X Factor 2022, l'attesa dei concorrenti prima del quinto Live Show

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Barbara Ferrara

Ph Barbara Ferrara

Aspettando che il sipario si apra sul quinto Live Show di XF2022, siamo stati dietro le quinte con i Santi Francesi, gli Omini, i Disco Club Paradiso, Beatrice Quinta, Joėlle, i Tropea e Linda, per conoscerli più da vicino e sapere come stanno vivendo l’attesa prima di salire sul palco (e non solo)

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Dopo la fibrillante serata degli inediti (da non perdere su Spotify alla voce “X Factor Mixtape 2022”) di giovedì scorso, siamo giunti al quinto Live di XF2022. Stasera (LA DIRETTA - LE FOTO) doppia manche con tanto di (temutissima) giostra, orchestra e doppia eliminazione. Il primo dei due tasti dolenti arriva immediatamente dopo il medley che vede esibirsi i finalisti senza soluzione di continuità con i brani più rappresentativi del loro percorso: fuori uno subito (il meno votato). E la gara continua per i sei talenti che a fine serata diventeranno cinque. Nessuno sconto, tensione massima e massima concentrazione. Il momento è topico, lo si percepisce dagli sguardi rubati dietro il palco a poche ore dall’inizio dello show. Siamo stati dietro le quinte con i Santi Francesi, gli Omini, i Disco Club Paradiso, Beatrice Quinta, Joėlle, i Tropea e Linda, li abbiamo intervistati lasciando loro la parola. Ecco cosa ci hanno raccontato dell’attesa prima di salire sul palco, delle loro paure e non solo.

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Come state vivendo l’attesa?


Santi Francesi
: “Questa rispetto alle altre è un’attesa complicata e piena d'ansia, c’è una manche orchestrale molto difficile non avevo voce fino a ieri, sicuramente c'è tensione, ma concentrazione e focus solo sulle esibizioni”. Per Mario che non canta la situazione è sempre questa: “Sono tranquillo fino a pochi istanti prima di salire, i quindici minuti prima invece sono di fuoco completo. Non so descriverlo, mi scordo tutto quello che devo fare, non penso più a niente, poi appena salgo mi riprendo”.
Disco Club Paradiso: “L’attesa è estenuante, ma dipende, è sempre un gioco che fai con te stesso nel senso che devi riuscire a dirottare i tuoi pensieri verso i posti giusti. Può andare bene o male: la cosa importante è concentrarsi su quello che va bene. La nostra forza è che siamo tutti insieme e almeno uno di noi è sulla frequenza giusta e ci si attacca a lui".
Tropea: “Ci sono vari tipi di attesa, quella prima di salire sul palco è quella più densa di adrenalina e di 'andate in bagno'”.
Omini: “È palpabile l’ansia nell’aria, stasera c’è una doppia eliminazione ed è normale tutta la trepidazione, ma siamo carichi e gasati come sempre”.
Linda: “L’attesa è più spaventosa del palco, ogni giovedì hai grandi aspettative su te stesso, ma quando arrivi sul palco vai a sentimento e te ne freghi di tutto”.
Beatrice: “Mi centro molto, centro la mia anima e il mio cervello sul palco, entro in uno stato di ipnosi autoindotta, la vivo paradossalmente bene: sento molto la pressione addosso e a me piace sentirla. L’idea di esibirmi davanti al pubblico mi mette in uno stato di guerra nel senso buono, questo è il tipo di adrenalina che ho scelto come droga nella vita”.
Joėlle: “Io mi sento tranquilla quando sto sul palco, prima sbadiglio un sacco e scarico la tensione, pochi secondi prima però mi tranquillizzo, mi aiuta parlare con gli altri, o vocalizzare”.

Come vi siete preparati alla manche con l’orchestra?

