The Beatles: Get Back, il making of e le clip ufficiali della docuserie. VIDEO

Serie TV

Camilla Sernagiotto

È stato condiviso sul web il dietro le quinte della miniserie docu disponibile su Disney+ (visibile anche su Sky Q e tramite la app su Now Smart Stick). Firmata dal regista vincitore di tre premi Oscar, Peter Jackson, è il risultato dello studio di 60 ore di filmati e di oltre 150 ore di registrazioni audio inediti. Mostra John, Paul, George e Ringo nel gennaio del 1969, intenti a scrivere 14 nuove canzoni non senza tensioni. I problemi però vennero superati grazie al profondo legame tra loro

Sono state pubblicate in rete diverse clip e il making of di The Beatles: Get Back, la docuserie che racconta dei mitici Fab Four, disponibile su Disney+ (visibile anche su Sky Q e tramite la app su Now Smart Stick).

Una miniserie di genere documentaristico composta da tre episodi della durata di più di due ore ciascuno che vede dietro la cinepresa niente po’ po’ di meno che il regista neozelandese vincitore di 3 premi Oscar, Peter Jackson.

Oltre ad avere uno “scultore” da chapeau - che con il suo scalpello ci ha offerto il "trittico" de Il signore degli anelli, per dire - anche il materiale da modellare qui è d’alto, altissimo livello: il docu-show è stato realizzato interamente con filmati in editi restaurati.
È il risultato dello studio di 60 ore di filmati inediti e di oltre 150 ore di registrazioni audio mai ascoltate prima, il che rende questa miniserie un proverbiale piacere per gli occhi ma un'altrettanta delizia per le orecchie.
Mostra John, Paul, George e Ringo in studio di registrazione nel gennaio del 1969, intenti a scrivere 14 nuove canzoni, non senza tensioni tra di loro… Il materiale d’archivio datato 1969 è ambientato negli studi di registrazione londinesi mentre il gruppo sta scrivendo e incidendo le tracce che andranno a comporre l’album “Let it Be”.

Le sessioni di registrazioni erano quelle in cui i Fab Four dovevano darsi una mossa per prepararsi al concerto live che li avrebbe visti salire su un palco dopo oltre due anni. Più che su un palco, sul tetto dato che il concerto sarà proprio un "rooftop live"...

Il materiale video e audio è stateo girato in 21 giorni da Michael Lindsay-Hogg, il regista statunitense che nel 1968 firmò il documentario The Rolling Stones Rock and Roll Circus per poi girare due anni dopo il docu sugli eterni rivali degli Stones, i Beatles appunto. Nel 1970 Lindsay-Hogg firmò Let It Be - Un giorno con i Beatles (Let It Be). È proprio tutto il materiale non utilizzato per il suo documentario a essere la creta modellata oggi da Peter Jackson.

Una creta - anzi un marmo, che è ben più prezioso - in cui non mancano venature di tensione.
La tensione è il fil rouge: si taglia con il coltello e rende questo docu-show anche una specie di inedito music-thriller insomma. Ce la faranno Lennon & Co. a rispettare l’impossibile scadenza? Il senno di poi ci suggerisce di sì, chiaramente, ma guardando i tre episodi di The Beatles: Get Back sembra che il senno di poi non sia ammesso alla proiezione, rimanendo fuori a bussare alla porta mentre noi ci chiediamo: “Ce la faranno i nostri eroi?”.

Di fronte a una scadenza temporale che definire impossibile equivale a essere di manica larga, i forti legami di amicizia tra John Lennon, Paul McCartney, George Harrison e Ringo Starr vennero messi a dura prova, come questa serie ci mostra in maniera cristallina. Ma in verità questo progetto ha come mission quella di "deresponsabilizzare" Let it Be, per decenni ritenuto il "responsabile" dello scioglimento del gruppo.

La docuserie

The Beatles: Get Back è diretta dal regista vincitore di tre premi Oscar, Peter Jackson (la trilogia de Il Signore degli Anelli, They Shall Not Grow Old – Per sempre giovani).

