Juventus, plusvalenze e manovra stipendi: cosa rischia il club bianconero

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Nell'atto di chiusura delle indagini, la procura della Federcalcio ipotizza la violazione dell'articolo 4 del Codice di giustizia sportiva. In caso di riscontri, il club bianconero potrebbe essere sanzionato con un'ammenda o una nuova penalizzazione in classifica

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La Procura della Figc ha notificato alla Juventus la chiusura delle indagini per la cosiddetta 'manovra stipendi, partnership e agenti': nell'atto, il procuratore Chinè contesta, tra l'altro, al club bianconero la violazione del principio di lealtà sportiva (articolo 4.1) per i tre filoni. La contestazione si va ad aggiungere alla questione plusvalenze, per la quale è previsto il 19 aprile il giudizio di legittimità del Collegio di Garanzia del Coni sulla penalizzazione di 15 punti inflitta ai bianconeri.

Contestata la violazione del principio di lealtà sportiva

Anche nel secondo filone delle indagini, dunque, quello relativo alle 'manovre stipendi' del club bianconero nel periodo del Covid, alla Juventus viene contestata la violazione dell’articolo 4 del Codice di giustizia sportivo, quello che preserva il principio di lealtà. In caso di riscontro della violazione, occorre fare riferimento alle sanzioni di cui all'art. 8, comma 1, lettere a), b), c), g)  del Codice di giustizia sportiva. In virtù di questo, tra le possibili sanzioni, si va da una semplice ammonizione fino alla penalizzazione di uno o più punti in classifica, passando per l'ammenda e l'ammenda con diffida.

La penalizzazione in classifica è il rischio maggiore

Nel peggiore dei casi, se la penalizzazione sul punteggio è inefficace in termini di afflittività nella stagione sportiva in corso, è fatta scontare, in tutto o in parte, nella stagione sportiva seguente. Il rischio più serio, dunque, per la Juventus è quello di una pesante penalizzazione in classifica, sulla scorta di quanto già accaduto per la questione plusvalenze. Nelle due manovre stipendi, secondo l’accusa, il club bianconero avrebbe concordato un differimento di alcune mensilità con i propri calciatori e l'allora allenatore Maurizio Sarri, stipulando l’accordo in alcune scritture private non depositate regolarmente in Lega e Federcalcio. Sul bilancio le stesse mensilità sono state omesse, anche se - stando alla versione del club, che sostiene di aver agito correttamente - le somme sarebbero state caricate sotto altra voce, con una diversa interpretazione della norma.

Ciro Santoriello

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