Santi Francesi: ”Abbiamo provato e riprovato le canzoni, senza pensare alla doppia eliminazione e al dolore che sarebbe potuto seguire in ogni caso, comunque vadano le cose. E focus sulle esibizioni, la preparazione è la stessa ogni settimana. La paura è legata alla qualità della mia esibizione e non sto bene da alcuni giorni”.
Disco Club Paradiso: “Ci siamo preparati in due modi differenti, nella prima manche facciamo Salirò, è un brano che a noi piace fare, ci diverte, ed essendo una giostra abbiamo voluto farla. Con Cuore matto, nella seconda, ci spingiamo oltre noi stessi, ci mettiamo il cuore in modo diverso, e con l’orchestra sperimentiamo altre sonorità, è un mondo nuovo in cui non vediamo l’ora di conoscerci”.
Tropea: “Ci siamo preparati con Asilo Republic di Vasco Rossi che vi proponiamo in una versione più carica rispetto alla precedente già fatta, per la seconda manche abbiamo l’onore di avere l’orchestra sul palco e faremo una nostra interpretazione di Song to Say Goodbye dei Placebo, metteremo dentro tanta malinconia e tanta emozione. Abbiamo più paura della giostra, ma anche se dovesse finire ora, saremo comunque felici di essere arrivati fin qui”.
Omini: “L’unica cosa che ci preoccupa è l’eliminazione e non vediamo l’ora di farvi sentire il pezzo con l’orchestra, fa parte del nostro background, siamo stati tanto in sala prova, ma sul palco poi è un’altra cosa”.
Linda: “Purtroppo da un paio di giorni ho una brutta infiammazione alle corde vocali e spero stasera di riuscire a cantare bene, mentalmente mi sto preparando da una decina di giorni ormai, e suonare con l’orchestra per me è un sogno che si avvera”.
Beatrice: “Ho avuto tipo dodici mental breakdown per il pezzo orchestrale perché è difficilissimo anche emotivamente, io poi sono una maniaca del controllo e divento super intensa in tutto quello che faccio, Dargen lo sa e lo devono fare santo dopo questo programma”.
Joėlle: “Ci tengo particolarmente ad arrivare a suonare con l’orchestra, mi sono preparata tantissimo, il brano è di Elisa, lei lo ha scritto per la sua bambina e io stasera lo vorrei cantare come se fossi la mamma di mia mamma. Lei per me è una persona importantissima, ho sempre nominato mio padre e mio fratello, voglio rendere al massimo questa canzone”.



Lucrezia-VirginiaBettoja

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Santi Francesi:
“La sua umanità, potrei parlare per ore di quanto Mirko sia stato umano con noi, già ai Bootcamp ce ne siamo resi conto, si è rivelata una persona incredibile, non ce l’aspettavamo, è stato vicinissimo a noi e lo è stato con tutti”.
Disco Club Paradiso:
”È che se devi esagerare devi farlo estremamente, insomma, se devi farlo, lo devi fare al massimo, o fate schifo e fate schifissimo o spaccate e date il massimo. Sicuramente ci portiamo a casa anche questo consiglio, lo sentiamo molto nel nostro mood”.
Tropea: “
La sensibilità e l’umanità, e aggiungiamo anche la professionalità”.
Omini: “Fedez con noi è molto bravo, riesce sempre a darci il consiglio giusto, ci rassicura, ci fa sentire tranquilli dandoci la carica giusta per farci affrontare i Live”.
Linda: “La capacità di avere una visione futurista e oggettiva che ha Federico, l’impegno che ci porta a prestare su tutto quello che facciamo“.
Beatrice: “Ne ha troppe. È paziente, sensibile, tollerante, è libero e non è facile trovare la voglia di essere libero in un essere umano”.
Joėlle: “Sto pensando a quella più bella, ce ne sono tante, forse l’essere ancora più sinceri e spontanei, nei giudizi che lui dà cerca sempre di vedere il positivo”.

 

Come vi immaginate la finale?

Santi Francesi: “Domandona. Immagino un posto gigantesco, fuochi d’artificio, cose giganti. Anche se non ci ho mai pensato a livello di immagine”. Mario: “Non mi aspettavo niente, non mi aspettavo di arrivare fino a qua e sono già felice così”.
Disco Club Paradiso: “Con un sacco di gente, in posto molto più grande (se non mi sbaglio), con la magia del live, ma è un obiettivo a cui non è giusto pensare adesso, preferiamo stare nel qui e ora. Diciamo che finché non ci arrivi fai fatica a immaginartela”.
Tropea: “Ce la immaginiamo al Forum, ci sarà un enorme lavoro di coreografie, verranno riproposti gli inediti e mi aspetto di avere un bellissimo posto in tribuna per godermela”.
Omini: “La immaginiamo come una grande festa e speriamo di esserci”.
Linda: “Non so perché ma ho l’immagine del rosso, se mi dici finale vedo rosso, e mi fa sentire orgogliosa. Dovessi arrivarci sarebbe pazzesco”.
Beatrice: “Io per scaramanzia non me la voglio immaginare la finale, però adesso che mi ci fai pensare, me la immagino tra il pubblico, insieme a Dargen con un duetto, usciamo con tutina super attillata e presentiamo cose porno chic tanto per dare fastidio. A quel punto posso anche andare a casa. Il mio obiettivo è arrivare al Forum, l’ho deciso a 14 anni quando sono stata al concerto dei Thirty Seconds to Mars, volevo lanciarmi sugli spalti e rivolta a mio cugino Luigi gli ho detto che un giorno io avrei suonato là”.
Joėlle: “Ovviamente vorrei esserci (tocca ferro, ndr), e anche se non dovessi arrivarci, non finisce qua, questo è solo l’inizio di un percorso. Comunque sia mi immagino di portare sul palco Joėlle e non solo Giorgia. Vorrei arrivare non solo al cuore, ma anche agli occhi delle persone. Non punto a vincere ma arrivare in finale”.

 

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