Prima del rinvio di Tokyo 2020 erano state le Guerre Mondiali a far annullare una serie di edizioni dei Giochi. E nella storia dei cinque cerchi ci sono stati anche famosi boicottaggi e attentati
Anche le Olimpiadi di Tokyo 2020, così come gli Europei di calcio, sono state rinviate di un anno a causa dell’emergenza Coronavirus. Il Comitato olimpico internazionale ha infatti accettato la proposta di slittamento di 12 mesi del primo ministro nipponico Shinzo Abe. Nella storia dei Giochi, però, non è la prima volta che le Olimpiadi non si tengono nell’anno previsto. Tra cancellazioni e boicottaggi, ecco i precedenti più celebri nella storia della rassegna a cinque cerchi.
La Grande Guerra ferma i Giochi del 1916
Le Olimpiadi del 1916 si sarebbero dovute tenere a Berlino, che batté la concorrenza di Alessandria d’Egitto e Budapest. Per l’occasione venne costruito tra il 1912 e l 1913 il Deutches Stadion, un impianto da 30mila posti. Allo scoppio del primo conflitto mondiale, nel luglio del 1914, gli organizzatori credettero che la guerra si sarebbe conclusa entro Natale. Ma le cose andarono in maniera decisamente diversa e un armistizio venne raggiunto solo nel novembre del 1918. Quasi vent’anni dopo il Deutches Stadion sarebbe stato demolito per fare posto all’Olympiastadion destinato ai Giochi del 1936, quando Berlino riuscì finalmente a ospitare le Olimpiadi.
I Giochi del 1940 e del 1944
È ancora la guerra a incrociare la strada della rassegna a cinque cerchi negli anni Quaranta. Questa volta, il secondo conflitto mondiale causa la cancellazione di ben due edizioni: i Giochi del 1940 e quelli del 1944. Tokyo e Sapporo avrebbero dovuto ospitare rispettivamente le Olimpiadi estive e quelle invernali del 1940. Ma già lo scoppio del conflitto tra Giappone e Cina nel 1937, a un anno dalla Seconda Guerra Mondiale, portò i nipponici a decidere per la cancellazione. Lo stesso destino toccò a Londra che avrebbe dovuto ospitare i Giochi estivi nel 1944, in piena guerra, e a Cortina d’Ampezzo, in Italia, selezionata come sede delle Olimpiadi invernali di quello stesso anno.
Tra politica e sport
Ci sono altri precedenti, poi, in cui le Olimpiadi non furono spostate o cancellate ma subirono delle defezioni importanti per ragioni meramente politiche. Le Olimpiadi di Montreal del 1976, ad esempio, furono boicottate da 27 paesi africani, dall’Iraq e dalla Guyana, in segno di protesta verso la mancata esclusione della Nuova Zelanda, la cui squadra di rugby, gli All Blacks, prima dei Giochi aveva fatto un tour in Sudafrica nonostante il boicottaggio in atto verso il Paese a causa dell’apartheid. Nel 1980 gli Stati Uniti decisero di non partecipare ai Giochi di Mosca, poiché un anno prima l’Unione Sovietica aveva iniziato l’invasione dell’Afghanistan. Sulla scia degli americani anche altri 65 Paesi tra cui Canada, Germania Ovest, Giappone e Cina boicottarono l’Olimpiade. Quattro anni più tardi, a Los Angeles nel 1984, furono i russi a boicottare i Giochi organizzati dagli Stati Uniti.
Gli attentati a Monaco e Atlanta
In altre occasioni, infine, le Olimpiadi furono segnate da episodi di sangue. Ai Giochi di Monaco 1972, 11 atleti israeliani rimasero uccisi da un commando di terroristi che fecero irruzione nel villaggio olimpico. Ci fu una sospensione di più di 24 ore prima che si decidesse di riprendere la rassegna. Ad Atlanta nel 1996 una bomba fu fatta esplodere all’interno del parco olimpico provocando due morti e 111 feriti, ma i Giochi proseguirono ugualmente.