
Dal 1950 a oggi, 33 piloti sono riusciti a laurearsi campioni del mondo nella massima categoria di corse automobilistiche. Dai pionieri Ascari e Fangio, fino a Prost, Senna e Schumacher: ecco le loro storie e le loro immagini. LA GALLERY

L'inglese Lewis Hamilton, campione in carica con la sua Mercedes, è uno dei 33 piloti della storia ad aver vinto il mondiale di F1. Primo in classifica nei campionati 2008 (su McLaren), 2014, 2015, 2017 e 2018, è già oggi fra i più grandi di sempre. Ma la storia della Formula 1 - iniziata 69anni fa - è lunga e ricca di protagonisti
Lewis Hamilton, tutte le foto
Il piemontese Nino Farina, oltre a vincere il primo Gran premio dell'era della Formula 1, a Silverstone, diventa anche il primo campione del mondo, a bordo della sua Alfa Romeo. Nel 1950 vince 3 delle 7 gare in programma e si concede addirittura il "lusso" di saltare la gara di Indianapolis -
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In questa foto di gruppo i tre dominatori della F1 anni Cinquanta: da sinistra Alberto Ascari (campione nel '52 e nel '53 con la Ferrari), Juan Manuel Fangio (5 titoli) e Farina. Ascari perde la vita nel 1955 a Monza, pochi giorni dopo essere finito in mare durante il Gp di Monaco. Una variante del circuito brianzolo porta il suo nome -
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Fangio al volante dell'inconfondibile Mercedes-Benz W196 'carenata'. L'argentino vince il primo titolo nel '51 con l'Alfa, ripetendosi poi per quattro volte di fila tra il '54 e il '57 con Mercedes (due volte), Ferrari e Maserati

I primi 15 anni di F1 vengono dominati da pochi, grandi nomi. Fra gli altri piloti che riescono a guadagnare almeno un'affermazione iridata ci sono, da sinistra, Mike Hawthorn (1958), Phil Hill (1961) e John Surtees (1964). Tutti e tre arrivano al titolo al volante di una Ferrari

In questa foto di metà anni Sessanta c'è un altro pezzo di storia della F1. In prima fila (n.5) Jack Brabham, australiano. Vince il mondiale nel '59 e nel '60 su una Cooper, poi diventa anche costruttore e riesce a ripetersi nel '66 a bordo di una sua auto. Nel 1967 il titolo gli viene soffiato dal compagno di squadra Denny Hulme (qui con il n.6 al centro)

Uno dei piloti più veloci della storia della Formula 1 è senza dubbio lo scozzese Jim Clark (a destra). Legato a doppio filo al Team Lotus, vince i mondiali del 1963 e 1965. Perde la vita correndo in F2 nel 1968

Prototipo perfetto del pilota-gentleman, Graham Hill vince il titolo nel '62 e nel '68. È tuttora l'unico pilota ad aver conquistato la cosiddetta "Tripla Corona": Gp di Monaco, 24 ore di Le Mans e 500 miglia di Indianapolis. Il figlio Damon diventa campione nel 1996

Figura iconica delle corse è anche quella di Sir Jackie Stewart. Lo scozzese vince il mondiale del 1969 a bordo della Matra (nella foto) e poi, con la Tyrrell, i campionati '71 e '73. Alfiere della sicurezza sulle piste, si ritira nello stesso anno dell'ultimo titolo, turbato dalla morte dell'amico e compagno di squadra François Cevert durante le prove del Gp degli Usa

Destini opposti per altri due campioni della vecchia F1. L'austriaco Jochen Rindt (a sinistra) vince nel '70 l'unico titolo postumo della storia: muore durante le prove del Gp d'Italia, a Monza, ma nessuno degli avversari riesce a superarlo in classifica. Merito anche del compagno alla Lotus, Emerson Fittipaldi. Il brasiliano vincerà poi il mondiale nel '72 e nel '74 (con la McLaren)

In questa immagine del 1978 i due dominatori del triennio '75-'77. Niki Lauda (a sinistra) riporta la Ferrari al titolo nel 1975 ma l'anno successivo - dopo essere sopravvissuto a un pauroso incidente - cede la corona all'inglese James Hunt (McLaren). Prodigiosamente recuperato dopo lo schianto, Lauda trionfa con la Rossa anche nel mondiale '77. Alla rivalità fra i due è ispirata la pellicola "Rush", di Ron Howard
Chi è Niki Lauda
Capostipite di una vera e propria dinastia delle corse (due figli e due nipoti piloti professionisti), l'italoamericano Mario Andretti vince il mondiale 1978 sulla Lotus, grazie anche alla tragica scomparsa a Monza del compagno Ronnie Peterson, dietro di lui nella foto. Per anni ha alternato le corse in Europa con quelle negli Stati Uniti, diventando una delle icone del mondo dei motori

