
La notte dell'11 luglio 1982, Dino Zoff alzava al cielo la terza Coppa del Mondo azzurra. Al termine di un torneo unico, battendo in finale la Germania Ovest, dopo aver incontrato corazzate come Argentina, Brasile e Polonia. LA FOTOGALLERY

L'11 luglio 1982 l'Italia saliva sul tetto del mondo per la terza volta nella sua storia, dopo i Mondiali vinti nel 1934 e 1938. Un successo impronosticabile alla vigilia. Con gli Azzurri che si presentano all'appuntamento spagnolo accompagnati da una lunga scia di polemiche, legate soprattutto alle convocazioni del CT Enzo Bearzot

Per la spedizione, infatti, il tecnico si affida al cosiddetto blocco Juve. Tra i convocati spunta anche il nome di Paolo Rossi, appena rientrato dalla squalifica per calcioscommesse. Una decisione che non convince. La tensione raggiunge il suo apice a Villa Phampili, poco prima della partenza per la Spagna: Anna Ceci, una supporter dell'escluso Beccalossi, insulta il CT gridandogli "Bastardo! Scimmione!". Bearzot le rifila uno schiaffo. La stampa ci va giù pesante

L'inizio non brillante non fa altro che alimentare dubbi e scetticismo. Gli azzurri debuttano con un onesto 0-0 alla Polonia, cui però fa seguito lo scialbo pareggio con il Perù (1-1). In quel momento, un sondaggio svolto dall'Istituto Gallup, dà alla nostra Nazionale l'1% di probabilità per il successo finale. Le stesse possibilità di Perù e Cile. Grande favorito è il Brasile di Falcao. Gli uomini di Bearzot strappano comunque la qualificazione grazie al terzo pareggio (1-1 col Camerun). L'avventura spagnola sembra però avere una data di scadenza ravvicinata

Il pessimismo appare giustificato. Anche perché il destino non è amico. L'Italia approda in un vero "girone di ferro": con lei ci sono l'Argentina di Maradona e il Brasile, favorito per la vittoria finale. L'unico modo per passare è vincere, non scontato per una squadra sin lì abbonata a pareggi deludenti

I pronostici sono però fatti per essere smentiti. Nella sfida contro l'Argentina, l'Italia fa un primo importante salto di qualità. Claudio Gentile si piazza ad un uomo sullo spauracchio Maradona e lo neutralizza. Gli Azzurri vincono 2-1. Per il Pibe de Oro l'appuntamento con la gloria mondiale è rimandato. Dovrà attendere altri quattro anni. Si rifarà alla grande

La vittoria porta le firme di Tardelli e Cabrini. Quella con l'Argentina è la prima partita vinta dall'Italia in tutto il 1982. A fine partita non c'è spazio per dichiarazioni o trionfalismi: in quel momento gli Azzurri osservano ancora il silenzio stampa, imposto da Bearzot dopo un ritiro disastroso

Sulla strada degli Azzurri ci sono gli spauracchi Zico e Falcao. Qui avviene il miracolo: Paolo Rossi, deludente fino a quel momento, segna tre gol e trascina gli uomini di Bearzot. Il 3-2 finale, in Brasile, è ancora ricordato come “la tragedia del Sarriá”, l'allora stadio dell'Espanyol, demolito nel 1997

Il Brasile lascia la competizione che avrebbe dovuto vincere. Più che euforia c'è incredulità, nessuno neanche alle nostre latitudini riesce a credere alla trasformazione subita dagli Azzurri. In semifinale, l'avversario è la Polonia, un cliente tutto fuorché semplice

Paolo Rossi ci ha preso gusto e segna due gol anche contro la squadra di Zbigniew Boniek. Bastano per strappare il pass della finale contro la Germania dell'Ovest

La finale si gioca allo Stadio Santiago Bernabéu di Madrid, l'11 luglio 1982. L'inizio non è dei più incoraggianti. Dopo 7 minuti, Graziani viene sostituito per un infortunio alla spalla. Al suo posto entra Altobelli che in pochi minuti mette subito il marchio sulla partita, servendo una buona palla a Conti. Il folletto romano viene atterrato e si guadagna un calcio di rigore. Dal dischetto, però, Cabrini sbaglia clamorosamente

Si va negli spogliatoi sullo 0-0. Nel secondo tempo arriva il gol del vantaggio Italia. La firma è quella ormai canonica: Paolo Rossi, sfrutta l'assist di Bruno Gentile e insacca

Passano poco più di 10 minuti, è il 67esimo, e un contropiede di Scirea viene trasformato in gol da Tardelli. La corsa verso il centrocampo per l'esultanza è l'istantanea perfetta da consegnare alla Storia. Quando all'81esimo Altobelli sigla il terzo gol, la vittoria è ormai scritta. A nulla serve il gol della bandiera firmato Breitner

Oltre all'esultanza incontenibile di Tardelli e quella più sobria del presidente Pertini, l'altro ricordo indimenticabile della serata è legato alle parole del telecronista Nando Martellini allo scadere. "Palla al centro per Muller, ferma Scirea, Bergomi, Gentile, è finita! Campioni del mondo, Campioni del mondo, Campioni del mondo!”

A dispetto di ogni pronostico, l'Italia è Campione del Mondo per la terza volta. La prima nel Dopoguerra

Dino Zoff, Claudio Gentile, Gaetano Scirea, Fulvio Collovati, Antonio Cabrini, Bruno Conti, Marco Tardelli, Gabriele Oriali, Paolo Rossi, Francesco Graziani: questo l'11 titolare di quella finale. A cui si aggiunge ben presto anche Alessandro Altobelli, chiamato a sostituire l'infortunato Graziani

A consegnare la coppa al capitano Dino Zoff è il Re di Spagna Juan Carlos, seduto a fianco dell'allora Presidente delle Repubblica Sandro Pertini. Zoff, recordman in Nazionale, si è ritirato dal calcio giocato nel maggio 1983, a 41 anni. Da quell'anno fino al 2005 è stato allenatore di Juventus, Lazio, Fiorentina e della Nazionale. Nel 2005 si è ritirato definitivamente dal mondo del calcio

Di quella squadra Tardelli, Conti, Cabrini e Gentile hanno intrapreso poi la carriera da allenatori. Collovati e Oriali sono stati e sono dirigenti sportivi, mentre Beppe Bergomi, dopo aver allenato gli esordienti dell'Inter, ha intrapreso la carriera da telecronista sportivo. Al commento ha avuto l'opportunità di raccontare per Sky Sport la finale mondiale degli azzurri il 9 luglio 2006, tuttora fa parte della squadra dei commentatori Sky

Il Presidente della Repubblica, allora 86enne, è un altro degli attori protagonisti di quella serata. Festeggia a tutti i gol realizzati e al termine dell'incontro, salutando Re Juan Carlos, suo amico, e la moglie la Regina Sofia

Pertini torna in aereo con gli Azzurri e durante il viaggio è protagonista di un altro episodio storico, la famosa partita di scopone giocata in coppia con Zoff contro Causio e Bearzot
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