Running mania: dentro il mondo (e la moda) social della corsa

Scommetto che se hai superato i trent’anni, le tue pagine social sono invase da persone che corrono. Dalla maratona all’hyrox, fino alla gara non competitiva della sagra di paese. Per non parlare di Strava: ammetti che hai meditato di smettere di seguire quel tuo vecchio compagno di scuola, che condivide in continuazione i suoi allenamenti e non smette di parlare di “kudos”. E se pure il tuo migliore amico, quello che non avrebbe mai lasciato il divano, adesso si sveglia alle cinque per sgambettare al parco, è giusto che tu te lo chieda: cosa sta succedendo? Ti rispondiamo noi e, tranquillo, non ti costringeremo ad iscriverti a nessuna maratona. Negli ultimi anni i numeri della corsa sono esplosi. Dal 2013 al 2022, i tesserati FIDAL sono saliti da 188.608 a 244.125, mentre nel 2024 i “finisher” delle gare podistiche sono aumentati del 17,1% . Ogni settimana su Strava, il social dei runner esploso durante la pandemia, 150 milioni di utenti caricano decine di milioni di attività da 185 Paesi diversi. La corsa, è proprio il caso di dirlo, va di moda ed è merito anche di un folto gruppo di influencer e volti noti che la promuovono sui social e sul web. “Ma c’è il rischio – avverte Lorenzo Lotti, running coach da 123mila follower – di farsi male e infortunarsi, se si vuole fare tutto subito. La corsa è gradualità, non dimentichiamocelo” tutti pazzi per la corsa Lorenzo Lotti è diventato, nel giro di qualche anno, una delle personalità più influenti nel mondo della corsa. Trentottenne, ha iniziato a muovere i primi passi nell’universo del running a trent’anni, quando, dopo la perdita di suo padre, ha sentito il bisogno di reinventarsi. “La corsa – racconta - mi ha dato subito molte soddisfazioni. Ma la vera svolta è arrivata con i social: nel 2022 ho deciso di condividere i miei consigli sul running e ho avuto un successo inaspettato. Ho aperto la mia azienda e adesso alleno migliaia di corridori”. Lotti, che è un maratoneta da meno di due ore e mezzo , si dice entusiasta della moda della corsa. “Sono costretto – sorride – a dire di no a molte opportunità di lavoro, perché adesso tutti vogliono correre e parlare di running. È una tendenza positiva, anche se vedo molti principianti voler cimentarsi subito nella maratona. A loro dico di stare attenti, 42 chilometri non sono uno scherzo”. Lotti è l’allenatore di un’altra personalità del web, che negli ultimi anni si è fatta conoscere per il suo talento, sia nella corsa su strada che in pista. Sofia Montagna, che abita i social dal 2015, è diventata il punto di riferimento di tante e tanti runner: “Quello della corsa – ci dice – è un trend globale. Quando ho corso la Mezza Maratona di Roma ho incontrato tantissimi follower e in molti mi scrivono tutti i giorni per dirmi di aver iniziato la preparazione per la loro prima gara. È una moda positiva, nata anche grazie ai social. Anch’io, se non fossi stata spinta dal mio lavoro come influencer, avrei rimandato l’appuntamento con la maratona. Ma dobbiamo stare attenti: sul web circolano più veloci i messaggi tossici che quelli positivi e rischiamo di farci male. In questo sport, l’unica competizione che conta è quella con noi stessi”. quali sono i rischi? Uno dei maggiori rischi per la corsa, ora che è diventata virale, è che si trasformi in uno sport eccessivamente competitivo. “Il running – commenta Francesco Guerra, allenatore da quasi 50 mila follower – rischia di asservirsi alle dinamiche social. Strava, il Medal Monday, la costante ricerca di un risultato da sbattere in faccia al prossimo, stanno inquinando lo spirito della corsa. Per essere un vero runner non bisogna correre 50 km al giorno, ma essere costanti nel tempo. Se le mie previsioni sono giuste, tutti questi neo maratoneti, l’anno prossimo, si saranno dati al padel”. Dello stesso parere anche Giovanni Maione, runner e influencer da 100 mila follower. “Il problema della corsa sui social è che conta solo il risultato. Vedo molti colleghi che condividono solo il tempo finale alle gare, sminuendo l’allenamento che c’è dietro e facendosi passare come dei fenomeni. È importante, invece, comunicare che la preparazione è importante e che, sopratutto, va bilanciata con uno stile di vita sano”. Il fatto che la corsa sia diventata un trend social ha comportato, poi, uno scontro tra chi condivide il running e la gioia nel praticarlo e chi, al contrario, non sopporta che il racconto della corsa venga fatto da atleti non di élite. Gli haters, insomma. “Io sono lenta – sorride Clara Abbona, influencer da quasi 35 mila follower – e sotto ogni video dove corro devo litigare con persone che questionano la mia forma fisica. Ho iniziato a correre perché volevo cambiare la mia vita e il running mi ha regalato più di quanto potessi immaginare. Perché devo giustificare il mio passo al chilometro? È come se non si accettasse che lo sport possa essere anche divertimento e non solo sudore e sangue”.

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Benedetta Macchini