Il titolo del 1979 viene vinto dalla Ferrari del sudafricano Jody Scheckter, che si rivela più concreto ed affidabile del compagno Gilles Villeneuve, adorato dai tifosi. Per il Cavallino inizia un digiuno che verrà interrotto solo da Schumacher due decenni più tardi

A inizio anni Ottanta, dal mazzo di una F1 condizionata da incidenti fatali e grandi cambi regolamentari (i motori turbo su tutti) emergono due "jolly": sono l'australiano Alan Jones (a sinistra, vincitore nel 1980) e il suo successore alla Williams, il finnico Keke Rosberg, campione '82 con una sola affermazione in gara

Dopo aver lasciato il Circus della Formula 1 nel 1979 per occuparsi della propria compagnia aerea, negli anni Ottanta Niki Lauda trova il tempo per un ritorno alle gare. Con la McLaren-Porsche vince il titolo 1984 per 0,5 punti su Prost: a tutt'oggi il minor distacco di sempre

Dopo Niki Lauda tocca finalmente al francese Alain Prost. "Il Professore", come veniva chiamato, domina i mondiali 1985 e '86, sempre su McLaren-Porsche, e si ripete nel 1989, portando al titolo l'imbattibile McLaren-Honda dopo un contestatissimo incidente con il compagno di scuderia Ayrton Senna

Ayrton Senna, qui a Montecarlo sulla McLaren del 1989, è senza dubbio uno dei più grandi piloti della storia. In F1 conquista tre mondiali ('88, '90 e '91), tutti con la McLaren-Honda e dopo duelli accesissimi con il rivale storico, Prost. Perde la vita il 1° maggio 1994 durante il Gp di San Marino, a Imola

La supremazia tecnica delle Williams-Renault nel biennio '92-'93 porta al primo titolo della carriera l'inglese Nigel Mansell (a sinistra) e, un anno più tardi, ancora Alain Prost, rientrato alle gare dopo un anno sabbatico

All'indomani della tragedia di Imola, per la Formula 1 si apre l'era-Schumacher. Il tedesco vince con la Benetton di Flavio Briatore i campionati '94 e '95 prima di passare alla Ferrari per quello che sarà uno dei matrimoni di maggior successo della storia delle corse

Mentre "Schumi" cerca di riportare la Ferrari al mondiale, il biennio '96-'97 premia la Williams e due figli d'arte. Nel 1996 Damon Hill è il primo pilota figlio di un campione del mondo a ripetere l'impresa paterna. Nel '97 il mondiale va a Jacques Villeneuve, figlio dell'indimenticato asso ferrarista Gilles, scomparso nel 1982

Dopo anni passati fuori dalla lotta per il mondiale e un serio incidente in Australia nel '95, il finlandese Mika Hakkinen vince con la McLaren i mondiali '98 e '99 e diventa il rivale di Schumacher per antonomasia. Si ritira dalle corse alla fine del 2001

La lunga attesa dei tifosi della Ferrari viene ripagata da un'era di trionfi assoluti dopo 20 stagioni di astinenza. Michael Schumacher vince cinque titoli di seguito fra il 2000 e il 2004, portando il totale personale a 7. È il record più importante fra i molti stabiliti dal pilota tedesco

Il dominio di Schumacher viene interrotto dallo spagnolo Fernando Alonso, approdato giovanissimo alla Renault e campione nel 2005 e nel 2006. Ritiratosi dalla F1 al termine del 2018, è l'unico pilota automobilistico in attività a poter vincere la "Tripla Corona". Dopo aver trionfato a Montecarlo (2006 e 2007) e a Le Mans (2018), correrà la 500 miglia di Indianapolis 2019 con i colori della McLaren

L'ultimo decennio della Formula 1 è stato monopolizzato da due piloti su tutti: Lewis Hamilton e Sebastian Vettel. Fra i pochi a "intromettersi" ci sono Kimi Raikkonen, campione 2007 con la Ferrari, e Jenson Button (a destra nella foto), vincitore nel 2009 sulla sorprendente Brawn Gp.

Il tedesco Sebastian Vettel è uno dei campioni più precoci della storia. Vince il primo titolo nel 2010, a poco più di 23 anni, con la Red Bull e si ripete (sempre con la stessa scuderia) anche nelle tre stagioni successive, portando il suo bottino personale a quattro mondiali. Dal 2015 è alla guida della Ferrari
Sebastian Vettel, tutte le foto
L'ultimo "intruso" nell'era-Hamilton è Nico Rosberg. Figlio del campione 1982 Keke (ma di nazionalità tedesca), arriva secondo nei mondiali 2014 e 2015, prima di trionfare nella stagione seguente. Si ritira dalle gare pochi giorni dopo la conquista del titolo, a soli 31 anni