore di Otto (startup acquisita da Uber impegnata nello sviluppo di tir driverless). Secondo Mountain View, Levandowski avrebbe scaricato migliaia di file riservati sei settimane prima di lasciare la società senza preavviso (nel gennaio 2016). Nel corso delle indagini interne, Waymo si sarebbe poi accorta che altri due ingegneri passati a Uber (Radu Raduta e Sameer Kshirsagar) avrebbero tenuto lo stesso comportamento, pur trafugando una mole di informazioni molto inferiore.
Il ruolo di Levandowski - Diversa la posizione dei tre ex dipendenti accusati del furto. Radu, dopo una breve collaborazione, non lavora più in Uber. Kshirsagar ha aperto il proprio pc ad Uber per l'indagine interna, mentre resta ancora controversa la posizione di Antony Levandowski. Per due motivi: il principale imputato si è appellato al quinto emendamento, cioè alla facoltà di non rispondere, e tra i tre è il più alto in grado. Dopo l'acquisizione di Otto, è diventato infatti capo del programma di Uber per lo sviluppo dell'auto senza guidatore. Un ruolo che, secondo l'avvocato di Waymo Charles K. Verhoeven, renderebbe Uber responsabile per la condotta di uno dei suoi manager di punta.