Iran, 3.500 donne tornano allo stadio dopo 40 anni

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Da oggi ammesso il tifo femminile allo stadio ma solo per le partite internazionali. Resta il divieto per le donne di seguire le squadre locali. Per Amnesty International si tratta "solo di una mossa pubblicitaria delle autorità iraniane"

3.500 biglietti venduti. Tante saranno le donne presenti oggi allo stadio Azadi di Teheran per la partita tra le nazionali di calcio di Iran e Cambogia, valida per le qualificazioni ai Mondiali del 2022 in Qatar. Per la prima volta in 40 anni le autorità della Repubblica islamica permetteranno l'ingresso delle tifose. Secondo i media locali, 4 settori dell'impianto da quasi centomila posti sono stati riservati al pubblico femminile. Rafforzate le misure di sicurezza per evitare rischi di incidenti.

Le pressioni della Fifa dopo il suidicio di Sahar Khodayari

La svolta è avvenuta grazie alle pressioni della Fifa sul governo iraniano (pena l’esclusione della Repubblica islamica dalle competizioni internazionali) dopo la tragica morte, lo scorso settembre, di Sahar Khodayari, la tifosa 30enne che si era data fuoco per non tornare in carcere dopo essere stata scoperta sulle tribune in mezzo agli uomini. Una svolta che però, ancora, non riguarda le partite delle squadre di club. Per Amnesty International “la decisione delle autorità iraniane è una cinica mossa pubblicitaria con cui intendono ripulire la loro immagine dopo l'indignazione globale generata dalla tragica morte di Sahar Khodayari”.

Un divieto lungo 40 anni

Dal 1979, anno della rivoluzione islamica, le donne erano costrette a guardare le partite da casa o nei bar. L’ingresso allo stadio era proibito dalla polizia religiosa per evitare contatti con uomini non parenti. In passato ci sono state rare ed isolate eccezioni al divieto. In occasione dei mondiali del 2018 era stato concesso uno strappo alla regola: guardar giocare la partita Iran-Spagna nello stadio, ma su un maxi-schermo.
 

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