Corella, la prima data live in Italia non si scorda mai: "Milano, stiamo arrivando!"

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Valentina Clemente

Valentina Clemente

Manca pochissimo al debutto live in Italia dei Corella, band di Manchester che sabato 7 giugno suonerà al Circolo Arci Bellezza di Milano. È la prima volta nel nostro paese per Joel, Ben, Jack e James, che abbiamo conosciuto e sentito dal vivo l’anno scorso a Kendal Calling, uno dei festival più importanti nel Regno Unito. Una formazione giovane e di talento, che ha da poco pubblicato l’album di debutto “Once Upon a Weekend”. Abbiamo chiacchierato con James e Jack, ecco la nostra intervista

 

Appena un anno fa il loro suono mi aveva incuriosito, tanto da andarli a sentire al loro set a Kendal Calling, uno dei festival più interessanti del Regno Unito (e in un posto magnifico, ovvero il Lowther Deer Park nel Lake District, in Cumbria, nel nord-ovest dell’Inghilterra). In quell’occasione non solo mi erano piaciuti, ma mi avevano impressionato in positivo: bravi, energici e soprattutto felicissimi di suonare. Sì: ai Corella piace proprio tantissimo fare i musicisti, tanto che ancora non ci credono. Dopo quel concerto ricordo una bella chiacchierata nel backstage del festival, e anche un po’ di curiosità nei miei confronti (non capivano come una giornalista italiana fosse finita in quel contesto!) In quell’occasione mi avevano detto che stavano già lavorando a nuova musica e che non vedevano l’ora di venire anche in Italia. 

Il 7 giugno i Corella suonano a Milano

Detto, fatto: i Corella saranno a Milano sabato 7 giugno per la prima volta in assoluto, una delle tante tappe del loro tour europeo. Ne parliamo con James Fawcett (batteria) e Jack Taylor (chitarra) che non hanno dubbi: “Siamo felicissimi di suonare in Italia, quasi non abbiamo parole perché non avremmo mai immaginato di fare un tour europeo. Certo, è sempre stato uno dei nostri tanti sogni sin da quando abbiamo iniziato a suonare insieme il primo anno dell’università. In questi mesi siamo stati in Germania, Francia ma mai in Italia. Adesso che è tutto vero, beh quasi non ci crediamo” dicono insieme.

Once Upon a Weekend, il primo album della band inglese

L’anno scorso a Kendal mi avete raccontato di nuova musica. Ora c’è! Com’è stato lavorare al disco, One Upon a Weekend, e allo stesso tempo suonare in molti paesi d’Europa?

Jack: I brani sono arrivati naturalmente, ci siamo messi a suonare in una stanza e li abbiamo completati. È stato facile e ci siamo divertiti. E poi non abbiamo smesso di fare quello che abbiamo sempre fatto, ovvero stare insieme in sala, prendere gli strumenti e fare un po’ di jamming. Da lì parte sempre tutto, e anche l’album di debutto è nato così. Non abbiamo neanche dovuto escludere dei brani. O meglio: prima dell’album avevamo realizzato degli EP e alcuni singoli, ma forse non era ancora il momento per un vero album. Quando è arrivato il giusto periodo, l’abbiamo capito e l’album è nato naturalmente. I consigli del nostro produttore sono stati importantissimi: è venuto spesso a trovarci durante le sessioni in studio, e ci ha dato la sua opinione sui brani. Se c’era qualcosa che non gli piaceva, lo diceva subito. È stato molto utile, e ci ha permesso di scegliere bene quali brani inserire e quali non mettere.

 

Ma quante tracce avete scartato?

James: Probabilmente tante quante sono nell’album! Ma non necessariamente è qualcosa di negativo…se ci pensi, abbiamo un folder pieno di brani, anche perché stiamo già lavorando al secondo disco, che forse useremo più avanti. C’è sempre una sensazione dolceamara quando un brano di cui sei felice non rientra nelle scelte finali, ma succede…e soprattutto questo non significa che in futuro, chissà, non lo facciamo ascoltare.

