Grande gara del Dottore, che a 41 anni torna sul podio dopo Austin 2019. Primo posto a Quartararo, secondo Vinales. In gara assente Marc Marquez, il campione in carica che si è rotto un braccio sullo stesso circuito nella prima prova del campionato
Il terzo posto al Gp d'Andalusia sul circuito di Jerez - alle spalle di Quartararo e Vinales, in assenza di Marquez infortunato - "vale quasi come una vittoria", ma Valentino Rossi non riesce a gioire del tutto per il podio ritrovato dopo 17 gare. Anzi, gli cresce dentro la convinzione di aver dovuto lottare, nelle ultime stagioni, non solo in pista contro gli avversari, ma anche fuori con chi sta dalla sua stessa parte, per vincere certe resistenze della Yamaha, restia a seguire le sue richieste, nonostante i 25 anni di motomondiale che ha alle spalle.
Rossi: "La Yamaha deve credere in me e nelle mie indicazioni"
"Hanno Quartararo e Vinales che vanno forte. Così a me dicono 'impara a guidare questa moto'", ha detto Rossi a Sky Sport. "La Yamaha deve credere in me e nelle indicazioni molto precise che do quando scendo dalla moto, visto che sono un loro pilota e lo resterò anche l'anno prossimo. Con il team abbiamo dovuto lottare quattro giorni per ottenere quello che volevamo. Altrimenti avrei vissuto un altro fine settimana come quello scorso, così brutto che non poteva essere vero. Quella M1 non era la mia. Ora speriamo di aver imboccato la strada giusta. Sono ottimista, ma dobbiamo continuare a lavorare su questo setting".
Rossi: "Ho dovuto lottare per cambiare"
"Nel 2019 ho avuto sempre gli stessi problemi - ha aggiunto Rossi - Ho dovuto lottare per cambiare. A volte si va incontro a dei problemi che non ci si aspetta per questioni politiche. Non mi trovo bene perché la moto in curva prende una posizione che non mi piace. Questa cosa è fatta per salvare la gomma, ma io andavo solo più piano e finivo comunque la gomma. Invece da venerdì mattina ho ritrovato delle buone sensazioni".