Tra razzismo, nuovi inidizi e matrimoni in crisi, la terza stagione di True Detective entra nel vivo. In questo quarto episodio le indagini dei detective Wayne Hays e Roland West si concentrano sui frequentatori di una piccola chiesa di Ozarks, mentre si palesano i fantasmi di un lontano passato. Su Sky Atlantic, l'appuntamento con True Detective 3 è ogni lunedì dalle 21.15 con l'episodio in italiano. E, a seguire, l’episodio appena andato in onda in America in versione originale con sottotitoli. Leggi la recensione del quarto episodio.
I Fantasmi di True Detective 3
"Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà. Ma chi avrà perduto la propria vita per amor mio, la salverà." Inizia con queste parole, lette da un sacerdote della chiesa di San Michele e tratte dal Vangelo secondo Matteo, il quarto episodio di True Detective 3.
Siamo negli anni Ottanta. I detective indagano sulla parrocchia frequentata da Will e Julie Purcell. Vediamo una foto del bambino con gli occhi chiusi e le mani giunte. La medesima posa che il ragazzino aveva quando è stato ritrovato privo di vita. Il sacerdote parla di innocenza e di rinascita in Cristo. Ma niente in True Dective 3 pare innocente. E anche le parole del vangelo di Giovanni:" Le mie pecore ascoltano la mia voce, e io le conosco, ed esse mi seguono; e io do loro la vita eterna, e non periranno mai, e nessuno le rapirà dalla mia mano.", stridono davanti all'omicidio e alla scomparsa di due bambini. Durante la conversazione con il prete emerge la figura di una zia che Julie frequentava. Ma in realtà la ragazzina non aveva nessuna zia. Un altro mistero da risolvere per la coppia di investigatori. D’altronde in questa serie tv le cose non sono mai come sembrano.
Si scopre finalmente l'autrice delle bambole di paglia. Si chiama Patty Faber. E' un'anziana signora che racconta a Roland e Wayne che a ottobre vendetté dieci bamboline a un uomo di colore cieco da un occhio. In fondo in questi primi quattro episodi di True Detective 3 è come se la visione fosse sempre opaca, come se una sorta di cataratta, una specie di velo, ci impedisse di vedere il piano generale delle cose.
Anche in questa puntata dove gli sbalzi temporali sono meno frequenti e ci vengono rivelati nuovi indizi, tutto pare sfocato, nebbioso. Non a caso, in una sequenza ambientata nel 2015, Hays si ritrova circondato dai fantasmi dei vietkong che ha ucciso, e anche da un misterioso uomo in giacca e cravatta di cui un riusciamo a scorgere i tratti del viso. Una scena alla Twin Peaks, con Wayne che vaneggia di una berlina grigio-scura sotto la luna. Ancora una volta passato e presente si confondono, mentre la memoria vacilla, minata dal tempo e dai sensi di colpa.
True Detective 3: Amore e Odio
Altro tema di questo quarto episodio è la crisi tra Wayne e Amelia (una Carmen Ejogo sempre più brava e affascinante). Li vediamo negli anni Novanta, in pieno litigio familiare. Il detective annuncia alla moglie che il caso è stato riaperto e che Roland gli ha chiesto di far parte di nuova unità speciale. Ma la consorte non pare molto felice. Inizia uno scambio di accuse e scuse tra i coniugi. I bambini guardano la televisione, mentre in sottofondo la lite si fa più tesa. Ma, come talvolta accade alle coppie che litigano, i due finiscono per fare sesso. Forse Amelia soffre di dissonanza cognitiva. Forse Wayne è sopraffatto dall'immobilità. Tuttavia le vie del desiderio, come quelle del Signore, sono infinite e misteriose.
Certo, l'intesa di coppia tra i genitori di Will e Julie Purcell è decisamente peggiore. In una scena molto ruvida e dolente, Lucy confessa ad Amelia di avere l'animo di una prostituta e di aver tradito spesso il marito Tom. Ma, soprattutto, la donna rivela che non sono mai stati una famiglia felice. E infatti, sempre nel quarto episodio, scopriremo che Lucy Purcell morirà di overdose a Las Vegas. Ma un altro personaggio rischia di essere ucciso. Si tratta di Woodard, il nativo americano che vive raccogliendo rifiuti. Gli stessi uomini che lo avevano pestato hanno deciso di alzare il tiro della loro minaccia e di ucciderlo. Ma grazie alla sua esperienza di reduce del Vietnam, l'uomo è pronto a difendersi. Il razzismo strisciante che avevamo visto nell'atteggiamento della signora che costruiva le bambole nei confronti di Wayne è pronto a esplodere. E infatti l'episodio si conclude con un cliffhanger col botto. I conflitti, di qualsiasi natura siano, in True Detective finiscono sempre per tracimare. La giustizia, si sa, non è di questo mondo.