Mancini spiega le dimissioni: “Gravina pensava cose opposte alle mie”

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L’ormai ex ct della Nazionale di calcio si sfoga in un’intervista a Repubblica: “Sono stato massacrato solo per la mia scelta. Volevo un segnale dal presidente, se avesse voluto mi avrebbe trattenuto”. Sul futuro professionale aggiunge: “Ora non voglio pensare a niente”

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Le dimissioni a sorpresa di Roberto Mancini (LA FOTOSTORIA)  da ct della nazionale italiana hanno scosso il mondo del calcio (LE REAZIONI). L’ormai ex allenatore degli Azzurri ha dato la sua versione in un’intervista telefonica a Repubblica lamentando gli attacchi nei suoi confronti. “Non ho fatto niente per essere massacrato così. Mi sono solo dimesso e ho detto che è stata una mia scelta personale. Mi sono solo dimesso e mi sono assunto tutta la responsabilità della decisione. Non mi sono nascosto. Avevo parlato con il presidente Gravina e cercato di spiegargli le mie ragioni. Non mi sono mai permesso di accusare nessuno e mi ritrovo accusato”.

Mancini e il rapporto con Gravina

L’allenatore ha spiegato i motivi della rottura con la Federcalcio, dopo che pochi giorni fa era stato annunciato il suo nuovo ruolo di coordinatore. “Ho cercato più volte di parlare con Gravina ed esporgli le mie ragioni. Gli ho spiegato che in questi mesi mi doveva dare tranquillità, lui non l’ha fatto e io mi sono dimesso”. Tra i motivi dell’addio viene citato il nuovo staff: “Si è mai visto un presidente federale che cambia lo staff di un ct? Gravina è da un anno che voleva rivoluzionarlo, io gli ho fatto capire che non poteva, che al massimo poteva inserire un paio di figure in più, ma che non poteva privarmi di due persone di un gruppo di lavoro che funzionava, che funziona e che ha vinto l’Europeo. Semmai sono io che potevo sostituire un membro dello staff". La verità, prosegue Mancini, “è che da un po’ di tempo Gravina pensava cose opposte alle mie. Ma allora perché intervenire sullo staff? Cosa c’entra? A quel punto doveva mandare via me. Invece ha colto l’occasione perché alcuni miei collaboratori erano in scadenza e ha giocato su questo. Io potevo essere più duro, certo, ma pensavo lo capisse da solo”.

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Le accuse di tradimento

A chi lo accusa di aver tradito la Nazionale, Mancini replica: “Io sono sempre stato corretto. Quando sono arrivato in azzurro ho rinunciato a opportunità più redditizie, ho fatto una scelta ed è stato il lavoro più importante della mia vita. Ho vinto un Europeo, non sarà molto ma intanto l’abbiamo vinto. Se Gravina avesse voluto, mi avrebbe trattenuto. Non l’ha fatto. Mi sarebbe bastato un segnale, non me l’ha dato. La verità è che non ha voluto che restassi, e che erano mesi che c’era questa situazione. Però Gravina verrà ricordato come il presidente che ha vinto l’Europeo, non per gli errori che ha fatto”. Sulle voci che lo vogliono verso un futuro in Arabia Saudita conclude: “Quello che sto dicendo è indipendente da quello che potrà succedere in futuro e da dove andrò. Ora non voglio pensare a niente”.

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