La finale, giocata nello stadio teatro della drammatica morte di otto persone nella calca prima del match Camerun-Isole Comore, non è stata spettacolare e per assegnare il trofeo dopo 120' senza gol sono stati necessari i penalty. Ha avuto la meglio la nazionale guidata da Aliou Cissè, impostasi 4-2 grazie anche ai centri del 'napoletano' Koulibaly e al leader Sadio Manè
E' festa Senegal a Yaoundè, dove la finale della Coppa d'Africa metteva di fronte i Leoni della Taranga, mai finora saliti in cima al continente, e l'Egitto detentore del record di successi, sette. La finale, giocata nello stadio teatro della drammatica morte di otto persone nella calca prima del match Camerun-Isole Comore, non è stata spettacolare e per assegnare il trofeo dopo 120' senza gol sono stati necessari i rigori. Ha avuto la meglio la nazionale guidata da Aliou Cissè, impostasi 4-2 grazie anche ai centri del 'napoletano' Koulibaly e al leader Sadio Manè, che nonostante abbia sbagliato un rigore in apertura di partita ha potuto alzare la coppa in faccia al compagno di squadra del Liverpool Momo Salah, che sognava di trovare il primo trionfo in nazionale dopo le tante gioie con i Reds. Manè nel corso del torneo aveva segnato tre gol Salah due reti, più il tiro decisivo nei rigori con la Costa d'Avorio, ma nella lotteria della finale non ha potuto dare il suo apporto, perché gli errori precedenti dei suoi compagni hanno consentito al collega-rivale di riparare al grave errore precedente e mettere la parola fine alla sfida.
La prima volta del Senegal
Il Senegal non ha mai vinto il trofeo ma era tra le squadre più accreditate alla vigilia per la sua rosa completa, con campioni in ogni reparto: dal portiere del Chelsea Mendy al difensore Koulibaly, dal centrocampista del Psg Gueye, fino agli attaccanti Manè e Dieng. Nel rispetto delle sue caratteristiche, il Senegal ha cercato più il possesso palla mentre l'Egitto, arrivato all'atto decisivo più affaticato, ha puntato sulle ripartenze per sfruttare le doti di Salah, riuscendo a tenere a bada le folate offensive dei rivali. Col passare dei minuti e il calare delle forze, la soluzione dal dischetto è diventata quasi obbligatoria, premiando alla fine la squadra che aveva più voglia di vincere, dopo una rincorsa cominciata nel 1965 e le finali perse nel 2002 e nel 2019. Per Manè e Koolibaly, missione compiuta.