Elon Musk vuole impiantare dei microchip nel cervello umano

Tecnologia
Elon Musk (Getty Images)

Secondo il Wall Street Journal, Neuralink, la nuova azienda del fondatore di Tesla, starebbe progettando l'inserimento di piccoli elettrodi nell'encefalo che un giorno potrebbero caricare e scaricare pensieri

Dopo aver annunciato di voler rendere realtà le vacanze sulla Luna, Elon Musk ha iniziato a far trapelare alcuni dettagli sull'idea alla base del business di Neuralink Corp. Secondo indiscrezioni di stampa, la sua nuova azienda vorrebbe impiantare piccoli elettrodi nel cervello umano, capaci di connettere i pensieri, i ricordi e le esperienze collettive a una rete neuronale. 

 

L'obiettivo di Musk - Il progetto sembra in linea con quella che è l'idea di Musk su come umani e macchine interagiranno nel futuro e lo scopo è fare in modo che gli umani non subiscano la supremazia delle intelligenze artificiali. Come riporta il sito The Next Web, durante una conferenza tenuta a giugno scorso, Musk ha dichiarato: "Se prendiamo in considerazione ogni avanzamento nel campo dell'intelligenza artificiale, saremo lasciati parecchio indietro"

Neuralink Corp potrebbe tentare di collegare il cervello dell'uomo ai sistemi di Ai con cui interagisce più spesso come automobili, smartphone e impianti di domotica: per il momento, fonti interne all'azienda sostengono che i primi impianti avanzati saranno realizzati per curare malattie neuronali come l'epilessia e la depressione.

 

La Neuralink Corp - Il Wall Street Journal ha verificato l'esistenza della Neuralink Corp attraverso uno dei suoi fondatori Max Hodak, che in passato aveva fondato una startup specializzata nella fornitura di servizi robotici da laboratorio. Nonostante non ci sia stato un annuncio ufficiale sul progetto di connessione neuronale uomo-macchina, Musk ha iniziato a solleticare il pubblico da mesi con alcuni tweet e nuove assunzioni per la neonata compagnia.

Tra queste spiccano i nomi di Vanessa Tolosa (ingegnere al Lawrence Livermore National Laboratory, esperta in elettrodi flessibili), Philip Sabes (professore all'Università della California ed esperto dei processi di controllo del movimento da parte del cervello) e Timothy Gardner, professore all'Università di Boston che ha conquistato l'attenzione del settore dopo aver impiantato degli elettrodi negli uccelli e aver studiato il modo in cui cantano.

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