Accolto l'appello del presidente della Figc Gabriele Gravina arrivato in giornata. Il Ministero dello Sport: "Preservare le competizioni nazionali, i valori meritocratici e la funzione sociale dello sport"
La decisione è arrivata. Il Governo italiano si è costituito nel giudizio davanti alla Corte di Giustizia europea sulla legittima dell’opposizione dell’Uefa alla Superlega e ai club ribelli. Lo ha reso noto Palazzo Chigi definendo l’atto formale nel rispetto della scadenza fissata alla mezzanotte tra venerdì 22 e sabato 23 ottobre. La decisione segue il parere espresso dalla sottosegretaria allo Sport Valentina Vezzali e dal Dipartimento Sport anche dopo le interlocuzioni avute in settimana con la Figc.
"Preservare competizioni nazionali e merito"
Come si legge in una nota del Ministero dello Sport, il Governo italiano "ha deciso di costituirsi nel procedimento dinanzi alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, in merito alle questioni pregiudiziali sottoposte dal Tribunale di Commercio di Madrid nella causa C-333/21. Riguardo al progetto della Superlega di calcio, si ribadisce quanto già espresso in maniera ufficiale lo scorso 19 aprile dal Presidente del Consiglio dei Ministri, confermando l’attenzione con la quale si segue il dibattito intorno al progetto e la determinazione con cui si sostengono le posizioni delle autorità calcistiche italiane ed europee per preservare le competizioni nazionali, i valori meritocratici e la funzione sociale dello sport”.
L’appello di Gravina
E' stato dunque accolto l'appello del presidente della Figc Gabriele Gravina al Governo, arrivato in giornata: "Per il tramite del sottosegratario allo Sport Valentina Vezzali, ho rappresentato al Governo la posizione della Figc in merito alla costituzione dell'Italia nel giudizio sulla Superlega incardinato presso la Corte di Giustizia Europea, evidenziandone rischi e criticità. Auspico che avvenga entro oggi per non porre il nostro Paese al di fuori di un consesso molto ampio di Stati che supportano la Uefa in quella che riteniamo sia una battaglia di principio a difesa di un sistema calcistico aperto e meritocratico".