Il 30 settembre 2001, al pareggio di Roberto Baggio, arrivato a tempo scaduto durante il derby tra il Brescia e i bergamaschi, Mazzone corse sotto la curva occupata dai tifosi della Dea, da cui era stato bersagliato con sfottò per tutta la partita, con insulti anche alla madre. "Non lo accettai, soprattutto pensando alla mia povera mamma che mi era morta giovanissima fra le mie braccia", ha raccontato anni dopo
Di Carlo Mazzone, morto oggi ad Ascoli Piceno a 86 anni, uno dei ricordi che rimangono nell'immaginario collettivo è quella sfuriata, culminata con una corsa sotto la curva dell'Atalanta, durante il derby tra il Brescia e la Dea il 30 settembre 2001.
La corsa sotto la curva dell'Atalanta
A tempo scaduto Roberto Baggio segna il pareggio del 3-3 e completa la rimonta sui bergamaschi. Mazzone si lancia verso la tifoseria avversaria, da cui era stato bersagliato con sfottò per tutta la partita e con insulti anche alla madre. "Non lo accettai, soprattutto pensando alla mia povera mamma che mi era morta giovanissima fra le mie braccia", ha raccontato Mazzone anni dopo. Cinque le giornate di squalifica rimediate dall'arbitro Collina, a cui Mazzone aveva anche detto "buttami fuori, me lo merito".
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I riconoscimenti
Conosciuto come Sor Carletto, era il detentore di record di panchine in serie A: 792 quelle ufficiali, 797 considerando anche i cinque spareggi. Nel 2019 gli è stata intitolata la nuova tribuna Est dello stadio "Cino e Lillo Del Duca" di Ascoli Piceno, e nello stesso anno è stato inserito nella Hall of Fame del calcio italiano.