Il calciatore, attualmente in forza all'Anversa, torna sulle accuse che gli vennero rivolte quando era in Italia, in particolare sugli aspetti mondani della sua vita: "Di me si sa tutto perché esco, mi vedi nei locali". Poi parla degli anni alla Roma, dei rimpianti per non aver vinto nulla nella Capitale e del difficile approdo all'Inter
Radja Nainggolan a tutto campo. In un’intervista rilasciata a La Repubblica, l’ex calciatore di Cagliari, Roma e Inter torna sulle critiche che gli vennero rivolte quando era in Italia, in particolare sull'alcol e sugli aspetti mondani della sua vita: "Di me si sa tutto perché esco, mi vedi nei locali. C’è chi beve più di me ma lo fa a casa e non lo sa nessuno. Se uno fa tardi, beve, fuma una sigaretta, ai miei occhi non fa cose sbagliate". Oggi il calciatore vive e gioca nella sua città natale, Anversa.
“Alla Roma record di punti senza vincere nulla”
Tra i rimpianti italiani di Nainggolan c’è quello di non aver vinto nulla con la Roma, nonostante i punti conquistati con i giallorossi nei campionati di quegli anni. “Il massimo è stato giocare con due icone come Totti e De Rossi. Il rimpianto è aver fatto il record di punti e non aver vinto nulla".
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La Roma di oggi
Sulla Roma di oggi dice: "Zaniolo è un grandissimo giocatore, ma quando la squadra non gioca bene contro le grandi anche lui non fa la differenza. Noi di giocatori di personalità ne avevamo un’infinità: Dzeko, Totti, De Rossi, Strootman, Salah, Alisson”.
Il rapporto con Spalletti
E tra gli allenatori della sua carriera, ricorda quello che ha caratterizzato la sua migliore annata: "Luciano Spalletti, perché con lui ho fatto il miglior anno della mia carriera, a livello di squadra e individuale". Sul rapporto Spalletti-Totti sottolinea: "Sono neutrale. Totti non ha mai chiesto di giocare titolare. Si sentiva preso in giro perché era il suo ultimo anno e giocava 5 minuti sul 2-0. Mi sentirei preso per il c**o anche io. Ma non hanno mai litigato".
L'audio della polemica ai tempi dell'Inter
Il suo approdo all’Inter non fu molto fortunato, decisivo fu l’errore dal dischetto in Coppa Italia contro la Lazio: "Mi hanno iniziato a fischiare, è crollata la fiducia. Conte è un grandissimo allenatore ma con lui non ho avuto possibilità. Non abbiamo mai litigato: quando mi volevano mandar via, me lo hanno detto". E sull’audio che emerse ai tempi, con Nainggolan che diceva di volersene andare, conferma: "Ero io, non mi sentivo a mio agio. L’avevo mandato a un amico di Roma, ma in un attimo lo avevano tutti. Non sono stato molto intelligente".