I filmati e le registrazioni audio di cui si compone sono inediti, mai visti né ascoltati prima in tutti questi anni. La maggior parte del materiale è rimasta in un caveau per più di mezzo secolo e Peter Jackson è l'unica persona in oltre cinquant’anni ad aver avuto la possibilità di accedere a questo tesoro dei Beatles.
Per citare la sua celebre trilogia, di certo Jackson entrando nel caveau in cui il materiale è stato conservato avrà sussurrato: “Il mio tesssoro”…

Nel video del making of della docuserie (che potete guardare in fondo a questo articolo) sentiamo Peter Jackson stesso dire che è un fan sfegatato della serie e, senza se e senza ma, che i Beatles sono “la più grande band di tutti i tempi”. Altro che il “mio tesssoro” quindi!

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The Beatles: Get Back, tutto quello che c'è da sapere sulla docuserie

Un ritratto intimo dei Beatles

Ciò che emerge da The Beatles: Get Back è un ritratto inedito dei Beatles ma non solo perché inediti sono i filmati e le registrazioni audio che stanno alla base del progetto: il tutto appare mai visto prima perché offre uno sguardo nuovo sui quattro di Liverpool, affrescandoli in maniera intima e mostrando come sia stata la loro amicizia a fare da collante.


Nonostante i membri del gruppo fossero sotto pressione per via della scadenza imminente, il loro rapporto profondo ha salvato capre e cavoli. Buon umore e genio creativo hanno accompagnato la band nel corso della loro ultra rosea carriera proprio grazie a e in nome di quell’amicizia.
Ma non era certo tutto rose e fiori, anzi: le relazioni sono state messe a dura prova ma nel frattempo tutta quella tensione portò i Beatles a comporre alcuni dei brani che oggi sono i più iconici della storia della musica.

LONDON, ENGLAND - NOVEMBER 16: Noel Gallagher attends the UK Premiere of "The Beatles: Get Back" at Cineworld Empire on November 16, 2021 in London, England. (Photo by Dave J Hogan/Getty Images)

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Per la prima volta la versione integrale dell’ultimo concerto

The Beatles: Get Back mostra l'ultima esibizione dal vivo dei Beatles, per la prima volta in versione integrale.

Parliamo del mitico concerto sul tetto di Savile Row, a Londra.
Inoltre si vedono John Lennon, Paul McCartney & Co. intenti a scrivere e suonare altre canzoni celeberrime, incluse negli ultimi due dischi del gruppo, ossia Abbey Road e Let It Be.

È importante ricordare che The Beatles: Get Back si basa su filmati inediti restaurati che includono un linguaggio esplicito, tematiche per adulti e rappresentazioni di tabagismo, motivo per cui si consiglia la visione soltanto a un pubblico adulto.

Ringo Starr and George Harrison perform during a concert for the Princes Trust, attended by Princess Diana and Prince Charles, at Wembley Stadium, London, circa 1987 (Photo by Dave Hogan/Getty Images)

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La docuserie

The Beatles: Get Back è uscita giovedì 25 novembre 2021 su Disney+.
Si divide in tre parti e racconta la lavorazione dello storico album “Let it be”.

Il materiale d’archivio datato 1969 è ambientato negli studi di registrazione di Londra mentre il gruppo sta scrivendo e incidendo le tracce che andranno a comporre il mitico disco. Il motivo del titolo, in cui non si legge da nessuna parte Let it be? Il disco inizialmente doveva intitolarsi Get Back!

La grandezza di questa docuserie sta anche nel fatto di fugare finalmente un dubbio che attanagliava i fan dei Beatles da quando si sono sciolti: proprio alla produzione del disco Let it Be sono state attribuite le liti, gli scontri e le tensioni culminate poi nella rottura.

Di fatto quello è stato l'ultimo album del gruppo di Liverpool, prima che si sciogliesse l'anno seguente, ma da questa miniserie emerge per la prima volta una realtà molto diversa. Il rapporto tra i membri dei Beatles era così saldo e profondo che, nonostante le piccole tensioni interne che ci sono in qualsiasi famiglia che si rispetti, il divertimento, la gioia, l'arte e l’amore che stanno alla base della loro produzione non sono mai venuti meno.

Li vedremo step by step comporre 14 nuove canzoni da presentare ufficialmente al celebre “Rooftop Concert” di Saville Row, il primo show live dopo oltre due anni di assenza dalle scene.

Di seguito potete vedere il video del making of di The Beatles: Get Back:

Former Beatle Paul McCartney is set to sign a guitar for a policeman during a signing session in Paris on October 14, 1993. / AFP PHOTO / Patrick KOVARIK        (Photo credit should read PATRICK KOVARIK/AFP via Getty Images)

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