Considerato un'istituzione del rugby azzurro, una bandiera, un simbolo, se n’è andato poche ore dopo un altro pilastro del pallone ovale, Massimo Cuttitta, morto per Covid, ieri a soli 54 anni
Leggenda del rugby, storico capitano azzurro, Marco Bollesan è stato un gigante dello sport, unico rugbista inserito dal Coni nella Walk of Fame che attraversa il Parco del Foro Italico. Nato 79 anni fa a Chioggia, ma cresciuto, e scomparso a Genova, è stato quarantasette volte azzurro, trentaquattro volte capitano della Nazionale, commissario tecnico alla prima Rugby World Cup del 1987, team manager nelle rassegne iridate del 2003 e del 2007, fondatore delle Zebre nella loro forma originaria di invitational club italiano. Una vita intera dedicata allo sport, dal suo debutto con l'Italia, nemmeno ventiduenne il 14 aprile del 1963 a Grenoble contro la Francia, è diventato un'istituzione del rugby azzurro, una bandiera, un simbolo. Bollesan, che avrebbe compiuto ottant'anni il prossimo 7 luglio, se n’è andato poche ore dopo un altro pilastro del pallone ovale, Massimo Cuttitta, morto per Covid, ieri a soli 54 anni.
Il cordoglio del mondo sportivo
Parole di cordoglio sono state pronunciate dal presidente della Fir, Marzio Innocenti. "Per i rugbisti della mia generazione, per chiunque abbia praticato lo sport tra gli Anni '60 e gli Anni '80, ma anche per chi è venuto dopo, Marco Bollesan è stato un esempio – ha detto Innocenti -, l'epitome del rugbista coraggioso, il simbolo di un gioco dove fango, sudore e sangue rappresentavano i migliori titoli onorifici. Gli saremo eternamente grati per il suo straordinario contributo. Siamo vicini alle figlie Miride e Marella e a tutta la sua famiglia. Il rugby italiano ha perso uno dei suoi figli prediletti". "La famiglia del rugby piange due grandi campioni", ha dichiarato il presidente del Coni, Giovanni Malagò. I funerali di Marco Bollesan si svolgeranno domani martedì 13 aprile, alle 11.30 presso la Chiesa di Sant'Antonio a Boccadasse.