Il segreto dei Corella

Avete cominciato a suonare insieme all’università, magari in piccoli spazi ma preziosi, per poi crescere sempre di più. Ora state facendo la stessa cosa, ma in proporzioni più grandi. Il segreto dei Corella è restare sempre ancorati alle proprie origini?

James: Sì, esatto! Forse è proprio quello il segreto: restare sempre gli stessi. Quando abbiamo iniziato già immaginavamo le persone ai nostri concerti, ed è quello che continuiamo a fare adesso. Siamo una live band, amiamo tantissimo suonare dal vivo e ci piace sentire l’energia delle persone che vengono a sentirci. Se continuiamo a creare questo scambio di energie, beh questa è già una vittoria per noi e per la nostra musica.

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Corella, amici e musicisti versatili

Parliamo di identità musicale: i Corella ne hanno già una o la stanno costruendo?

Jack: Credo che mettere delle etichette sia sempre rischioso, perché non dà la possibilità agli artisti di esprimersi al meglio attraverso la musica e di esplorare più mondi. La nostra identità artistica è molto versatile: un giorno possiamo scrivere un pezzo in acustico, il giorno seguente nasce un brano più forte e con tanta batteria. Spesso ci chiediamo: ma come riusciamo a mettere tutto insieme, in un unico pacchetto? Siamo sempre i Corella! Alla fine ce la facciamo, e queste sfumature rendono la nostra musica ancora più speciale.

James: Se penso ad alcune delle mie band preferite, vedo che tutte hanno brani molto diversi tra loro. Ma sono sempre loro, quello è il loro suono. Ci auguriamo di poter fare lo stesso: canzoni tutte differenti tra loro, ma che identificano i Corella.

 

L’anno scorso a Kendal sono stata molto colpita dal vostro live: avete suonato sul palco principale, ma se non sbaglio non era il vostro primo concerto lì, giusto?

James: Sì, l’anno prima avevamo suonato in un palco più piccolo, in una tenda più raccolta e molto meno grande rispetto al main stage, ma quello che ci ha regalato quel live, wow! È stato bellissimo. Poi l’anno scorso, quando ci siamo conosciuti, siamo saliti sul palco principale, il nostro primo grande stage: c’erano almeno diecimila persone, era una bellissima giornata ed è stato straordinario, quasi non abbiamo parole per descrivere quel momento. Ci ha dato l’idea di cosa significa suonare in spazi grandi e pieni di gente, ci è sembrato tutto così surreale!

Jack: E Kendal è uno dei festival che preferiamo, sì! Torniamo quest’anno, sempre sul main stage. Non vediamo l’ora!

"Stiamo vivendo un sogno, non svegliateci!"

Cosa significa far parte di una band, oggi? Sembra essere più semplice fare i solisti, ma non sempre è così.

Jack: Sì, forse è più facile, ma non ti diverti! È sicuramente più semplice girare da soli con una chitarra, ma non c’è la stessa energia. Quando scendiamo dal palco dopo un concerto ci guardiamo e siamo felici di quello che abbiamo fatto insieme, ed è bello così.

James: L’hai detto tu prima, abbiamo iniziato a suonare come amici, e quel clima è rimasto. Non potremmo mai immaginarci a suonare da soli, no proprio mai. Siamo amici, ci confrontiamo, suoniamo insieme e poi sappiamo che ci siamo l’uno per l’altro…sono legami che vanno oltre ogni cosa.

 

Sarete molto in giro quest’estate: come vi sentite all’idea di fare date in tutta Europa?

Jack: Stiamo vivendo un sogno! Viaggiare, visitare città mai viste prima, fare dei concerti e incontrare fan di altri paesi ci sembra ancora un po’ surreale, ma è bellissimo. Il fatto che in molti cantino le nostre canzoni ci fa così felici ma allo stesso tempo ci guardiamo e diciamo: Ma è tutto vero, sta succedendo veramente?! Nei prossimi giorni saremo in alcune città dove non siamo mai stati, ma sappiamo che sarà una festa. È tutto così meraviglioso.

 

 

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