La vedova di Kobe Bryant fa causa allo sceriffo di Los Angeles per le foto dell'incidente

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Vanessa Bryant ha citato in giudizio Alex Villanueva e il dipartimento della contea per una fuga di foto dell'incidente in elicottero che ha ucciso suo marito e la figlia Gianna. Secondo l'accusa, otto funzionari hanno scattato e diffuso immagini per pura gratificazione personale

Vanessa Bryant ha citato in giudizio lo sceriffo Alex Villanueva e il dipartimento della contea di Los Angeles per una fuga di foto dell'incidente in elicottero che ha ucciso suo marito, la leggenda dell'Nba, Kobe Bryant, la figlia Gianna e altre sette persone a gennaio. La rivendicazione, presentata giovedì 17 settembre alla Corte Superiore di Los Angeles, chiede danni per inosservanza dei diritti civili, negligenza, danni emotivi e violazione della privacy. Bryant si è detta disgustata dal pensiero che degli estranei possano guardare quelle foto, e teme inoltre che i suoi figli possano imbattersi nelle stesse immagini diffuse online.

La fuga delle immagini

Il giorno dell'incidente, i membri della famiglia si sono riuniti alla stazione dello sceriffo di Lost Hills, che ha assicurato loro come il luogo dell'incidente fosse protetto. Una fuga di notizie ha invece permesso ai fan di accorrere al sito. L’accusa, tuttavia, si concentra soprattutto sul dipartimento stesso, poiché, afferma la causa, “otto funzionari hanno tirato fuori i loro telefoni cellulari personali e hanno scattato foto dei bambini, dei genitori e degli allenatori morti per pura gratificazione personale”. Gli avvocati di Bryant hanno aggiunto che le foto sono state condivise in ambienti irrilevanti al fine dell'indagine, incluso un bar.

La reazione del dipartimento

La causa afferma che Vanessa Bryant è venuta a conoscenza della fuga di foto da un articolo del Los Angeles Times di febbraio. Ha quindi chiesto informazioni al dipartimento che, un mese dopo, tramite avvocato ha comunicato di non aver alcun obbligo legale di rispondere alle sue domande. In seguito, a marzo, lo sceriffo ha fatto sapere che il dipartimento stava indagando sulla condivisione delle immagini al di fuori dell'indagine e che le foto in possesso degli otto responsabili erano state cancellate. La causa intentata da Vanessa Bryant qualifica le indagini del dipartimento come un tentativo di insabbiamento e afferma che lo sceriffo ha ordinato ai funzionari di cancellare le foto per distruggere le prove.

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