Disclaimer, la recensione della serie tv con Cate Blanchett presentata a Venezia 2024

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Paolo Nizza

Paolo Nizza

Il regista messicano Premio Oscar dirige un perturbante thriller psicologico in 7 episodi. Tra verità e pregiudizio, rimorso e vendetta, passato e presente, un'opera sul terrificante potere della manipolazione della realtà. Nel cast anche Kevin Kline, Sacha Baron Cohen, Leila George, Kodi Smit-McPhee e Louis Partridge. In autunno  su Apple tv (visibile anche su Sky Glass, Sky Q e tramite la app su Now Smart Stick)

“La verità è una cosa terribile. E’ molto più oscura (...) di quanto la maggior parte di noi è disposta ad ammettere o perfino a sospettare.” Così scriveva George Santayana in L'ultimo puritano. Ma il regista Alfonso Cuaron non tema di strappare il velo di Maya. Dopo aver inaugurato la Mostra nel 2013 con Gravity e  vinto il Leone d'Oro nel 2018 con Roma, il cineasta di Città del Messico torna al Lido con Disclaimer, la sua prima serie televisiva. Basata sull'omonimo romanzo di Renée Knight. E si tratta di un esordio abbacinante. Terminata la visione dei sette episodi (le prime due puntate saranno disponibili dall'11 ottobre, mentre le altre cinque verranno diffuse a cadenza settimanale fino al 15 novembre), la tentazione di rivederle risulterà irresistibile. Perché Dio e il diavolo si celano nei dettagli. Cuaron non annacqua il plot, né ammorba con soporiferi spiegoni ad usum delfini, tantomeno si genuflette alla dittatura del politicamente corretto o piega il capo di fronte al marketing o all’algoritmo. Già dal primo episodio, la fiction trasporta lo spettatore nel cuore pulsante della storia. Finalmente una serie in cui è obbligatorio guardare lo schermo, seguire la vicenda, osservare i personaggi e simultaneamente non fare alcunché (quindi è sconsigliabile baloccarrsi con cellulare in mano durante la visione).

IL passato all'attacco del presente

La serie Disclaimer ha un incipit di incredibile semplicità (per il poeta russo Pasternak era la cosa pià necessaria agli uomini). L'acclamata giornalista Catherine Ravenscroft si gode il suo successo. Apprezzata e premiata per la sua capacità di portare alla luce crimini e misfatti, la donna (di estrazione sociale modesta) degusta vini rossi di gran pregio e assai costosi, insieme al marito Robert, a capo di una società legata alle ONG. Il solo cruccio è il difficile rapporto con il figlio Nicolas, svogliato adolescente con problemi di dipendenza. Ma la situazione precipita quando la reporter riceve un romanzo scritto da un autore ignoto. Catherine scopre di essere il personaggio principale di un libro che riporta alla luce i segreti di un oscuro passato che minaccia di distruggere il suo mondo e la sua famiglia. 

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Una thriller sulle note di Umberto Tozzi

Cosa siamo disposti a fare per proteggere chi amiamo? Disclaimer parte da questa domanda per mostraci una vicenda sospesa tra passato e presente. Come in Rashomon osserviamo l’evoluzione della storia da diversi punti di vista. Ma rispetto al Giappone del XV Secolo, oggi risulta così facile manipolare la realtà. Il pregiudizio è ormai l’orgoglio dei più. Tra foto molto sexy, la canzone “Ti amo” di Umberto Tozzi (ma quanto è amato e citato il cantante italiano in film e serie tv estere”), e vacanze in Italia, da Venezia a Forte Dei Marmi, passando per Pisa, la vita perfetta della protagonista si liquefà come il ghiaccio di un cocktail esposto al sole dell’equatore.

 

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Da Cate Blanchett a Kevin Kline

La forza di Disclaimer è che in apparenza la verità risplende quanto un diamante di Tiffany. La Schadenfreude, il piacere provocato dalla sfortuna altrui, piace a tutti. Perché in ognuno di noi alberga una meta oscura. Come un gatto, animale domestico che si palesa in più riprese, la fiction sorniona ci avvolge e ci fa le fusa. Ma il veleno, al solito, è nella coda. Ma se il gioco funziona e coinvolge il merito è degli interpreti. Cate Blanchett, si sa, potrebbe recitare il bugiardino del Malox e affascinerebbe chiunque. Kevin Kline, al debutto in una serie televisiva, è da Emmy. Leila George, oltre alla conturbante bellezza, riesce a essere credibile anche negli opposti. Insomma, Disclaimer è una sorta di film lungo sette ore che difficilmente si dimentica. Anche perché la rimozione, nuoce gravemente alla salute.

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