Cerella e Marino: con Slums Dunk torniamo a Milano e riqualifichiamo un campo di basket

Sport

Valentina Clemente

Tommaso Marino e Bruno Cerella sul campo di viale Stelvio

“Vogliamo riqualificare un campetto di basket in disuso in ottica “Slums Dunk”, restituendo agli abitanti uno spazio bello e funzionale dove lo sport sarà protagonista della costruzione di una comunità che educa al gioco e alla vita”: Tommaso Marino e Bruno Cerella, cestisti e fondatori dell’onlus che realizza Basketball Academy nelle periferie di molte baraccopoli del mondo, tornano a Milano, per una partita da vincere in casa. Per tutti e con tutti

“Siamo partiti dal Kenya, passando per lo Zambia, l’Argentina e la Cambogia. Dopo tanti progetti così lontani dalla nostra città abbiamo sentito l’esigenza di portare l’esperienza e i valori di Slums Dunk proprio qui, a Milano, dove io e Bruno viviamo e dove la nostra associazione è nata. E così, eccoci: pronti ad impegnarci per questa realtà, con l’obiettivo di avvicinare i giovani allo sport. Ma anche di creare tante belle sinergie”. Non nasconde il suo entusiasmo Tommaso Marino, cestista professionista, mentre parla del nuovo progetto che lo vedo protagonista insieme all’amico Bruno Cerella, anche lui cestista, ma soprattutto fondatori di Slums Dunk, onlus che realizza Basketball Academy nelle periferie di alcune delle baraccopoli più degradate del mondo e che oggi ha già coinvolto con le sue attività oltre 5.000 ragazzi e ragazze under 18.

Questa volta, però, la partita si gioca in casa, in viale Stelvio.

Milano - Viale Stelvio, angolo via Paolo Bassi

Nessuno scudetto all’orizzonte, però. L’ obiettivo che Bruno e Tommaso (con il fondamentale aiuto di Francesca e del suo team tutto al femminile) stanno vedendo realizzarsi è la riqualificazione di un campo di basket. Un progetto nato da alcuni desideri: regalare qualcosa alla città di Milano ma anche mettere a disposizione uno spazio in cui poter creare una comunità, e diventato realtà grazie al più ampio progetto “Cura e adotta il verde pubblico”, ideato dal Comune di Milano per riqualificare e migliorare le zone verdi della città.

“Abbiamo iniziato a lavorare a questa idea circa un anno e mezzo fa e, sin dal primo giorno, avevamo un’idea molto chiara di quello che avremmo voluto realizzare. Non si tratta solo di riqualificare uno spazio, ma anche di avvicinare i giovani allo sport. Grazie a questo campo, tanti ragazzi potranno iniziare a giocare, ad incontrarsi” dice Bruno Cerella, che ha seguito, insieme al Comune di Milano, tutto l’iter che ha portato tutta la squadra, oggi, a toccare con mano i frutti di molto lavoro.

Sì, perché di cose da fare ce ne sono tante, certo. Ma nulla è difficile e pesante quando si fa qualcosa di bello. Lo dicono Bruno e Tommaso, ma lo sottolinea anche Francesca, anche lei cestista, che, insieme a una squadra di tutte donne si sta dipingendo il pavimento del campo con la sua street art: “è bello vedere che tutto ciò che facciamo, giorno dopo giorno, prende forma, ripagandoci di tutti gli sforzi. Con l’augurio di poter prestissimo vedere tante persone che in questo spazio, pronte a giocare” dice sorridendo.

Il progetto

E il sorriso, quando Bruno, Tommaso e Francesca parlano di viale Stelvio non manca mai. Ma anche l’entusiasmo, la gioia di poter fare concretamente qualcosa per un quartiere, dando la possibilità a tanti giovani di avvicinarsi e conoscere il mondo del basket. E chissà, poi, cosa potrà mai nascere su questo spazio “rinato”.

 

Un progetto che non ha uno sponsor, ma di cui tutti possono esserlo, anche con un piccolo contributo.

Attraverso una campagna di crowdfunding (https://www.produzionidalbasso.com/project/playground-stelvio-sport-e-comunita/), che si chiuderà a settembre, si può contribuire alla riqualificazione dell’area, ma anche alla sua manutenzione e alla realizzazione di tutte le attività previste nei tre anni di concessione. Per chi vorrà sostenere queste iniziative, ci sono molti premi come forma di ringraziamento. Uno dei tanti? Il proprio nome scritto sul campetto, ma anche giocare una partita con Bruno e Tommaso, proprio in viale Stelvio.

Che cos’è Slums Dunk

Slums Dunk è un gioco di parole che deriva dal termine Slam Dunk (schiacciata) dove slum significa baraccopoli. Slums Dunk mira a migliorare le condizioni di vita dei bambini e dei giovani che vivono nelle aree economicamente e socialmente degradate dell’Africa.

Nel 2014 Slums Dunk ha costruito il suo primo campo di pallacanestro nella baraccopoli di Mathare, Nairobi (Kenya). A Mathare si stima vivano 95.000 persone schiacciate in 1,5 km, il 50% della popolazione è composta da giovani con meno di 18 anni che risiedono in condizioni d’isolamento, con accessi limitati ai servizi primari come acqua, elettricità e servizi igienici. In tutta la baraccopoli non ci sono altri campi di pallacanestro. Slums Dunk ha attivato una scuola di minibasket che coinvolge 100 ragazzi, garantisce il libero accesso al campo da basket e supporta l’educazione ai life skills in 10 scuole informali della baraccopoli di Mathare con il coinvolgimento di circa 1000 ragazzi under 15. L’idea iniziale di Slums Dunk di replicare ed espandere le attività in altre zone degradate d’Africa e del mondo è diventata realtà.

Passione e generosità

Per scegliere di dedicarsi a progetti di questo tipo serve molta passione. Entusiasmo. Ma soprattutto tanta generosità. Bruno, Tommaso e Francesca, nel tempo che hanno dedicato a raccontare tutto il percorso di questa loro iniziativa, non hanno mai smesso di dire che "è bello fare qualcosa per gli altri".  Un aspetto che, negli ultimi mesi, forse è stato dimenticato, o messo da parte. Ecco perché è così importante descrivere iniziative come quella di viale Stelvio: fa pensare, e sperare, che molte persone potranno prendere esempio e fare molto altro ancora. Per tutti.

 

 

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