L'ex pilota austriaco era ricoverato in una clinica privata in Svizzera per problemi ai reni. Vinse tre titoli mondiali nel 1975, 1977 e 1984 con McLaren e Ferrari. Rimase gravemente ustionato in un incidente quasi fatale nel '76. Ferrari: "Per sempre nei nostri cuori"
E' morto all'età di 70 anni l'ex pilota austriaco Niki Lauda, leggenda della Formula 1 tre volte campione del mondo. Lo rende noto la famiglia.
"Con profonda tristezza annunciamo che il nostro amato Niki è morto pacificamente con la sua famiglia accanto lunedì", si legge nella nota. Lauda era ricoverato in una clinica privata in Svizzera per problemi ai reni. Otto mesi fa aveva subito un trapianto di polmone.
"Ho imparato più dalle sconfitte che dalle vittorie", amava dire il campione (FOTOSTORY). "I suoi risultati unici come atleta e imprenditore sono e rimarranno indimenticabili, come il suo instancabile entusiasmo per l'azione, la sua schiettezza e il suo coraggio. Un modello e un punto di riferimento per tutti noi, era un marito amorevole e premuroso, un padre e nonno lontano dal pubblico, e ci mancherà", scrivono i familiari.
Ferrari: "Per sempre nei nostri cuori"
"Oggi è un giorno triste per la F1. La grande famiglia della Ferrari apprende con profonda tristezza la notizia della morte dell'amico Niki Lauda, tre volte campione del mondo, due con la Scuderia (1975-1977). Resterai per sempre nei cuori nostri e in quelli dei tifosi. #CiaoNiki". Così la Ferrari commenta su Twitter.
McLaren: "Custodito nella nostra storia"
Anche la casa automobilistica McLaren ha condiviso un messaggio di cordoglio per l'ex pilota: "Siamo profondamente addolorati nell'apprendere che il nostro amico, collega e campione del mondo 1984 di Formula 1, Niki Lauda, è morto", ha scritto la scuderia su Facebook. "Niki sarà per sempre nei nostri cuori e custodito nella nostra storia".
Montezemolo: "Caro Niki, tu grande in pista e fuori"
"Caro Niki, grande e vero amico da cinquant'anni, ti penso tanto e la tua scomparsa lascia un enorme vuoto dentro di me". Luca di Montezemolo affida all'ANSA l'ultimo saluto a Niki Lauda, morto questa notte. "Con te ho vissuto alcuni dei momenti più belli della mia vita, abbiamo condiviso tante indimenticabili vittorie della Ferrari e siamo sempre stati uniti da grande affetto, anche quando ci siamo trovati a competere in campi avversi. Sei stato un grande Campione, un Campione del Mondo in pista e fuori, un amico sincero, un uomo diretto e leale".
Il "computer"
Nato a Vienna il 22 febbraio del 1949, Lauda vinse tre titoli mondiali come pilota di F1: nel 1975 e nel 1977 con la Ferrari e poi nel 1984 con la McLaren. Rimase gravemente ustionato in un incidente nel 1976. E' considerato uno dei migliori piloti della storia. Nel corso della sua carriera ha disputato 171 Gran Premi vincendone 25 e segnando 24 pole position e altrettanti giri veloci.
I tre Mondiali vinti lo hanno fatto diventare una leggenda, ma non solo: l’incidente del 1976 in Germania e la rivalità con il britannico James Hunt lo hanno reso un nome famoso dello sport. Il drammatico incidente sul circuito del Nurburgring nell'agosto del 1976 gli lasciò il volto sfigurato. Poco dopo tornò in pista sottolineando come la l'auto si "guida con il sedere" e non con la faccia.
Lasciate le piste e le corse, "il computer", così soprannominato per la sua freddezza in pista e per la capacità di individuare i difetti della sua macchina e settarla nel modo giusto, è rimasto nel mondo della Formula 1 ma è diventato anche un grande imprenditore. Ha fondato e diretto due compagnie aeree, la Lauda Air e la Niki e dal 2012 era presidente esecutivo della scuderia tedesca Marcedes Amg F1
L'esordio e l'avvio della carriera
Il padre di Niki Lauda, Hans Lauda, ricco uomo d'affari, non ha mai sostenuto la passione del figlio. Così, nel 1968, il rampollo dell'alta società austriaca abbandonò gli studi universitari prendendo in prestito del denaro per finanziare la sua carriera. Partecipò al campionato di Formula Vee e successivamente passò alla Formula 3, ma la sua attività da professionista prese il via grazie a un altro prestito bancario, coperto da un'assicurazione sulla vita, che gli consentì di ottenere un posto presso il team March in Formula 2. Il suo esordio in gara avvenne il 15 agosto 1971, quando debuttò nel Gran Premio d'Austria a Zeltweg, ritirandosi quasi a metà. La coppia Niki Lauda e Ronnie Peterson non conseguì buoni risultati nel campionato di F1, ma Lauda dimostrò il suo talento come pilota regolare in F2. Dopo aver ottenuto un altro prestito, l'austriaco decise di spostarsi presso la BRM in F1, dove fece coppia con Clay Regazzoni per la stagione 1973.
Tornato alla Ferrari, Regazzoni mise una buona parola su Niki Lauda con Enzo Ferrari, che decise di convocare l'austriaco a Maranello.
Durante la stagione 1974, Niki Lauda esordì in Argebtuba con un secondo posto in sella alla Ferrari 312 T, e vinse il suo primo gran premio a Jarama, in Spagna. Dopo aver vinto anche in Olanda, ebbe l'opportunità di competere per il titolo mondiale con Regazzoni, Emerson Fittipaldi (McLaren) e Jody Scheckter (Tyrrell).
L'incidente del 1 agosto 1976
Il ricordo del rogo in cui ha rischiato la vita lo ha portato indelebile sul viso. Era il primo agosto del 1976 quando la sua Ferrari prese fuoco e lui si salvò solo per l'intervento di alcuni colleghi (Guy Edwards, Brett Lunger, Herald Ertl e Arturo Merzario) che scesero dalle loro auto interrompendo la gara per soccorrerlo. Niki Lauda torno' stoicamente in sella solo 42 giorni dopo il terribile schianto. Nel 1979 annunciò il ritiro dalle gare ma tornò in pista nel 1981 con la scuderia McLaren e riuscì a laurearsi campione del mondo per la terza volta nel 1984. L'anno successivo fu l'ultimo nel mondo della Formula 1.
Il rivale di sempre, James Hunt
Un'agguerrita rivalità ma anche una leale amicizia passata alla storia quella tra il pilota inglese James Hunt e Niki Lauda tanto che il regista Ron Howard ha deciso di celebrarla in un film 'Rush' uscito nel 2013. Lauda e Hunt "sono due persone diverse ma accomunate dalla folle corsa per raggiungere il livello più alto possibile", osservò Howard presentando la pellicola sui due campioni, l'istintivo playboy Hunt e il suo metodico avversario Lauda. Hunt è morto il 15 giugno del 1993.